~ Monografie Romane ~ Acquedotti · III parte · pagina 2c |
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L'AQUA CLAUDIA, L'AQUA MARCIA E L'ACQUA FELICE
LA VILLA DEI SETTE BASSI ("ROMA VECCHIA")
~~ AVVERTENZA ~~ dal 2010 questo sito non è più liberamente accessibile al pubblico; si può ancora fare richiesta di visitarlo chiamando la Soprintendenza Archeologica di Roma al numero +39 06 699841 |
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veduta a distanza della villa dal lato meridionale: si noti il dislivello del terreno tra la metà destra (sud-est) e quella sinistra (nord-ovest)
La Villa è un complesso archeologico situato lungo la via Tuscolana, nell'estrema periferia sud-orientale, tra le fermate Cinecittà ed Anagnina della linea A della metropolitana (la seconda delle due è il capolinea). Sulle piante moderne la località viene indicata come Osteria del Curato.
L'area archeologica è interamente circondata da una rete metallica ed ha un unico ingresso, lungo via Tuscolana. Coloro che giungono dal Parco degli Acquedotti raggiungono questa trafficata arteria cittadina all'altezza della stazione Cinecittà; sul lato opposto della strada, accanto alla stazione, si trova l'ingresso ai celebri studi cinematografici di Cinecittà. Da questo punto si segua via Tuscolana verso destra, cioè in direzione sud-est (come per uscire dalla città) per circa 400 m: presso un incrocio sulla destra finalmente la rete metallica ha un varco (la freccia rossa nella pianta sottostanste) attraverso il quale è possibile raggiungere tanto i resti quanto una moderna casa colonica che sorge lì accanto.
La villa fu probabilmente edificata alla metà del II secolo sul sito di una preesistente fattoria risalente all'età repubblicana. Per dimensioni era la seconda villa suburbana dell'antica Roma, situata al VI miglio della via Latina.
pianta della Villa dei Sette Bassi: per la lista dei singoli edifici cfr. il testo e le illustrazioni gli edifici dell'amministrazione del fondo (F) → |
La parte centrale del complesso, cioè il grande palazzo, fu costruito in tre fasi distinte, prendendo così l'aspetto di tre corpi separati disposti lungo una linea diagonale, cioè uniti per i rispettivi angoli. Il primo nucleo (A nella pianta a lato, databile al 135 circa) era a pianta quadrata; era costruita interamente in laterizio e aveva numerose stanze che si aprivano tutt'attorno ad un cortile interno, scandito da un colonnato oggi scomparso. |
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Una seconda parte (B, 140 circa) era rettangolare ed era costituita da ampie sale di rappresentanza, formando una parte convessa dell'edificio che si sporgeva verso il giardino.
La terza parte (C, 140-150 circa) era quella più grandiosa, costruita su due piani, perchè il terreno su cui poggia è assai più basso del piano dei due precedenti: aveva sale a due piani, un'impianto termale e alla base era circondata da un criptoportico (cioè un corridoio coperto situato in parte o del tutto al di sotto rispetto al piano del terreno).
il primo nucleo del palazzo (A) |
Tutte e tre assieme, queste parti circondavano l'estremità settentrionale di un vasto giardino, occupato per la massima parte da un ippodromo privato, i cui carceres (cioè i cancelli da dove partivano i cavalli, D nella pianta) sono ancora parzialmente esistenti all'estremità opposta dell'arena, costruiti con la tecnica dell'opus vittatum. Nonostante il loro cattivo stato di conservazione, questi resti sono così maestosi che nell'antichità la gente credeva che un tempo fossero appartenuti ad un intero villaggio: per tale motivo il complesso fu soprannominato "Roma Vecchia" già a cominciare dal medioevo, quando il loro aspetto ricordava le grandi rovine che giacevano sparse un po' ovunque nei rioni centrali della città. |
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Oltre al palazzo, il complesso comprendeva anche:
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(↑ in alto) il tempietto (E); (↓ in basso) i carceres dell'ippodromo (D) |
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