~ monografie romane ~

Obelischi

III parte


OBELISCHI ROMANI

12 · OBELISCO AGONALE

nomi alternativi: obelisco di Domiziano, obelisco panfilio

In uno dei luoghi più conosciuti di Roma, piazza Navona, un obelisco si erge sulla base più nobile che un monumento abbia mai avuto la fortuna di possedere: la celebre Fontana dei Fiumi, uno dei capolavori della scultura barocca di Gian Lorenzo Bernini (cfr. Curiosità Romane pagina 3 per i dettagli).

veduta d'insieme dell'obelisco sulla
famosa Fontana dei Fiumi di Bernini
Nonostante la somiglianza con le guglie precedenti, il monumento fu realizzato in loco, inclusi i geroglifici che lo ornano, verso la fine del I secolo dC, ad imitazione di quelli che erano stati trasportati a Roma dalla colonia nordafricana.
L'obelisco misura in altezza 16.54 metri e con la sua celebre base raggiunge i 30.17 m. Fu scolpito utilizzando del granito proveniente dall'Egitto. Lo fece realizzare l'imperatore Domiziano (81-96), il cui nome è menzionato sul fusto come "immagine vivente di Ra". Un tempo ornava il cortile dell'Iseo-Serapeo (descritto a pagina 2). Nel 311 l'imperatore Massenzio trasferì l'obelisco al circo (ippodromo) che faceva parte della sua tenuta privata suburbana, situata fuori città, al terzo miglio della via Appia, dove avevano luogo corse con i carri.

i geroglifici furono incisi a Roma e qualcuno
di essi ha una forma un po' fantasiosa


Anticamente anche piazza Navona era uno stadio, edificato sempre da Domiziano (81-96) per ospitare competizioni di atletica, i ludi agonales, donde il toponimo agonale con cui anticamente era indicato questo luogo.

il Circo di Massenzio a metà del Cinquecento: l'obelisco giaceva in pezzi al centro dell'arena
Dopo la caduta dell'Impero Romano entrambi gli stadi caddero in uno stato di abbandono, finché scomparvero. L'arena dello stadio agonale, per secoli rimasto un semplice spiazzo aperto, dalla fine del Quattrocento cominciò a trasformarsi nell'attuale piazza. Quando alla metà del Seicento Bernini vi realizzò la sua celebre fontana, decise di innalzarvi sopra l'obelisco, che all'epoca giaceva spezzato tra le rovine del circo di Massenzio. Il suo restauro richiese l'integrazione di alcuni pezzi mancanti, per i quali fu usata la stessa pietra.
La scelta del monumento non fu un semplice capriccio di Bernini: la guglia avrebbe dovuto rappresentare un riferimento tanto alle arene sportive della Roma antica quanto a Domiziano, che era stato committente sia dello stadio che dell'obelisco.
Sul pyramidion l'imperatore romano appare seduto in veste di faraone, fiancheggiato da due divinità egiziane (diverse su ciascuno dei quattro lati); sul lato settentrionale e occidentale Domiziano indossa la doppia corona dell'Alto e Basso Egitto, mentre sui rimanenti due lati indossa quella bianca (Alto Egitto, lato est) e rossa (Basso Egitto, lato sud).
L'elemento di bronzo sopra l'obelisco, invece, raffigura una colomba con un ramoscello di ulivo nel becco: è l'impresa araldica dei Pamphilj, la famiglia di Innocenzo X, committente dell'opera di Bernini, da cui questa guglia prende il suo nome alternativo. Le iscrizioni seicentesche alla base dell'obelisco, ora divenute pressoché illegibili, lo descrivono erroneamente come un obelisco portato a Roma da Caracalla e fissano la sua collocazione sulla fontana al 1651.

il Circo di Massenzio ai nostri giorni

↑ il pyramidion dell'obelisco che raffigura Domiziano

l'impresa dei Pamphilj sulla sommità del monumento →



13 · OBELISCO SALLUSTIANO

nome alternativo: obelisco lunare


l'obelisco in cima alla scalinata di piazza di Spagna
Un altro obelisco romano simil-egizio è quello in cima alla famosa scalinata di piazza di Spagna, di fronte alla chiesa di Trinità dei Monti. Misura 13.9 m , e poggia su una base alta tanto quanto la guglia stessa (in totale il monumento raggiunge i 30.45 m). È detto obelisco sallustiano perché proviene dagli Orti Sallustiani (dedicati al tribuno e storico Sallustio, I secolo aC), dove fu fatto erigere probabilmente da Aureliano (270 c.ca) a decorazione del locale ippodromo (Circus Sallustianus).
Lì, dopo la caduta dell'Impero Romano, cadde e si ruppe in due pezzi. Un'opera del primo Quattrocento lo cita come giacente in un canneto fuori di Porta Salaria.
Sisto V aveva in mente di farlo trasferire presso l'area accanto alle Terme di Diocleziano, ma la morte gli impedì di intraprendere questo progetto.
Nel Seicento i Ludovisi divennero proprietari del vasto terreno su cui giacevano i frammenti della guglia. Circa un secolo dopo (1722) il monumento spezzato fu donato a papa Clemente XII.
Dopo il restauro fu trasferito presso San Giovanni in Laterano, la cattedrale romana. Ma le dimensioni assai modeste stridevano con la mole imponente dell'obelisco lateranense, che già si trovava lì, rendendo inadatto il suo collocamento in quel luogo. Per cui la piccola guglia fu semplicemente accantonata per un altro mezzo secolo, prima del suo trasferimento in due parti al sito attuale, ad opera di papa Pio VI, avvenuto il 18 e il 20 aprile 1789.

L'elemento sommitale raffigura un giglio sormontato da una stella, raccordati da una minuscola pigna; il fiore è l'impresa araldica del re di Francia, che finanziò la costruzione di Trinità dei Monti, la chiesa davanti a cui si erge l'obelisco.
Lungo il fusto ha geroglifici di fattura un po' rozza, che in epoca romana vennero copiati da quelli dell'obelisco egizio del Circo Massimo (ora in piazza del Popolo, cfr. pagina 1); ma lo scalpellino, ignorando il loro significato, ne scolpì qualcuno capovolto!
Nei secoli passati si riteneva erroneamente che l'obelisco avesse una qualche relazione col culto lunare, ed era detta perciò "guglia della luna".
Il suo basamento fu rinvenuto solo nel 1843. Nel 1926, all'inizio della dittatura fascista, fu collocato sul Campidoglio, tra Palazzo senatorio e la chiesa dell'Aracoeli, come ara ai caduti della marcia su Roma. Caduto il regime, si provvide a sistemarlo dov'è adesso, ma capovolgendolo, così da cancellarne qualsiasi significato politico.

(↑ in alto) l'elemento sommitale;
i geroglifici ricopiati (a destra →)
appaiono molto più grossolani
di quelli osservati sugli
obelischi egiziani



14 · OBELISCO PINCIANO

nomi alternativi: obelisco di Antinoo, obelisco adrianeo

Un obelisco assai simile, di epoca romana, si trova nei giardini che ricoprono il Pincio, al centro di un viale che dalla presenza del monumento si chiama appunto dell'Obelisco. Lo aveva fatto realizzare l'imperatore Adriano nel II secolo in ricordo del suo giovane amante Antinoo, affogato nel Nilo, presso il cui monumento funerario fu innalzata la guglia. Un secolo dopo, attorno al 220, l'imperatore Elagabalo lo spostò, usandolo per ornare la spina nel Circo Variano, uno stadio che faceva parte del complesso imperiale comprendente anche il Sessorium (cioè la residenza imperiale) e l'Anfiteatro Castrense (cfr. Le mura aureliane, II parte pagina 3) e che sorgeva fuori Porta Maggiore, nella località denominata ad Spem Veterem, a sud-est della cinta muraria. Qui cadde e, come le altre guglie, rimase sepolto fino al 1570.

Nel 1632 papa Urbano VIII lo aveva fatto trasportare davanti alla propria residenza di famiglia, il costruendo Palazzo Barberini; ma poiché ostacolava il passaggio delle carrozze, non fu mai innalzato e, nella seconda metà del secolo successivo, i suoi discendenti lo regalarono al papa di allora, Clemente XIV.

← l'obelisco nei giardini del Pincio
Quest'ultimo lo tenne nel Cortile della Pigna (oggi facente parte dei Musei Vaticani), dove rimase fino al 1822, quando un terzo papa, Pio VII, decise di trasferire la guglia nel luogo dov'è ora; in questa circostanza alla base del monumento venne apposto il suo stemma (qui in basso).
L'elemento bronzeo alla sommità può essere riferito a Clemente XIV quanto a Pio VII, poiché i tre monti e le stelle sono presenti nello stemma di entrambi i papi.
La guglia misura 9.25 m e l'altezza del monumento, con base e puntale, raggiunge 17.25 m.

stemma di Pio VII



PICCOLO OBELISCO A VILLA BORGHESE

è un obelisco romano originale?


il piccolo obelisco di Villa Borghese
Nel marzo 2012, mentre passeggiavo per Villa Borghese, sono arrivato per caso ad un minuscolo spiazzo circondato da alberi, situato tra viale del Lago e viale dell'Aranciera, con al centro un piccolo obelisco. Senza contare la base, il monumento è alto circa 3 metri, quindi è più o meno delle stesse dimensioni dei piccoli obelischi egizi provenienti dall'Iseo Campense, descritti a pagina 2. Questo è fatto di granito rosso e ha un fusto liscio, privo di geroglifici o di qualsiasi altra decorazione. Esaminandone la base, però, ho notato quattro solchi disposti in ordine parallelo, ciascuno dei quali con tre fori, come se un tempo fossero stati occupati da placche metalliche, probabilmente con un'iscrizione.
Poiché la parte settentrionale di Villa Borghese si estende sul terreno che un tempo apparteneva a Villa Ludovisi la quale, a sua volta, copriva in parte l'area dove in età imperiale esistevano gli Orti Sallustiani, l'obelisco potrebbe essere una delle decorazioni provenienti dal suddetto sito, come lo è anche l'obelisco sallustiano descritto in precedenza.
i quattro solchi coi fori alla base

Non essendomi stato possibile trovare altre prove a conforto di questa supposizione, né una descrizione del monumento in alcuna delle fonti a mia disposizione, non l'ho incluso nella lista ufficiale degli obelischi antichi.




introduzione
note generali
e storiche

I parte
obelischi
egiziani

II parte
obelischi
dell'iseo·serapeo

IV parte
l'obelisco di Axum
steli moderne