~ monografie romane ~

Obelischi

IV parte


L'OBELISCO DI AXUM

15 · OBELISCO DI AXUM


Fino al novembre 2003 presso l'estremità orientale dell'area del Circo Massimo si ergeva uno degli obelischi antichi più particolari di Roma, realizzato attorno al IV secolo dC. Questa guglia differiva da tutte le altre per il fatto di provenire dall'Etiopia. Ora non è più lì perché nel 2005 è stata ridata alla nazione da cui era stato prelevato, anche se per completare le operazioni di restituzione sono occorsi diversi anni.

una veduta dell'obelisco
prima del 2003
Ai tempi in cui il monumento fu realizzato, la città di Axum dove sorgeva in origine era la capitale di un importante regno, che nel IV secolo fu cristianizzato, sviluppando così rapporti culturali con l'Egitto bizantino.

la falsa porta alla base


decorazioni lungo il fusto
Si sa che in quel periodo esisteva nell'area un certo numero di obelischi simili, molti dei quali si trovano ancora lì (cfr. illustrazioni successive).

Le principali differenze tra i monoliti etiopi e quelli egiziani sono che i primi hanno una sezione rettangolare, con una finta porta scolpita alla base su uno dei lati. È anche uno di quelli di dimensioni maggiori, coi suoi 24 metri di altezza. Ulteriori elementi dalla forma di piccole finestre e motivi circolari ne decorano il fusto fino alla sommità. Queste guglie culminano in un elemento semicircolare, racchiuso da borchie di metallo battuto (che in questo esemplare sono andate perdute): questa struttura forse riproduce una torre proiettata verso il cielo.

la parte sommitale, un tempo
decorata con parti metalliche

Veduta di Axum, dipinto di Henri Salt (1780 - 1827)


← alcuni obelischi ad Axum, nel 2004
  (per gentile concessione di Kokeb Tarekegn)
Quello trasportato a Roma, però, è l'unico di questo tipo ad avere decorazioni su tutti e quattro i lati, due dei quali hanno la finta porta. È anche uno dei più alti che si conoscano, con i suoi 24 metri di altezza.

Diversamente dagli altri obelischi egizi e romani, quello di Axum non è a Roma da molto tempo, in quanto è giunto qui solo nel 1937, durante la campagna coloniale in Africa. La guglia fu collocata davanti all'attuale palazzo della F.A.O., che una volta ospitava il Ministero delle Colonie; quindi lo stesso obelisco era divenuto un simbolo del colonialismo, sebbene dopo la caduta del regime fascista questo significato era ovviamente venuto meno.


Quindi nel marzo 1998, dopo 61 anni, l'obelisco è stato avvolto da ponteggi, in attesa di essere ricondotto nel paese d'origine.



vecchie fotografie del 1937
che mostrano l'obelisco ancora
interrato e il suo trasporto
in blocchi dall'Etiopia (centro)
fino a Roma (in basso), con
Porta San Paolo sullo sfondo

la verifica dei danni
nel maggio 2002 prima
dell'inizio del restauro


In accordo al Trattato di Pace firmato nel 1947, l'Italia avrebbe dovuto restituire all'Etiopia tutte le opere d'arte prelevate durante la guerra dal 1935 in poi, incluso ovviamente il monumento axumita.
Ma nel 2001 un noto esponente dell'allora governo conservatore, contrario a tali patti, fece slittare la prevista restituzione e così le impalcature furono smontate: per altri cinque anni la guglia etiope rimase presso il Circo Massimo.

In questo lasso di tempo, nel maggio del 2002, l'obelisco subì alcuni danni dovuti ad un fulmine abbattutosi sulla sua sommità durante un violento temporale: dall'elemento più alto si staccò un cospicuo frammento.
Fu disposta immediatamente l'opera di restauro, che durò comunque parecchi mesi. Al termine dei lavori, nel dicembre 2003, cominciarono le operazioni di smontaggio in blocchi e dopo poche settimane il monumento non faceva più parte del panorama romano.

Dopo alcune formalità burocratiche, un accurato imballaggio e una lunga attesa in un hangar, l'obelisco di Axum fu finalmente riportato nel suo paese di origine, dove nel 2008 fu nuovamente eretto accanto ad altri monumenti simili.


↑ Roma, marzo 2004: il luogo dove un tempo sorgeva l'obelisco

Axum, novembre 2008: l'obelisco mentre viene innalzato accanto ad un'altra guglia →
(per gentile concessione di Kokeb Tarekegn)






GUGLIE MODERNE
(secoli XIX-XX)


16 · OBELISCHI TORLONIA


l'obelisco davanti al casino nobile della villa
Alla metà del XIX secolo, due monumenti dalla forma di antichi obelischi egiziani furono commissionati da Alessandro Torlonia per i giardini di una delle sue proprietà suburbane, la lungo via Nomentana. Furono dedicate alla memoria del padre, il ricco banchiere Giovanni, che aveva dato inizio alla costruzione della villa. Le guglie furono scolpite a Baveno, in Piemonte, poi trasportate a Roma per nave, seguendo un itinerario abbastanza complicato: il Po, quindi tutta la costa adriatica, la ionica e la tirrenica, per risalire infine lungo i fiumi Tevere e poi Aniene. La durata complessiva del viaggio fu di quarantasette giorni; altri otto giorni furono richiesti per trasportare ciascuno degli obelischi al proprio posto, ciò che avvenne il 4 giugno e il 26 luglio del 1842.
l'altro obelisco sul retro del casino nobile

Trattandosi dei monumenti principali della villa, furono collocati rispettivamente davanti e dietro il casino principale, la residenza del proprietario.
Per l'occasione venne organizzata una grande festa pubblica, ad ingresso libero (indossare abiti decorosi era l'unica condizione posta per potervi accedere), che viene ricordata soprattutto per l'enorme quantità di vino distribuito gratuitamente ai convenuti.


↑ i cartigli di Alessandro Torlonia e
← quelli col nome di Giovanni Torlonia lungo il fusto

uno degli obelischi arriva via nave lungo l'Aniene
(incisione del XIX secolo)

Le guglie gemelle sono identiche tra di loro e in altezza misurano 10.28 metri. Il nome di Alessandro Torlonia è scritto in geroglifici nei piccoli cartigli sui quattro lati del pyramidion, mentre quelli relativi al nome di suo padre si trovano lungo il fusto (cfr. illustrazioni).

Secondo un vezzo tipico dei primi dell'Ottocento, oltre ai due obelischi nella villa si trovano anche altri monumenti ad imitazione di quelli romani antichi, quali un tempio, colonne onorarie, statue, ecc. Diversi casini costruiti secondo stili differenti (alcuni dei quali piuttosto stravaganti) e la lussureggiante vegetazione fanno di Villa Torlonia un luogo affascinante da visitare, soprattutto in primavera.


17 · OBELISCO DELLA PORTA EGIZIA

Villa Borghese è il maggiore parco pubblico di Roma; le sue origini risalgono alla prima metà del Seicento, quando il cardinale Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V, volle ingrandire un terreno di famiglia (o vigna, come si sarebbe detto allora) situato a poca distanza fuori Porta Pinciana, elevandolo al rango di villa.
Dopo l'espansione, il terreno a occidente raggiungeva il muro torto, cioè il tratto di mura aureliane sotto il colle Pincio che era parzialmente crollato già in epoca antica, presso il gomito nelle vicinanze di Porta del Popolo. Nei primi anni dell'Ottocento, poi, un discendente del cardinale, Camillo Borghese (marito della più nota Paolina, immortalata da Antonio Canova nella celebre scultura), acquistò ed annesse la confinante Villa Giustiniani, portando la tenuta a raggiungere le sue dimensioni attuali.
al margine superiore della pianta di Giovan Battista Nolli (1748) si vede l'originaria estensione di Villa Borghese,
qui evidenziata in verde, che prima dell'annessione di Villa Giustiniani (in giallo) arrivava fino al muro torto;
il punto rosso segna la posizione dove nel secolo successivo fu edificata la porta egizia
Per demarcare il passaggio tra il nuovo ed il vecchio terreno, l'architetto ed archeologo Luigi Canina ideò e realizzò nel 1831 una scenografica porta in stile egizio consistente, su ciascun lato del viale, in un breve portico sorretto da massicce colonne e preceduto da un obelisco; quest'ultimo reca geroglifici incisi sulla sola faccia anteriore.




18 · OBELISCO DEL FORO ITALICO

Nel 1932 un obelisco bianco fu eretto davanti al Foro Italico, il vasto complesso sportivo sorto alla base di Monte Mario durante gli anni del fascismo, ispirato alla grandiosità delle architetture della Roma imperiale (in particolare, al foro); tuttavia i singoli edifici e monumenti che vi sono compresi, opera dell'architetto Enrico Del Debbio, furono disegnati secondo lo stile squadrato e piuttosto essenziale tipico di quell'epoca.
Al complesso fu originariamente dato il nome del dittatore, Foro Mussolini, il che dà ragione dell'iscrizione MVSSOLINI incisa a grandi lettere sul fusto dell'obelisco, mentre sul davanti della base è la dicitura DVX e sul lato destro, più in piccolo, OPERA BALILLA ANNO X (cioè 1932).

La parte superiore, che è il monolito vero e proprio, misura 17.4 metri, ma le sue dimensioni sono quasi raddoppiate dall'alta base di forma più irregolare, che le porta a 36.3 m. La credenza popolare che il puntale del monumento (qui a sinistra) fosse d'oro si rivelò falsa subito dopo la caduta del dittatore.

l'obelisco del Foro Italico



16 · OBELISCHI COME LAMPIONI

Via della Conciliazione è l'ampia arteria che dalla sponda occidentale del Tevere raggiunge la basilica di San Pietro in Vaticano, creata su un progetto di Marcello Piacentini a partire dal 1936 mediante l'abbattimento dell'intera parte centrale del rione, come descritto anche nella pagina relativa a Borgo. Il completamento dei lavori si ebbe solo nel 1950, in occasione dell'Anno Giubilare. Poiché i due lati della via non sono perfettamente regolari (conseguenza della preservazione di alcuni palazzi antichi), per creare un'illusione ottica di allineamento fu installato da ciascun lato della strada un filare di dodici lampioni a forma di obelisco. Infatti l'asse della via è allineato con l'obelisco vaticano in piazza San Pietro piuttosto che con la facciata della basilica.
I lampioni sono strutture di travertino, alla cui base è ricavato un sedile e alla cui sommità è collocata la lanterna, richiamando alla mente gli elementi bronzei con le imprese araldiche dei papi inseriti sul pyramidion dei veri obelischi.
(immagine tratta da Wikipedia Commons →)

I romani, abbastanza scettici sulla sistemazione finale della via, non tardarono ad affibbiare agli obelischi luminosi l'impietoso soprannome di ...supposte!

È curioso che una decorazione apparentemente legata agli obelischi si può vedere anche su Ponte Vittorio Emanuele II, quello che attraversa il Tevere in direzione di via della Conciliazione (inaugurato nel 1911). Lungo i suoi parapetti si trovano quattro grandi gruppi scultorei in travertino, che si alternano a sei piccole guglie, come quella mostrata a destra, la cui forma è in effetti quella di un obelisco, compreso il basso pyramidion con cui terminano.

un elemento a forma di obelisco su Ponte Vittorio Emanuele II


20 · OBELISCO DI MARCONI

Entrando a Roma da sud, attraverso il quartiere EUR, il primo monumento che si avvista è un'alta stele dedicata ad uno dei più importanti scienziati ed inventori italiani moderni, Guglielmo Marconi.
Era stato commissionato da Mussolini allo scultore Arturo Dazzi nel 1937 e avrebbe dovuto fungere da punto di riferimento nella piazza principale del nuovo quartiere che stava sorgendo per ospitare l'Esposizione Internazionale del 1942, un'edizione che non ebbe mai luogo a causa della guerra. Infatti molti progetti furono lasciati incompiuti e tra questi c'era la stele.
Diversi cantieri vennero riaperti nella seconda metà degli anni '50, in occasione dei Giochi Olimpici che si sarebbero tenuti a Roma di lì a qualche anno, nel 1960. Nel dicembre 1959 questa struttura alta 45 metri fu eretta nello stesso luogo per cui era stata progettata.
Il nucleo della stele è di cemento, mentre i 92 pannelli che lo rivestono, raffiguranti le imprese di Marconi ed altre scene allegoriche, sono di marmo bianco.

← la stele dedicata a Marconi alcuni pannelli inferiori →


...Vorreste visitare altri obelischi sparsi per il mondo? Potete provare questi altri siti di:


  • Carlos Lunghi

  • Shoji Okamoto





  • introduzione
    note generali
    e storiche

    I parte
    obelischi
    egiziani

    II parte
    obelischi
    dell'iseo·serapeo

    III parte
    obelischi
    romani