I parte - il lato settentrionale

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Da piazza Fiume, si possono fare un paio di deviazioni per raggiungere due siti antichi di interesse storico. Coloro che preferiscono continuare l'itinerario delle mura possono saltare questi paragrafi.

Da piazza Fiume si segua via Calabria; al primo incrocio si gira a sinistra, lungo via Collina, che conduce a piazza Sallustio. Qui, svariati metri al di sotto dell'attuale livello stradale, si vede un'aula romana con un'alta volta. Questi resti [rif. pianta g] facevano parte del complesso degli Orti Sallustiani, un giardino pubblico che comprendeva padiglioni, templi, statue e perfino un piccolo ippodromo. Prendevano il nome dal tribuno e storico Sallustio (I secolo aC) che ne aveva patrocinato lo sviluppo. A quei tempi questo luogo si trovava fuori della città, all'esterno del circuito delle mura serviane (non essendo ancora state costruite quelle aureliane). L'obelisco romano ora alla sommità della famosa scalinata di piazza di Spagna in origine venne trovato qui, così come pure alcune famose statue, ora nel Museo Nazionale Romano e nei Musei Capitolini.
Sfortunatamente l'aula non è aperta al pubblico e se ne può solo ammirare la muratura esterna dalla piazza.

i resti degli Orti Sallustiani →

Tornati in piazza Fiume, la seconda deviazione è lungo via Salaria: a circa 350 metri dalla piazza, sul lato sinistro (occidentale)) si incontra un grosso sepolcro di forma cilindrica  [rif. pianta h], ora circondato da palazzi, coperto da un cono di terreno, dove probabilmente erano piantati alberi ed altra vegetazione, secondo lo stile tipico dei mausolei che accoglievano le ceneri di alte personalità. Fu rinvenuto qui nel 1887, durante dei lavori. La sua posizione ribassata dà un'idea di quanto il piano stradale in epoca antica fosse situato ad un livello assai inferiore a quello attuale.
L'iscrizione della grande targa marmorea sul lato del monumento che guarda in direzione della via Salaria indica il nome dei titolari, Marco Lucilio Peto, ufficiale militare col duplice grado di tribunus militum (tribuno dei soldati) e praefectus e sua sorella Lucilia Polla. Risale alla fine del I secolo aC.


← il mausoleo di Lucilio Peto e l'iscrizione col suo nome ↑

Da piazza Fiume, proseguendo lungo il muro, continuiamo a seguirne il lato esterno; subito si giunge ad una grande lapide commemorativa fronteggiata da un'alta colonna [rif. pianta i], a ricordo di un evento storico che diede alla storia moderna di Roma una piega decisiva.
Proprio in questo punto il 20 settembre 1870 le truppe italiane, che stavano assediando l'ultima città rimasta ancora sotto il dominio del papa, riuscirono ad aprire un varco nel secolare muro romano, la cosiddetta breccia di Porta Pia. L'ingresso dei Bersaglieri, accolto con gioia da gran parte della popolazione, poneva termine al plurisecolare Stato Pontificio e Roma, passata sotto l'amministrazione del regno d'Italia ormai unificato, ne diveniva in brevissimo tempo la capitale.


il sito della breccia di Porta Pia: il monumento attuale ↑
← e il muro ancora in frantumi, in una vecchia foto scattata poco dopo l'evento


Questo evento è sottolineato dall'iscrizione sulla colonna, che termina con le suggestive parole: "...per questa breccia l'Italia rientrò in Roma".


Poco dopo si raggiunge un quarto accesso, Porta Pia [rif. pianta 4], che si presenta come un innesto di età rinascimentale nel muro romano. Il suo aspetto scenografico ricorda quello di Porta del Popolo: infatti fu costruita sotto lo stesso papa Pio IV e chi ne disegnò il progetto fu Michelangelo, che cominciò a lavorarvi nel 1561, ma la sua morte tre anni dopo gli impedì di terminarla.

l'aspetto attuale di Porta Pia dal lato interno (XVI secolo)...
Per il suo completamento si dovette attendere il 1869, quando Virginio Vespignani, in parte seguendo il disegno originale, ne alzò la facciata esterna, arricchendola su richiesta di Pio IX con le statue di Sant'Agnese e Sant'Alessandro, recanti rispettivamente i motti DECORA E PROMUOVE e DECORA E PROTEGGE.


...e da quello esterno (XIX secolo)

Lo stesso architetto aveva già lavorato su questa porta nel 1853, due anni dopo che un fulmine l'aveva danneggiata; in occasione di tali precedenti lavori la torre, rimasta incompiuta, era stata sostituita da un alto prospetto ornato da un affresco della Madonna col Bambino. Il dipinto, danneggiato nell'assedio del 1870, fu sostituito circa mezzo secolo dopo con un mosaico dello stesso soggetto.

Dal lato interno, sopra il fornice si trova un'iscrizione che ricorda come Pio IV fece costruire quest'opera dopo aver chiuso la vicina Porta Nomentana e aver condotto fino a questo punto strada Pia (l'attuale via Venti Settembre), la cui direzione ricalcava quella dell'antica via romana chiamata Alta Semita. Ancora più in alto c'è un magnifico stemma dei Medici, a cui lo stesso papa apparteneva, retto da una coppia di angeli che impugnano la spada (con riferimento al suo nome, Angelo Medici). Nella parte più alta del prospetto, invece, è affisso lo stemma di Pio IX, che fece ristrutturare questa parte della porta e completarne l'esterno.

← l'iscrizione sul fornice dal lato interno

La doppia decorazione ai lati dello stemma, dalla forma di un disco concavo avvolto da una fascia nella metà superiore, si dice rappresenti un espediente di Michelangelo per sottolineare l'appartenenza del papa non al ramo maggiore (fiorentino) dei Medici, bensì a quello minore milanese, e di appartenenre ad una famiglia di barbieri. I due simboli pertanto raffigurerebbero un catino e un asciugamano, due utensili collegati a quest'attività.
La merlatura in alto, invece, potrebbe aver avuto una funzione più decorativa che pratica.
Porta Pia non è più in diretto collegamento con le mura aureliane; agli inizi del XX secolo alla sua destra e alla sua sinistra furono aperti ampi varchi per agevolare il flusso del traffico.

Porta Pia prima dell'intervento di Vespignani; il fornice esterno era
in continuità con le mura e la torre incompiuta era ancora al suo posto

I lati interno ed esterno della porta sono collegati da un fabbricato le cui sale, un tempo uffici di dogana, sono state trasformate in un museo dedicato alla presa di Roma del 1870. Anche un monumento nel centro della piazza antistante la porta ricorda i Bersaglieri che furono artefici dell'assedio.
Ancora oggi questo punto è un'importante snodo per il traffico che da nord-est si dirige verso i rioni centrali.



Da Porta Pia nasce l'antica strada consolare romana chiamata via Nomentana (dal nome latino del piccolo centro che raggiungeva, Nomentum, ora Mentana (vedi la mappa degli antichi dintorni di Roma). Prima che questa porta fosse edificata, la stessa via passava per la più piccola Porta Nomentana [rif. pianta 5] (cfr. la veduta aerea in basso). L'apertura di Porta Pia probabilmente incentivò il traffico di merci provenienti a Roma da nord-est, che era cresciuto in seguito al rapido espandersi di Roma nella seconda metà del Cinquecento.

Dal lato interno della porta, un interessante complesso moderno (1971) ad opera dell'architetto Basil Spencer ospita l'Ambasciata Britannica.

il monumento ai Bersaglieri

Ancora un po' più avanti, costeggiando il muro, si raggiunge la suddetta Porta Nomentana [rif. pianta 5], una modesta posterula situata lungo l'antico percorso della via Nomentana, il cui punto di origine era un tempo Porta Collina, oggi scomparsa, facente parte della cinta muraria serviana, più arcaica.
Nel medioevo Porta Nomentana fu chiamata anche Porta Sant'Agnese, in quanto il sepolcro della santa è situato a circa 2.5 km dalle mura, lungo via Nomentana.

Porta Nomentana (a sin.) appena riconoscibile e il torrione
Quando fu costruita Porta Pia e il percorso della strada consolare fu raddrizzato, questo passaggio divenne completamente obsoleto; non fungendo più da ingresso alla città, venne murato per motivi di sicurezza. Il suo semplice fornice, fiancheggiato da un torrione semicircolare ancora esistente, si riconosce a malapena dalla differente trama del laterizio. L'altro torrione, che sorgeva simmetricamente al primo a sinistra della porta, fu demolito all'inizio del XIX secolo, al fine di condurre gli scavi di una tomba romana che era stata rinvenuta presso la base.
Si noti come a differenza di Porta Pinciana (descritta a pagina 2) e altre porte maggiori, Porta Nomentana non aveva alcun rivestimento in pietra bianca.
Dietro il fornice murato oggi si estende l'Ambasciata Britannica.

Proseguendo lungo l'ampia strada, che da questo punto prende il nome di viale del Policlinico, una torre con finestre segna il punto dove le mura Aureliane si congiungevano al Castro Pretorio.

A meno che non si voglia proseguire lungo le mura, al primo incrocio si svolti a destra, lungo viale di Castro Pretorio: qui termina la prima parte del giro. Più giù sulla sinistra si noterà un grande complesso moderno, la Biblioteca Nazionale.
Davanti all'ingresso alla biblioteca si trova la stazione della metropolitana di Castro Pretorio (linea B).