~ la lingua e la poesia ~
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Cesare Pascarella

LA SCOPERTA DE L'AMERICA


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INDICE

XXIXXIIXXIIIXXIVXXV




XXI

E io ne la mia piccola ignoranza
Me c'investo. Fa tutto quer cammino:
Arrivà in arto mare: arrivà insino...
Insino... a quela straccio de distanza,

E védete la morte in lontananza;
Volé vive, e sentitte lì vicino,
Ne l'orecchie, la voce der destino
Che te dice: lassate 'gni speranza!

Ma pensa quer che deve avé sofferto
Quell'omo, immassimato in quer pensiero,
De dì: - La terra c'è... Si...! Ne sò certo...-

E lì, sur punto d'essece arrivato,
Esse certo, percristo, ch'era vero,
E dové dì: va be', me sò sbajato.



XXI

E io nel mio piccolo
Mi ci immedesimo. Fare tutto quel cammino:
Arrivare in alto mare: arrivare fino...
Fino... a cotanta distanza,

E vedere la morte in lontananza;
Voler vivere, ed udire lì vicino,
Nelle orecchie, la voce del destino
Che ti dice: lasciate ogni speranza!

Ma pensa a cosa deve aver sofferto
Quell'uomo, convinto di quell'idea,
Nel dire: - La terra c'è... Si...! Ne sono certo...-

E lì, sul punto di esserci arrivato,
Esser certo che era vero,
E dover dire: va bene, mi sono sbagliato.

✱ - edizione del 1939:
Esse certo e sicuro ch'era vero,


XXII

Ma lui che, quanto sia, già c'era avvezzo
A parlà pe convince le persone,
Je fece, dice: - Annamo co' le bone,
Venite qua, spaccamo er male in mezzo.

È vero, si, se tribola da un pezzo;
Percui, per arisorve sta quistione
Non c'è antro che fà 'na convenzione
Che a me me pare sia l'unico mezzo;

Che noi p'antri du' giorni annamo avanti,
E poi si proprio proprio nun c'è gnente
Se ritrocede indietro tutti quanti.

Ve capacita? Quelli ce pensorno;
Be', dice, sò du' giorni solamente...
Be', je fecero: annamo! e seguitorno.

XXII

Ma egli che, per quanto sia, già era abituato
A parlare per convincere la gente,
Disse loro: - Prendiamola amichevolmente,
Venite qua, dividiamo il male a metà.

È vero, si, è un bel po' che si patisce,
Per cui, per risolvere questa faccenda
Non possiamo fare altro che un accordo
Che mi sembra sia l'unico mezzo;

Cioè, noi proseguiamo per altri due giorni,
E poi se proprio non troviamo nulla
Si ritorna tutti quanti indietro.

Vi convince? Quelli ci pensarono;
Beh, dissero, son solo due giorni...
Beh, gli risposero: andiamo! e proseguirono.


XXIII

Ma lui, capischi, lui la pensò fina!
Lui s'era fatto già l'esperimenti,
E dar modo ch'agiveno li venti,
Lui capì che la terra era vicina;

Percui, lui fece: intanto se cammina,
Be', dunque, dice, fàmoli contenti,
Ché tanto qui se tratta de momenti...
Defatti, come venne la matina,

Terra... Terra...! Percristo!... E tutti quanti
Ridevano, piagneveno, zompaveno...
Terra... Terra...! Percristo!... Avanti... Avanti!

E lì, a li gran pericoli passati
Chi ce pensava più? S'abbraccicaveno,
Se baciaveno... E c'ereno arrivati!

XXIII

Ma egli, capisci, la pensò bella!
Egli si era già fatto i calcoli,
E dal modo in cui soffiavano i venti,
Capì che la terra era vicina;

Per cui, egli pensò: 1 intanto viaggiamo,
Beh, insomma, facciamoli contenti,
Perché tanto qui è questione di attimi...
Difatti, come si fece mattina,

Terra... Terra...! Cristo!... E tutti quanti
Ridevano, piangevano, saltavano...
Terra... Terra...! Cristo!... Avanti... Avanti!

E lì, ai gran pericoli passati
Chi ci pensava più? S'abbracciavano,
Si baciavano... E vi erano arrivati!

1. - L'espressione "fare", spesso usata in luogo
di "dire", può anche significare "pensare", cioè
"dire col pensiero".


XXIV

- Oh! Mo' che grazziaddio semo 'rivati,
A Bracioletta! portece da beve...
...Dì un po', quanti n'avevi già portati?
- Sette... e tre... - fanno dieci. A Nino, beve!

Bevéte, sora Pia, questo è Frascati,
Come vié se ne va. Ch'è roba greve?
...Dunque... Dunque dov'erimo restati?
- Che gnente ce voressivo ribeve?

- Oh, mo' nun comincià che nun hai voja.
Domani?... Ma de che?! Daje stasera,
Te possin'ammazzatte, sei 'n gran boja!

Eh, già, si tu facevi l'avocato,
Sai quanti ne finiveno in galera!
Dunque, sbrighete, sù, fatte escì er fiato.

XXIV

- Oh! Adesso che grazie a Dio siamo arrivati 1 ,
Bracioletta!
2 portaci da bere...
Dicci un po', quanti ne avevi già portati?
- Sette... e tre... - fanno dieci. Nino, bevi!

Bevete, signora Pia, questo è Frascati
3
Come viene se ne va.
4 È forse pesante?
... Dunque... Dunque, dov'eravamo rimasti?
Che, per caso, vorreste ancora berci su?

Oh, adesso non cominciare a dire che non hai voglia.
Domani?... Ma che dici?! Forza,
5 stasera,
Accidenti a te, sei un gran farabutto!

Eh, già, se tu avessi fatto l'avvocato,
Sai in quanti finivano in prigione!
Dunque, sbrigati, orsù, fatti uscire il fiato.

1. - Chi parla è di nuovo uno degli interlocutori
del narratore.
2. - "Bracioletta" è il soprannome dell'oste, e suggerisce l'idea di un uomo dal fisico tozzo.
3. - Il Frascati, dal nome della località omonima situata pochi chilometri a sud di Roma, è il più noto vino bianco della zona.
4. - Cioè: "è molto digeribile e non dà alla testa".
5. - "Daje!" (cioè "Dàgli!") è un'esortazione valida per qualsiasi circostanza.


XXV

Dunque come finì? - Finì benone!
Finì che quanno tutto era finito,
Se cominciò a formà come un partito,
Che je voleva fà l'opposizione.

Je diceveno: Si, avete ragione,
Nun c'è gnente che dì, sête istruito,
È l'America, si, nun c'è quistione,
Ma poi, si invece fosse un antro sito? -

Ma lui li mésse co' le spalle ar muro:
Je fece, dice: Ah si? Ne dubitate?
Me dispiace, ma io ne sò sicuro.

Vor dì che poi, si voi nun ce credete,
Domani presto, ar primo che incontrate
Annàtejelo a dì, che sentirete.

XXV

Dunque come finì? - Finì benone!
Finì che quando si concluse tutto,
Cominciò a formarsi come un partito,
Che gli voleva fare opposizione.

Gli dicevano: Si, avete ragione,
Non c'è niente da dire, siete istruito,
È l'America, si, non c'è alcun dubbio,
Ma se poi invece fosse un'altro paese? -

Ma egli li mise con le spalle al muro:
Disse loro: Ah si? Ne dubitate?
Mi dispiace, ma io ne son sicuro.

Vuol dire che, se voi non ci credete,
Domani sul presto, al primo che incontrate
Domandateglielo, e sentirete.