~ miscellanea ~ - 2 - Kalendae, Nonae, Idus la datazione nell'antica Roma |
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Se scorrete un calendario, state osservando un oggetto che proviene dall'antica Roma.
Il sistema di datazione attualmente adottato dalla gran parte dei paesi del mondo ed anche molti nomi, come quelli dei mesi e dei giorni della settimana, si basano in gran parte su quelli già in uso ben oltre 2000 anni fa; la stessa parola "calendario" viene da Kalendae, il termine che indicava il primo giorno di ciascun mese. Alcuni aspetti dell'antico sistema, tuttavia, apparirebbero oggi molto complicati e assai poco pratici.
Questa pagina descrive l'evoluzione dei vari sistemi arcaici in quello odierno e i suoi molti rapporti con la città di Roma.
I MESI E GLI ANNIUn primo tentativo di ripartire il lasso di tempo fra gli eventi ciclici legati al cambio delle stagioni fu un anno di dieci mesi, la cui lunghezza complessiva era di 304 giorni, che cominciava col plenilunio del mese. Questo schema, di probabile origine greca, era già in uso al tempo della fondazione di Roma, ma era ovviamente impreciso; per tale ragione, un numero di giorni non ufficialmente calcolati veniva probabilmente aggiunto al suddetto periodo: in tal modo, attività che necessitavano di essere svolte a tempo debito, come la semina o il raccolto, potevano essere condotte a termine con sufficiente regolarità.
Il calendario detto di Romolo, il primo re che l'avrebbe introdotto, era così suddiviso (per la spiegazione dei nomi dei mesi si veda il calendario sottostante):
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Una metà dei dodici mesi aveva nomi che richiamavano quelli delle divinità alle quali erano sacri, mentre altri erano chiamati in conseguenza del loro ordine numerico: |
CALENDARIO REPUBBLICANO | SISTEMA ATTUALE | ||||
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MESE | DURATA | MESE | DURATA | ||
Martius | Marte - dio della guerra | 31 giorni | marzo | 31 giorni | |
Aprilis | Venere (in greco: Afrodite) - dea della bellezza e dell'amore; forse anche da aperire = "aprire", con riferimento allo schiudersi dei fiori |
29 giorni | aprile | 30 giorni | |
Maius | Maia - una delle sette Pleiadi | 31 giorni | maggio | 31 giorni | |
Iunius | Giunone - regina degli dei | 29 giorni | giugno | 30 giorni | |
Quintilis | il quinto mese | 31 giorni | luglio | 31 giorni | |
Sextilis | il sesto mese | 29 giorni | agosto | 31 giorni | |
September | il settimo mese | 29 giorni | settembre | 30 giorni | |
October | l'ottavo mese | 31 giorni | ottobre | 31 giorni | |
November | il nono mese | 29 giorni | novembre | 30 giorni | |
December | il decimo mese | 29 giorni | dicembre | 31 giorni | |
Ianuarius | Giano - dio dei cancelli e di tutti gli inizi | 29 giorni | gennaio | 31 giorni | |
Februarius | Februus - dio romano minore, più tardi identificato con Plutone, dio degli inferi | 28 giorni | febbraio | 28 giorni | |
Durata complessiva dell'anno : | 355 giorni | 365 giorni |
✶ I nomi latini dei mesi sono aggettivi che esprimono una dedica o appartenenza (ad esempio Martius = "mese di Marte", ecc.).
Il quinto re di Roma, Tarquinio Prisco (600 aC circa) decise che gennaio avrebbe dovuto essere considerato il primo mese dell'anno, perché sacro al dio di tutto ciò che ha inizio. Ma tale cambiamento non durò a lungo: quando la dinastia etrusca a cui apparteneva fu spodestata circa un secolo dopo, marzo tornò ad essere il primo mese dell'anno romano, secondo la tradizione latina. Il sistema di 355 giorni, però, continuava a provocare una certa discrepanza fra i diversi anni, a causa della sua durata troppo breve, e il problema fu affrontato adottando un tredicesimo mese, chiamato Intercalans ("mese intercalare") o Mercedonius ("mese della retribuzione", poiché era in questa parte dell'anno che ai lavoratori veniva corrisposta la paga); la sua durata era di 27 o 28 giorni. Circa una volta ogni due anni, il mese aggiuntivo veniva inserito fra il 23 e il 24 di febbraio, e i cinque giorni rimanenti di questo mese venivano cancellati. I pontefices, un corpo di sacerdoti incaricati di presiedere ai riti religiosi, decidevano quando l'Intercalans doveva essere usato e quanto lungo avrebbe dovuto essere. Alla loro testa era il pontifex maximus, carica assunta dall'imperatore stesso fino all'inizio dell'età cristiana. L'anno intercalare durava di norma 377 o 378 giorni. Nonostante il mese aggiuntivo, però, questo sistema continuava a non essere troppo preciso, e l'occasionale corruzione dei pontefices per accorciare o allungare l'anno (a seconda delle necessità del corruttore) aveva diverse implicazioni legali: ad esempio, la data di scadenza di un contratto avrebbe potuto essere illegalmente ritardata. |
Ottaviano Augusto abbigliato da pontifex maximus |
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Giulio Cesare |
IL CALENDARIO GIULIANOUn'importante modifica fu introdotta da Giulio Cesare nel 46 aC (cfr. tabella qui in basso): la lunghezza di alcuni mesi fu riarrangiata, così da evitare l'Intercalans, e ottenere un'alternanza di 30/31 giorni, un criterio più facile da seguire per gli agricoltori; gennaio fu nuovamente eletto primo mese dell'anno. Inoltre, poiché gli astronomi di Cesare si erano accorti che l'anno solare effettivo era leggermente più lungo di 365 giorni, ogni quattro anni al mese di febbraio (già allungato stabilmente a 29 giorni) fu attribuito un ulteriore giorno, ottenuto ripetendo il 24: era la nascita dell'anno bisestile. In seguito a questa riforma, il calendario fu chiamato Giuliano, da Giulio Cesare; per lo stesso motivo nel 44 aC il mese Quintilis fu rinominato Iulius, in suo onore. |
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il calendario Repubblicano, a sinistra, a confronto con quello Giuliano (prima e dopo le modifiche di Ottaviano): tutti gli anni evidenziati sono bisestili |
Alla fine del I secolo aC, durante il regno di Ottaviano Augusto, primo imperatore di Roma, costui fece trasformare Sextilis in Augustus, allungandolo a 31 giorni, forse perché il "suo" mese aveva meno giorni di quello di Cesare. per non alterare la durata complessiva dell'anno, lo stesso Ottaviano modificò la durata di altri mesi; il risultato fu il calendario che ancora oggi viene usato (cfr. tabella qui a sinistra, colonna di destra). Poiché il 24 febbraio veniva indicato come ante diem sextum Kalendas Martias ("il sesto giorno prima delle Calendedi marzo", si veda oltre GIORNI E SETTIMANE), venne coniato il termine bissexti anni ("anni con un doppio 24° giorno"). |
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Il calendario Giuliano fu adottato dall'intero mondo occidentale, e usato per tutta l'età imperiale e il medioevo.
IL CALENDARIO GREGORIANOSolo nel XVI secolo gli astronomi si accorsero che l'anno solare effettivo non corrispondeva esattamente a 365 + ¼ giorni, e quindi per ben sedici secoli il calendario Giuliano era stato un po' lento, ed aveva accumulato un ritardo di circa dieci giorni. Nel 1582, papa Gregorio XIII fece correggere l'errore e colmò il ritardo semplicemente saltando i giorni mancanti: al 4 ottobre (un giovedì) fece seguito direttamente il 15 ottobre, fissato come venerdì, nonostante secondo la sequenza sarebbe dovuto essere un lunedì; tutti i giorni compresi tra queste due date in effetti non sono mai esistiti. Quasi tutti i paesi cattolici si uniformarono subito al cambio - il nuovo calendario era in effetti stato decretato per effetto di una bolla pontificia - mentre i paesi del nord Europa lo fecero molto più tardi, nel corso del XVIII secolo, e l'Unione Sovietica non prima del 1918. |
Gregorio XIII (1572-85) |
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← rilievo sulla tomba di Gregorio XIII: gli astronomi presentano al papa i loro calcoli Per evitare il ripetersi in futuro di una simile circostanza, fu varata una nuova norma secondo la quale gli anni ai passaggi di secolo sarebbero stati bisestili solo quando le prime due cifre del millesimo si sarebbero potute dividere esattamente per 4 (questo è il caso del 1600 e del 2000, mentre il 1700, il 1800 e il 1900 non furono bisestili). |
Il conteggio degli anni, invece, fu un'acquisizione più tardiva del computo dei mesi.
La necessità di un paramentro standard per collocare nel tempo i fatti di rilievo, quali la costruzione di un tempio, una battaglia, una data di nascita o una di morte, ecc., nacque probabilmente durante l'età repubblicana; gli storici compresero che esistevano modi più efficaci per far riferimento agli eventi passati che non semplicemente con espressioni quali "accadde molto tempo addietro".
Furono così introdotti due sistemi paralleli.
- Il primo era basato sul conteggio degli anni dalla fondazione di Roma, un criterio alquanto speculativo a causa dell'incertezza di tale data di riferimento, finchè il più importante storico romano, Marco Terenzio Varrone
(I secolo aC), non stabilì che la data della fondazione di Roma era il 753 aC. Non molto tempo dopo, la data fu leggermente corretta al 754; tuttavia è la prima delle due ad essere considerata oggi dagli storici la più probabile. Nei testi ufficiali, gli anni erano spesso seguiti dalle tre lettere A.U.C., ab Urbe condita ("dalla fondazione dell'Urbe").
Ovviamente i romani non consideravano tale data in termini di 754 aC, ma piuttosto l'anno 1; per esempio, il 100 aC sarebbe stato l'anno 653 A.U.C., e l'anno 1492 d.C. sarebbe stato il 2245 ab Urbe condita.
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in una ricostruzione del Museo della Civiltà Romana) e riportavano i nomi di tutti i consoli e generali vittoriosi fino al primo periodo imperiale |
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Oltre ai fasti, venivano usati anche altri tipi di calendario.
due facce del menologium colotianum, da luglio a settembre (a sin.) e da ottobre a dicembre (copia nel Museo Nazionale della Civiltà Romana) |
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IL CAPODANNOCome si è detto in precedenza, dall'introduzione del calendario di Giulio Cesare gennaio era stato dichiarato mese d'apertura dell'anno. Nel tempo tale tradizione non si perpetuò ovunque, perché durante il medioevo, benché si seguisse ancora il calendario giuliano ogni stato si regolava autonomamente. Così ad esempio in Spagna l'anno cominciava il 25 dicembre, in coincidenza col Natale, mentre in Inghilterra cominciava il 25 marzo, come pure a Firenze, in Francia la domenica di Pasqua, a Venezia il primo giorno di marzo, in Sardegna il primo giorno di settembre, e così via. Tali abitudini locali persistettero anche dopo la riforma di Gregorio XIII, e in alcuni casi anche dopo il 1691, anno in cui il papa Innocenzo XII fissò ufficialmente l'inizio dell'anno gregoriano al 1° gennaio.
un calendario nundinale, che riporta i giorni di mercato di diverse città (lista a destra), compresa Roma |
I GIORNI E LE SETTIMANENei primi secoli, un metodo semplice per misurare brevi periodi di tempo era quello del nundinum: questo termine indicava letteralmente "un periodo di nove giorni", poiché a Roma ogni nono giorno si teneva il mercato. L'effettiva durata di tale periodo, però, era di otto giorni, in quanto i romani usavano contare secondo il sistema cosiddetto "inclusivo", cioè l'ultima unità di una serie faceva anche da prima unità della serie successiva: le nundinae (i giorni di mercato) erano tanto l'ultimo giorno di un nundinum quanto il primo giorno di quello successivo, come mostrato qui di seguito. |
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Nei fasti, i giorni del nundinum erano indicati con lettere dell'alfabeto latino, dalla A alla H.
Inoltre, sulla base di oracoli e predizioni, i pontefices classificavano tutti i giorni dell'anno in una delle seguenti cinque tipologie:
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particolare (da luglio a dicembre) di fasti degli anni 20-23 dC: la prima lettera indica il giorno nundinale, seguita dal tipo di giorno, e la terza colonna riporta celebrazioni, giochi, ed altre attività |
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particolare dei Fasti Praenestini (inizi del I secolo dC) che copre un intero nundinum, da A ad H |
Oltre a giorno nundinale e tipo di giorno, i fasti generalmente riportavano anche i tre principali giorni di riferimento del mese, K (Kalendae), NON (Nonae), EID (Eidus), in lettere grandi, e numeri romani più piccoli riferiti alla conta dei giorni mancanti al successivo riferimento (per una descrizione dettagliata, vedi oltre), ed inoltre anche i nomi delle principali feste e celebrazioni, come si vede nel particolare che segue. Quando Cesare allungò la durata di alcuni mesi, tali giorni aggiuntivi furono posti in coda, e designati tutti fasti, per non creare ulteriori complicazioni. |
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Nel frattempo, la comunità ebraica, formata dalla popolazione di schiavi deportati a Roma dalla Palestina, seguiva un calendario lunare che suddivideva i cicli di 28 giorni in periodi di sette. Un po' alla volta, anche i romani cominciarono ad indicare i giorni con sette nomi diversi. Ciò divenne un uso consolidato nel I secolo aC, anche se il concetto di "settimana" come entità di tempo ben definita fu introdotta solo nella prima metà del IV secolo d.C. con l'imperatore Costantino I.
I nomi latini dei giorni della settimana furono scelti in base ai pianeti conosciuti a quei tempi; secondo il sistema tolemaico tutti, incluso il Sole, ruotavano attorno alla Terra.
Si presti attenzione a come il giorno con cui si apriva la settimana romana coincideva con la festa ebraica di Shabbath, il biblico "settimo giorno" nel quale Dio si era riposato, e nel quale per nessun credente era quindi lecito svolgere alcuna attività lavorativa. I romani non riposavano il sabato, ma il loro dies Saturnii corrispondeva alla festività ebraica, come dimostra l'altro nome con cui questo giorno veniva chiamato, dies Sabbati ("giorno del Shabbath", ovvero "giorno dell'interruzione del lavoro"). |
calendario astrologico con i giorni della settimana in forma di divinità, riconoscibili dai loro attributi simbolici:
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Invece la sequenza dei giorni, secondo lo storico Cassio Dione, vissuto a cavallo tra il II e il III secolo, avrebbe un'origine egizia, e si sarebbe poi diffusa anche alla cultura romana. Per comprenderne il criterio si deve tenere conto della serie dei pianeti secondo le conoscenze dell'epoca (sistema tolemaico). Dal pianeta più distante dalla Terra a quello più vicino, la sequenza era:
Saturno - Giove - Marte - Sole - Venere - Mercurio - Luna
Lo stesso storico spiegava la sequenza dei giorni con due tipi di schema:
- cominciando col pianeta più lontano, Saturno (sabato), e saltando ogni volta due pianeti, si hanno in sequenza il Sole (domenica), poi la Luna (lunedì), poi Marte (martedì), quindi Mercurio (mercoledì), Giove (giovedì), infine Venere (venerdì), per poi ricominciare da Saturno;
- abbinando alle 24 ore del giorno uno dei pianeti, la 1ª ora è assegnata a Saturno (sabato), la 2ª a Giove, la 3ª a Marte, e così via, ricominciando all'8ª ora con Saturno, la 9ª con Giove, e via dicendo, finché la 24ª ora è assegnata a Marte. Il giorno successivo, quindi, avrà la 1ª ora assegnata al Sole. Proseguendo questo schema, il terzo giorno avrà la 1ª ora assegnata alla Luna, il quarto a Marte, il quinto a Mercurio, il sesto a Giove e l'ultimo giorno a Venere. La sequenza, quindi, sarebbe quella della prima ora di ciascun giorno, indicata in giallo nella tabella a destra.
1º giorno 2º giorno 3º giorno 4º giorno 5º giorno 6º giorno 7º giorno 1ª ora Saturno Sole Luna Marte Mercurio Giove Venere 2ª ora Giove Venere Saturno Sole Luna Marte Mercurio 3ª ora Marte Mercurio Giove Venere Saturno Sole Luna 4ª ora Sole Luna Marte Mercurio Giove Venere Saturno 5ª ora Venere Saturno Sole Luna Marte Mercurio Giove 6ª ora Mercurio Giove Venere Saturno Sole Luna Marte 7ª ora Luna Marte Mercurio Giove Venere Saturno Sole 8ª ora Saturno Sole Luna Marte Mercurio Giove Venere ... ... ... ... ... ... ... ... 24ª ora Marte ⤴ Mercurio Sole Venere Saturno Sole Luna
Solo dopo vari secoli, quando a Roma il Cristianesimo si era già affermato come religione principale, la domenica divenne la festività ufficiale della settimana e, rinominata dies Dominicus ("giorno del Signore"), rimpiazzò il sabato ebraico, che finì al termine della serie.
La cosa più sorprendente del calendario romano, però, era il modo in cui i giorni venivano conteggiati nell'ambito di ciascun mese. Infatti non erano semplicemente numerati, come si usa fare oggi, e richiedevano un calcolo assai poco pratico.
Ogni mese aveva tre "giorni fissi", ai quali si dava un nome specifico:
Il nome Idus viene dal verbo iduare, cioè "dividere", col significato di "giorno centrale di ciascun mese".
I giorni immediatamente precedenti e successivi alle suddette date erano definiti rispettivamente pridie e postridie. Tutti gli altri venivano definiti come il numero di giorni che mancavano alla "data fissa" seguente, usando la complicata espressione ante diem + numero dei giorni mancanti + il primo giorno fisso che seguiva.
Per esempio, il 9 settembre sarebbe stato ante diem quintum Idus Septembres ("quinto giorno prima delle Idi di settembre"), abbreviato: A.D. V ID. SEP.
Un altro esempio è il 25 maggio, che sarebbe stato ante diem octavum Kalendas Iunias ("ottavo giorno prima delle Calende di giugno"), abbreviato: A.D. VIII KAL. IUN., e così via.
La forma postridie non era usata tanto quanto pridie, venendo sostituita spesso con la forma generale ante diem: il 6 dicembre avrebbe potuto essere espresso tanto con postridie Nonas Decembres ("il giorno successivo alle None di dicembre") quanto, frequentemente, con ante diem octavum Idus Decembres ("ottavo giorno prima delle Idi di dicembre"), abbreviato: A.D. VIII ID. DEC.
La tabella seguente mostra il calendario di un intero anno imperiale romano (calendario Giuliano, dopo le modifiche di Ottaviano).
Ogni mese aveva tre "giorni fissi", ai quali si dava un nome specifico:
- Kalendae, il 1° giorno di tutti i mesi
- Nonae, il 5° giorno (ma il 7° giorno a marzo, maggio, luglio e ottobre)
- Idus, il 13° giorno (ma il 15° giorno a marzo, maggio, luglio e ottobre)
Il nome Idus viene dal verbo iduare, cioè "dividere", col significato di "giorno centrale di ciascun mese".
I giorni immediatamente precedenti e successivi alle suddette date erano definiti rispettivamente pridie e postridie. Tutti gli altri venivano definiti come il numero di giorni che mancavano alla "data fissa" seguente, usando la complicata espressione ante diem + numero dei giorni mancanti + il primo giorno fisso che seguiva.
Per esempio, il 9 settembre sarebbe stato ante diem quintum Idus Septembres ("quinto giorno prima delle Idi di settembre"), abbreviato: A.D. V ID. SEP.
Un altro esempio è il 25 maggio, che sarebbe stato ante diem octavum Kalendas Iunias ("ottavo giorno prima delle Calende di giugno"), abbreviato: A.D. VIII KAL. IUN., e così via.
La forma postridie non era usata tanto quanto pridie, venendo sostituita spesso con la forma generale ante diem: il 6 dicembre avrebbe potuto essere espresso tanto con postridie Nonas Decembres ("il giorno successivo alle None di dicembre") quanto, frequentemente, con ante diem octavum Idus Decembres ("ottavo giorno prima delle Idi di dicembre"), abbreviato: A.D. VIII ID. DEC.
La tabella seguente mostra il calendario di un intero anno imperiale romano (calendario Giuliano, dopo le modifiche di Ottaviano).
Erano poi seguiti dal nome del mese, usato come un aggettivo, concordandolo col "giorno fisso" per genere, numero e caso (cioè, femminile plurale in caso accusativo o ablativo). |
L'antico sistema calendariale andò estinguendosi nel corso del Medioevo. Uno degli ultimi esemplari lo si può vedere presso un'antica chiesa di Roma, i Santi Quattro Coronati, dove un vano che dà accesso all'annesso monastero ha le pareti coperte da affreschi del XIII secolo (qui a destra), ancora in parte visibili, raffiguranti un calendario religioso nel quale i giorni sono segnati con le lettere dalla A alla H, vengono calcolati in Kalendae, Nonae e Idus, ma in luogo delle festività pagane dei vecchi fasti vi si leggono i nomi dei santi a cui i rispettivi giorni erano dedicati. | calendario religioso affrescato (XIII sec.), presso i Santi Quattro Coronati |
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la presente pagina è stata creata in data
PRIDIE KALENDAS MARTIAS · ANNO MMDCCLIII AB URBE CONDITA
(29 febbraio 2000)