~ Roma leggendaria ~
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Sisto V

"er papa tosto"



Dei numerosi papi che ebbero tra le mani le sorti di Roma, Sisto V (1585-90) fu davvero uno dei più particolari e controversi. Durante il suo pontificato, che durò solo cinque anni, modificò l'assetto della città secondo i canoni rinascimentali, trasformandone l'aspetto più di quanto qualsiasi altro regnante o amministratore avesse mai osato fare prima di lui, anche rimanendo in carica ben più a lungo.
stemmi di Sisto V sono presenti ovunque a Roma
Fece restaurare quattro degli antichi obelischi egizi di Roma e li ricollocò nei luoghi dove sorgono tutt'ora. Aprì strade lunghe e diritte attraverso i fatiscenti quartieri medioevali che ricoprivano gran parte del decadente nucleo urbano. Restaurò ponti, costruì nuove fontane e finanziò molte altre opere. Viene anche ricordato per la realizzazione di un importante acquedotto, costruito con materiale in larga parte proveniente dalle rovine di uno antico romano risalente al II secolo aC (cfr. Acquedotti, parte IV).
Felice Peretti, papa Sisto V
Inoltre diede nuovo impulso al commercio, promulgando diverse leggi; una di esse, ad esempio, stabiliva un nuovo sistema di misure per la vendita al dettaglio del vino, che allora era uno dei settori economici più floridi di Roma.
Tuttavia ciò per cui Sisto V viene ricordato maggiormente è la sua leggendaria severità nell'amministrare la giustizia.

Nato a Grottammare (Ascoli Piceno) nel 1520 come Felice Peretti, da una famiglia umile, entrò nel clero come frate francescano.
Divenuto esperto in materie teologiche, fu successivamente promosso al rango di inquisitore a Verona, dove si costruì la fama di implacabile uomo di legge.

Nella seconda metà del XVI secolo l'amministrazione romana versava in condizioni miserevoli. La corruzione dilagava e la città brulicava di ladri. Così quando nel 1585 Gregorio XIII morì, non si perse tempo nello scegliere come sostituto un uomo di polso, nel tentativo di restaurare l'ordine. E Sisto V lo fece, con pugno di ferro, un atteggiamento che gli valse il soprannome di "er papa tosto" fra i cittadini romani. Fra le note di uno dei suoi sonetti, intitolato Papa Sisto, Giuseppe Gioachino Belli scrisse: Per "papa Sisto" assolutamente, si intende sempre Sisto Quinto.
Una tale reputazione fece fiorire sul suo conto molte leggende. Eccone alcune.

l'acquedotto di Sisto V, chiamato Acqua Felice dal suo nome


sin dal medioevo i mille anfratti del Colosseo
offrivano spesso rifugio a banditi e fuorilegge
A quei tempi il Colosseo era usato come covo dai molti banditi di Roma. Le guardie non erano mai riuscite a liberare la città da questo flagello e i cittadini venivano depredati di giorno e di notte.
Così una sera Sisto V si travestì da eremita e, portando sotto al mantello una grossa fiasca di vino, si incamminò verso il Colosseo. Trovò i banditi e chiese loro di lasciargli trascorrere la notte in quel luogo. Quelli stavano arrostendo della carne sul fuoco; così gli dissero di occuparsene lui, in cambio dell'ospitalità. Mentre girava lo spiedo, il papa continuava a borbottare "non può durare in eterno". Quindi, durante il pasto, tirò fuori la bottiglia e ne offrì in abbondanza a ciascuno di costoro. Ma il vino era stato drogato, così uno dopo l'altro i banditi si addormentarono. Egli lasciò rapidamente il Colosseo, facendo un segnale alle guardie, che lo attendevano all'esterno. Il giorno dopo, i malviventi già pendevano dal capestro.
Questa storia diede vita ad un vecchio detto locale: non può durare in eterno, come diceva quello che girava lo spiedo.

In un'altra circostanza, al papa era stato riferito del malcontento degli osti riguardo al nuovo sistema di misure per il vino che era stato recentemente introdotto. Ancora una volta sotto mentite spoglie, entrò in un'osteria, chiedendo una mezza foglietta (circa 1/4 di litro). Anziché berla, non visto, versò il vino in una fiasca che si era portato dietro. Ne ordinò un'altra, poi un'altra ancora e continuò così per parecchie volte. Ad ogni ordine, l'oste doveva scendere in cantina a riempire la piccola misura con quella minima quantità di vino; ben presto questa seccatura cominciò ad infastidirlo e prese a bestemmiare e a maledire il nuovo sistema e il papa che l'aveva voluto.
Il giorno seguente, quando l'oste andò ad aprire bottega, trovò che nottetempo era stato innalzato un patibolo proprio lì vicino. Pensando che un'esecuzione avrebbe richiamato pubblico e quindi molti clienti per l'osteria, cominciò ad allestire i tavoli, ma le prime due persone a varcare la soglia furono il boia e il suo assistente. Pochi minuti dopo, l'oste era appeso al centro della piazza, come monito a rispettare le nuove disposizioni.


Porta del Popolo, un luogo dove spesso si tevenano le esecuzioni
Un giorno Sisto V fece chiamare il boia. Gli ordinò di innalzare il patibolo in Piazza del Popolo e il giorno successivo, appena la vicina Porta del Popolo fosse stata aperta, di impiccare la prima persona che fosse entrata in città. Il boia, pur stupito dal desiderio del papa, conoscendone l'indole ovviamente si affrettò ad obbedire alle sue direttive.
Il giorno dopo, all'alba, le guardie e il boia erano là in attesa, curiosi di conoscere lo sfortunato a cui sarebbe toccato subire una tale sorte. Non molto dopo, si vide un giovanotto che veniva in direzione della città; stava per passare, quando appena lì fuori si fermò per allacciarsi le scarpe. In questo lasso di tempo, un vecchio attraversò la porta e le guardie immediatamente lo fermarono, annunciandogli che sarebbe stato giustiziato su due piedi. Il vecchio rimase di sasso; poi, inaspettatamente, levò le mani al cielo gridando: "Oh Dio onnipotente, quanto sei giusto!".
Quindi confessò loro che, molti anni addietro, aveva sterminato tutti i membri della propria famiglia, che in seguito aveva ucciso altre persone e che non era mai stato catturato. Così il boia si sentì abbastanza sollevato nel mettere in pratica seduta stante gli ordini del papa.
Come avesse fatto Sisto V a prevederlo, nessuno seppe spiegarlo; diverse persone erano convinte che possedesse poteri sovrannaturali.

Ma la leggenda più celebre su questo papa in effetti riguarda il suo scetticismo verso i miracoli.
Un giorno a Roma si sparse la notizia che, in un fondo appena fuori città, un'immagine lignea di Cristo aveva preso a trasudare sangue. Il luogo divenne ben presto meta di folle di persone e di ciò il proprietario del terreno ne ricavava un ottimo introito. La notizia giunse alle orecchie del papa, così anch'egli si recò a prenderne visione. Dopo che l'immagine prodigiosa gli fu mostrata, Sisto V si fece portare un'ascia e profferendo le parole "come Cristo ti adoro; come legno ti spacco", calò un violento fendente sulla statua, mandandola in pezzi. All'interno vi fu trovata una spugna imbevuta di sangue animale e una corda che, tirata, strizzava la spugna e quindi faceva sanguinare la statua. Il proprietario del fondo fu portato a Roma e giustiziato.
Anche da questa storia scaturì un proverbio locale: Papa Sisto non la perdonò neppure a Cristo!



statua di Sisto V sulla sua tomba
in Santa Maria Maggiore,
basilica dove possedeva una
sontuosa cappella, detta sistina
PAPA SISTO

Fra ttutti quelli c'hanno avuto er posto
De vicarj de Dio, nun z'è mai visto
Un papa rugantino, un papa tosto,
Un papa matto, uguale a Ppapa Sisto.

E nun zolo è da dì che dassi er pisto
A chïunqu'omo che j'annava accosto,
Ma nun la perdonò neppur'a Cristo,
E nemmanco lo roppe d'anniscosto.

Aringrazziam'Iddio c'adesso er guasto
Nun po' ssuccede ppiù che vienghi un fusto
D'arimette la chiesa in quel'incrasto.

Perché nun ce po' esse tanto presto
Un antro papa che je piji er gusto
De mettese pe nnome Sisto Sesto.

  Giuseppe Gioachino Belli  9 aprile 1834
PAPA SISTO

Fra tutti coloro che hanno occupato il posto
Di vicario di Dio, non s'è mai visto
Un papa litigioso, un papa duro,
Un papa matto, come Papa Sisto.

E non c'è solo da dire che riduceva a malpartito
Chiunque gli capitasse vicino,
Ma non la perdonò nemmeno a Cristo,
E non lo ruppe neppure di nascosto.

Ringraziamo Iddio che adesso non può più capitare
La sventura che venga un uomo
E riporti la Chiesa in una tale situazione.

Perché non può esservi tanto presto
Un altro papa a cui venga il gusto
Di darsi per nome Sisto Sesto.