~ Roma leggendaria ~
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le madonnelle prodigiose



madonnella in via del Leoncino
Per i romani, le madonnelle sono le piccole edicole a muro affisse agli angoli dei palazzi antichi. Se ne contano ben oltre 500, distribuite soprattutto nel centro storico, ma un tempo erano migliaia, secondo quanto risulta da un censimento condotto nel XIX secolo.
Gran parte di esse sono dedicate alla Madonna, dalla quale presero il nome, ma qualcuna raffigura anche altri soggetti sacri.
L'uso di applicare le madonnelle all'esterno dei palazzi, soprattutto ai cantoni, affonda le radici nel costume degli antichi romani di costruire piccoli altari pubblici dedicati ai lares compitales, le divinità tutelari pagane che proteggevano gli incroci.

madonnella in via Sistina

Quasi tutte quelle superstiti risalgono ad un periodo compreso fra il XVII e il primo XIX secolo, quindi hanno per lo più forme barocche o neoclassiche.

madonnelle in vicolo della Minerva e (più a distanza) in via della Pigna
Qualcuna è moderna (1900-1950), mentre quelle che hanno oltre tre secoli di vita sono davvero poche.

La piccola immagine (dipinta, o a mosaico, o realizzata a rilievo in marmo, terracotta, legno, ecc.) è racchiusa entro una cornice decorativa, a volte così vistosa da colpire lo sguardo più della stessa immagine.
Molte sono coperte da un baldacchino in metallo, oppure sono incassate in una struttura a forma di tempietto, con una lanterna o un sostegno per una candela; alcune hanno anche una mensola per poggiare i fiori davanti ai personaggi ritratti.

madonnella in piazza di Tor Sanguigna

Attorno alle madonnelle più venerate sono appesi al muro o poggiati presso l'immagine anche degli ex voto; spesso hanno la forma di cuori d'argento.

Al giorno d'oggi questi altarini sono vittime dell'incuria e col passare del tempo molti dei loro dipinti si sono anneriti, al punto che di alcuni è difficile persino riconoscere il soggetto. Ma fino ai primi del '900 erano tenuti in altissima considerazione dagli abitanti del quartiere, le cui offerte venivano impiegate per la regolare manutenzione e per mantenere sempre accese davanti ad essi candele e lampade. Ecco quindi che la funzione delle madonnelle si rivelava non solo religiosa ma anche di pubblica utilità. Infatti fino al volgere del XX secolo l'illuminazione notturna delle strade di Roma era davvero molto scarsa: se non fosse stato per il tenue bagliore delle candele e delle lampade di queste edicole, molte delle vie e vicoli dei rioni sarebbero rimasti completamente al buio.

Come a molte altre immagini e statue di soggetto religioso, anche ad alcune madonnelle vennero attribuiti dei fatti prodigiosi. Di solito si trattava di strane ed improvvise guarigioni di persone malate, ma alcune di esse furono implicate in eventi soprannaturali, le cui storie sono abbastanza curiose.

madonnella in via dell'Umiltà
In tali casi le immagini venivano spesso rimosse dal loro sito originario all'aria aperta e sistemate nelle cappelle delle chiese più vicine, per dare loro una collocazione più dignitosa, ma soprattutto per evitare che le strette strade venissero congestionate dall'enorme ressa di fedeli adoranti.

← l'altissima madonnella ad
un angolo di via del Pellegrino
elegante madonnella →
presso la Fontana di Trevi

Fra le madonnelle prodigiose è quella chiamata "Madonna della Lanterna", che una volta era affissa alla base del campanile di San Giovanni Calibita, sull'Isola Tiberina; nel 1577, durante uno straripamento che ricoprì del tutto l'isola (compresa l'edicola sacra), si narra che una piccola lanterna davanti all'immagine rimase accesa sott'acqua.
Il dipinto venne perciò trasferito all'interno della chiesa, e alla base del campanile l'originale venne sostituito con una copia.

È poi piuttosto ampia la casistica di madonnelle danneggiate oppure offese da passanti, con conseguente evento prodigioso.


Santa Maria della Pace
In un anno imprecisato fra il XVI e il XVII secolo, in vicolo delle Palle (presso via Giulia) un giocatore di bocce, infuriato per la sconfitta, ne scagliò una contro un piccolo affresco della Madonna, lasciandovi un segno sotto l'occhio destro. In quell'istante il braccio del giocatore rimase paralizzato. Riprese a muoversi 40 giorni dopo, quando l'uomo si pentì del suo gesto. In seguito al prodigio l'immagine fu rimossa dalla strada e collocata in una cappella della vicina chiesa di San Giovanni de' Fiorentini.


In due altri casi simili, madonnelle furono colpite da giocatori d'azzardo in preda all'ira, e le immagini, si dice, sanguinarono. Una di esse, originariamente in via di Parione, venne trasportata nella chiesa di Santa Maria in Vallicella (comunemente nota come Chiesa Nuova).
L'altra una volta si trovava presso Sant'Andrea degli Acquaricciari, alle spalle di piazza Navona, e l'evento impressionò papa Sisto IV (1471-84) a tal punto che fece interamente ricostruire la vecchia chiesa, rinominandola Santa Maria della Pace, dove quest'immagine è ancora oggi venerata (cfr. anche i 22 Rioni, Ponte).
Un'altra chiesa cambiò nome a causa di un'immagine miracolosa. Il dipinto di una Madonna col Bambino si trovava una volta sotto un portico nella via Arco de' Cenci, presso il ghetto ebraico. Il 10 gennaio del 1546 in quel luogo due uomini stavano azzuffandosi; uno dei due stava per pugnalare l'avversario, quando quest'ultimo implorò pietà in nome della Vergine. L'uomo ripose il coltello, ma l'avversario lo colse di sorpresa e a tradimento lo uccise. A fronte del vile delitto, l'immagine della Madonna avrebbe pianto lacrime autentiche, testimoniate dalla folla che nel frattempo si era radunata, e per tale ragione il dipinto venne trasferito nella vicina chiesa di San Salvatore de Cacabariis. Quest'ultima venne ricostruita circa un secolo dopo, e rinominata Santa Maria del Pianto a seguito dell'evento.
l'immagine in Santa Maria del Pianto

la madonnella di via Mario de'Fiori,
copia della Madonna dell'Archetto
Ma il prodigio più strano e più famoso ebbe luogo nel 1796, e venne simultaneamente operato da svariate madonnelle. A partire dal 9 di luglio, per una durata di circa tre settimane, alcune delle immagini della Madonna situate in diversi punti di Roma cominciarono a muovere gli occhi.
In quei giorni lo Stato Pontificio era minacciato dalle armate francesi, e la popolazione, che temeva un'invasione, facilmente interpretò questo evento soprannaturale come un cattivo presagio, confermato circa due anni dopo quando Roma venne effettivamente presa dalle truppe di Napoleone.

Secondo le descrizioni che vennero ufficializzate dall'inchiesta avviata dalle autorità religiose, in alcuni casi il movimento degli occhi avveniva da destra a sinistra, in altri era verticale.

Ciò che sorprende è che lo strano accadimento occorse svariate volte, per diversi giorni, sebbene alcune volte in maniera più evidente di altre, e che vi assistettero folle di persone. Molti dei testimoni erano probabilmente sotto l'effetto della suggestione; anche il caldo di luglio e l'ottimo vino di Roma probabilmente fecero la loro parte nell'aiutare il fenomeno a manifestarsi. Ma qualcuno si mostrò tanto lucido da salire su una scala e misurare con un compasso l'ampiezza del movimento. In alcuni casi, mentre il prodigio era in corso, il vetro che ricopriva queste immagini veniva rimosso per evitare che un semplice riflesso della luce potesse essere confuso col movimento degli occhi.
Ovviamente c'erano anche molti scettici, che se la ridevano all'idea di un dipinto che muove lo sguardo.
Tuttavia le prime indagini ufficiali svolte dalle autorità religiose confermarono quanto descritto dalla folla; non tutte si conclusero, perché quando i Francesi presero Roma le inchieste vennero sospese.

una funzione in corso nella cappella della Madonna dell'Archetto →


la Madonna dell'Archetto
Le madonnelle che la Chiesa di Roma ufficialmente riconobbe aver mosso gli occhi sono le seguenti.
  • La Madonna dell'Archetto, in origine situata sotto un arco in uno stretto vicolo tra via di San Marcello e via dell'Archetto, non lontano da piazza di Trevi. Fu la prima madonnella ad aver mosso gli occhi. Verso la metà del XIX secolo venne costruita una minuscola ma ornatissima cappella stradale per ospitare quest'immagine. La cappella è raggiungibile dalla via di San Marcello, e rimane aperta solo durante le funzioni religiose, che vi si tengono ad orari regolari.
    Una copia di questa madonnella la si può vedere in via Mario de' Fiori, appena prima di piazza di Spagna, dove papa Pio VI la fece affiggere dopo l'evento.
  • Non lontano dalla Madonna dell'Archetto è la Madonna della Pietà, in vicolo delle Bollette, più vicino ancora alla Fontana di Trevi. Anche questo dipinto è abbastanza ben conservato. Nell'iscrizione latina della targa sottostante si legge: "il 9 luglio 1796 ella posò i suoi occhi sui loro cuori, mostrando loro la grandezza delle sue opere".

  • La Madonna del Rosario in via dell'Arco della Ciambella, dietro il Pantheon. Ciò che rende curioso il sito di questa edicola è un frammento delle scomparse Terme di Agrippa, il cui unico resto è un muro arcuato che si intravede da dietro i palazzi sulla strada. Il dipinto, però, non è più quello originale, poiché nel tardo '800 la famiglia dei proprietari si trasferì lontano da Roma e portò via con sé l'immagine sacra, che fu più tardi sostituita con una copia.

la Madonna della Pietà

la Madonna della Provvidenza

la Madonna Addolorata
  • La Madonna Addolorata è in piazza del Gesù, alle spalle di piazza Venezia; venne trasferita qui verso la fine del XIX secolo, con tutta la sua cornice ovale, a seguito delle profonde trasformazioni urbanistiche subite dal rione Sant'Eustachio, dove in origine era situata.

  • La Madonna della Provvidenza, sull'angolo di via delle Botteghe Oscure adiacente a largo di Torre Argentina, è di certo una di quelle più famose, con due targhe le cui iscrizioni ricordano l'evento, mentre il dipinto è circondato da ex voto, lasciati nel tempo dai fedeli.

Negli stessi giorni in cui le anzidette madonnelle (e forse altre ancora) continuavano a muovere gli occhi, un'altra situata in via Baccina, appena dietro le rovine del Foro di Augusto, fece rifiorire dei fiori secchi, che rimasero freschi per qualche mese ancora.
Il dipinto versa ora in pessime condizioni; le sue decorazioni originali, di cui si conosce la forma grazie ad illustrazioni del XVIII secolo, sono andate perdute, rimpiazzate da una semplicissima cornice di marmo. Nella targa sottostante vi si legge testualmente:

LA SANTITÀ DI N·S·PIO VI·
CON INDULTO DEL DÌ XVIII FEBRAIO MDCCXCVII
CONCEDE A TUTTI LI FEDELI
DELL'UNO E DELL'ALTRO SESSO
INDULGENZA DI DUECENTO GIORNI
APPLICABILE ANCORA ALLE ANIME DEL PURGATORIO
OGNI VOLTA CHE DIVOTAMENTE
E CON IL CUOR ALMEN CONTRITO
RECITERANNO LE LITANIE DELLA B.MA VERGINE
AVANTI QUESTA SAGRA IMMAGINE

la madonnella in via Baccina


la madonnella in Borgo Pio

Invece la piccola edicola a Borgo Pio fu tra quelle che non ricevettero un riconoscimento ufficiale per aver mosso gli occhi. Ma la targa in basso, datata 1797, offre ai fedeli gli stessi benefici di quella precedente: è probabile che Pio VI fosse convinto della natura prodigiosa anche di questa madonnella. Ce lo ricorda Giuseppe Gioachino Belli in uno dei suoi sonetti satirici a proposito di un episodio analogo che ebbe luogo nel 1835 coinvolgendo, tra le altre, anche anche la madonnella di Borgo; in una nota l'autore paragona l'accaduto ai fatti del 1796, di cui il popolo evidentemente conservava ancora viva la memoria:

« Già nel tempo della repubblica francese in Roma fu creduto da infiniti fanatici di vedere le Madonne delle pubbliche vie aprir gli occhi, girarli e versar lagrime. Nel 1835, avvicinandosi il cholera al nostro Stato [lo Stato Pontificio], alcuni o creduli o impostori cominciarono a sparger voce della rinnovazione di un tanto miracolo.»
Essendo fortemente critico verso simili "prodigi", nel sonetto Belli ventila con ironia che sullo scalpore suscitato da questi fatti tra i fedeli la Chiesa avrebbe speculato, rendendoli una fonte di introiti.



SEMO DA CAPO

Currete, donne mie; currete, donne,
A ssentì la gran nova c'hanno detto:
Ch'a la Pedacchia, ar Monte e accanto ar Ghetto
Arïoprono l'occhi le Madonne.

La prima nun ze sa, ma j'arisponne
Quella puro de Borgo e de l'Archetto.
Dunque dateve, donne, un zercio in petto,
E cominciate a dì crielleisonne.

Oh dio! che sarà mai st'arïuperta
Doppo trentasei anni e e mesi d'ozzio?
Battaje, caristìe, ruvina certa.

Se troveno però cert'indiscreti
Che vanno a bisbijà che sto negozzio
È un antro butteghino de li preti.
17 novembre 1835

SIAMO DA CAPO

Correte, donne mie; correte, donne,
Ad apprendere la gran notizia che è stata data:
Che a via della Pedacchia, al Monte e presso il Ghetto 1
Riaprono gli occhi le Madonne.

Non si sa chi sia stata la prima, ma fanno lo stesso
Anche quella di Borgo e dell'Archetto.
Dunque, donne, percuotetevi il petto 2,
E cominciate a recitare il Kyrie Eleison 3.

Oh dio! Cosa vorrà mai dire questa riapertura 4
Dopo trentasei anni e rotti di inattività?
Certamente battaglia, carestie, rovina.

Ci sono però alcuni indiscreti
Che mormorano in giro che questo affare
È un altro modo dei preti per far soldi.


1. - Via della Pedacchia era il nome di via Giulio Romano prima del 1870, poi scomparsa (per maggiori dettagli si veda la pagina relativa di la Roma Perduta di Ettore Roesler Franz, nella sezione C'era una volta a Roma...). Il Monte di Pietà è il banco dei pegni pubblico istituito da Paolo III nel 1539, a cui Clemente VIII sul finire del '500
diede sede definitiva nella piazza omonima, nel rione Regola.
Il ghetto era l'area entro cui gli ebrei di Roma furono
costretti a risiedere dal 1555 al 1870, nel rione Sant'Angelo
(per maggiori dettagli si veda la sezione Curiosità Romane).
2. - Letteralmente "datevi un sasso in petto".
3. - "Signore, pietà".
4. - Riapertura degli occhi.