LE MURA DEI PAPI
parte I

il Passetto e il quartiere di Borgo


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Si attraversa la piazza presso le arcate, e si imbocca Borgo Sant'Angelo, seguendone il corso accanto al muro. I vari fornici al centro della piazza non sono originali: furono aperti a beneficio del traffico all'inizio del XX secolo; le vecchie piante, come quella di cui a lato viene mostrato un dettaglio, testimoniano che qui un tempo si apriva un'unico passaggio.

Il Passetto può essere seguito lungo il suo lato interno (meridionale), perché a causa delle trasformazioni nel corso degli anni alcune antiche case di Borgo ora si appoggiano al lato esterno del muro o sorgono a brevissima distanza da esso.

il Passetto (qui chiamato corridore di Alessandro sesto) raggiunge →
Castel Sant'Angelo, che nel 1551 era ancora privo dei suoi bastioni

Nel corso dei secoli il Passetto ha subito un'evoluzione pressoché costante.


il passaggio attraverso il muro
Alla fine del '400, papa Alessandro VI fece raddoppiare il passaggio: un nuovo camminamento superiore che andò ad aggiungersi alla preesistente galleria attraverso la struttura in laterizio. Dall'esterno si possono vedere le strette finestre che danno luce a quest'ultima.
Questo "corridoio" nascosto corre dal castello fin giù al Vaticano, agendo da autentica via di fuga; soltanto qualche anno più tardi, nel 1527, papa Clemente VII e la sua corte lo usarono effettivamente per questo scopo quando Roma venne saccheggiata dai mercenari inviati da Carlo V. Ma non a tutti andò altrettanto bene: un notaio della Camera Apostolica, Alberto Serra da Monferrato, era appena arrivato in fondo al passaggio quando fu colto da infarto ...e morì ugualmente!

Il corridoio, al quale fanno riferimento ambedue i nomi Passetto e Corridore di Borgo, finì col divenire particolarmente instabile. Dopo essere stato restaurato in occasione del Giubileo del 2000, dopo un lunghissimo tempo è stato parzialmente riaperto al pubblico. Tuttavia le visite sono tutt'ora limitate al primo tratto della galleria, e devono essere prenotate perché, per ragioni di sicurezza, ne è consentito l'accesso solo a poche persone alla volta.

Al primo incrocio si incontra un doppio fornice con un pilastro centrale [rif. pianta 2]. Si presti attenzione alla trama del muro alla base del Passetto: zone a blocchi squadrati si alternano ad altre in laterizio, ad altre ancora costruite con pietre di forma irregolare, e così via.
Questo mostra chiaramente quante volte il muro è crollato, venendo poi ricostruito su ciò che era rimasto in piedi, ma usando materiali diversi. Le pietre più antiche probabilmente risalgono all'epoca medievale.

Il pilastro ha al centro una madonnella. Se ne incontra una di fattura migliore sul fornice all'incrocio con vicolo d'Orfeo [rif. pianta 3]: un'immagine del XVIII secolo, racchiusa in una cornice di legno e con lo sfondo azzurro; tuttavia, per preservare il dipinto originale, in epoca recente lo si è sostituito con una copia.
Fornici analoghi si incontrano all'incrocio con ciascuno dei vicoli che attraversano Borgo Nuovo. Su molti di essi campeggia lo stemma di Pio IV, il papa mediceo che edificò il nuovo muro; uno dei vicoli ha persino preso il nome dalla sua impresa araldica: vicolo delle Palline [rif. pianta 4], con evidente riferimento alle sei sfere che campeggiano nello scudo di famiglia. Ma questo non è l'unico stemma papale che vedrete sul Passetto: noterete anche lo stemma di Alessandro VI (1492-1503), della famiglia Borgia, soprattutto verso l'estremità vaticana del muro.

stemmi dei papi
← Pio IV e Alessandro VI ↑


uno scorcio delle vecchie case di Borgo;
sullo sfondo si riconosce il Passetto
Imboccate uno a caso di questi fornici e dedicate qualche minuto a passeggiare per Borgo Nuovo: la sua pianta tardo-medievale, fatta di strade lunghe e parallele (ognuna delle quali chiamata borgo, come lo stesso rione) attraversate ad angolo retto da stretti vicoli, è rimasta pressoché immodificata.
Molti edifici originali hanno ancora l'aspetto antico, nonostante le trasformazioni subite negli anni, e guardando attraverso le finestre all'interno delle case private si noterà che diversi soffitti sono ancora sostenuti da travi di legno.

Per molto tempo in queste strade si sono concentrate soprattutto locande e ostelli per forestieri quali pellegrini, mercanti, studenti e, soprattutto nei secoli XVIII e XIX, viaggiatori, una vocazione che è rimasta sostanzialmente immutata anche ai nostri giorni.

Approssimandosi al Vaticano, Borgo Sant'Angelo cambia nome in via dei Corridori, toponimo ancora una volta legato all'antico muro, e compare l'enorme colonnato che circonda piazza San Pietro; le colonne appaiono ancora più possenti a causa della ridotta ampiezza della strada, che amplifica l'impatto visivo dell'opera di Gianlorenzo Bernini.

Appena superata la fontanella delle Tiare, che riproduce la forma del tradizionale copricapo papale (cfr. dettagli in Fontane, II parte pagina 4 e illustrazione in I Rioni, Borgo), appena prima di piazza San Pietro, un altro doppio fornice [rif. pianta 5] mette in comunicazione i due lati del Passetto; uno dei due fu aperto da Pio IV nel 1563, come ci informa una grossa targa, a beneficio dei numerosi pellegrini che giungevano in città lungo via Angelica, la strada lunga e diritta che arriva in questo punto; quando fu aperta, via Angelica era diretta verso settentrione, confluendo con la via Cassia circa 2½ km più a nord. Il fornice gemello invece fu aperto nel 1933, per motivi essenzialmente legati al traffico.

l'estremità vaticana del Passetto; nell'angolo
in basso a destra si vede la fontanella delle Tiare
Qui il Passetto incontra il moderno confine della Città del Vaticano.


Porta Viridaria, nascosta dalle colonne
Se fate ancora qualche passo oltre la grossa edicola dei giornali, nello stretto spazio compreso tra le colonne e il muro, detto "ricciolo d'Italia" perché è un lembo di stato italiano che si incunea nel territorio straniero, subito prima del piccolo ufficio postale vaticano, sulla destra noterete ancora una porta, chiusa da enormi battenti e sovrastata da ciascun lato da una torre squadrata: questa è Porta Viridaria [rif. pianta 5].
Nel medioevo questa era la sola porta ufficiale del Passetto, ma non è noto quando esattamente fu aperta; il suo nove viene dal latino viridis ("verde"), con riferimento ai giardini vaticani che una volta si estendevano alle sue spalle. Era anche chiamata Porta San Pellegrino, dai molti pellegrini che entravano in città da questa direzione. Altri nomi che prese nel corso degli anni furono Porta degli Svizzeri, dalle vicine caserme della Guardia Pontificia e, sorprendentemente, Porta Merdaria, che potrebbe trattarsi di un'ironica corruzione del suo nome ufficiale. Sul fornice si vede uno degli stemmi di papa Alessandro VI datato 1492, il medesimo anno della sua elezione in cui verosimilmente ristrutturò questa porta; circa settant'anni dopo venne chiusa e da allora non fu mai riutilizzata.