L'ultima e più lunga parte delle Mura Aureliane inizia da piazzale Appio. Qui, appena
pochi metri a sinistra di Porta San Giovanni descritta al termine della II parte, sorge la molto più antica Porta Asinaria [rif. pianta 1].
La porta in sé non è molto larga, ma le alte e possenti torri che la fiancheggiano rendono il complesso alquanto imponente. Alla base sono semiovali, notevolmente sporgenti dal muro, per garantirne una difesa sicura: dalle molte finestre potevano essere impiegate le armi contro il nemico. L'origine del nome della porta è ancora discusso, poiché si ritiene che per questo punto passasse anticamente una strada minore, lungo la quale venivano condotti in città gli asini. La più importante via Tusculana, che raggiungeva Tusculum (vedi mappa degli ANTICHI DINTORNI DI ROMA), forse cominciava da questa strada non lontano dalla porta. Oggi via Tuscolana - nome attuale - origina circa 500 metri più a sud, come mostra la mappa sottostante, un'importante raccordo suburbano che collega i molti piccoli centri a sud-est della città, in pratica seguendo ancora la direzione originale romana. Porta Asinaria → |
oggi via Tuscolana (in giallo) nasce circa 500 m a sud di Porta Asinaria |
Porta Asinaria venne abbandonata nel XVI secolo, quando fu costruita la vicina Porta San Giovanni;
a quel tempo la porta romana era anche stata parzialmente sepolta a causa del livello stradale che si era notevolmente sollevato e solo di recente è stata liberata dalla terra e dai detriti. Si noterà infatti come le basi delle due porte si trovino ad altezze piuttosto diverse, nonostante la distanza tra di esse sia minima. Oggi l'area attorno alla porta è interdetta al pubblico. Seguendo via Sannio, dove ogni giorno (ad eccezione della domenica) si tiene un mercatino di oggettistica e di vestiario, si raggiunge ben presto l'ingresso al giardino pubblico sulla sinistra, da dove si puo tornare verso Porta Asinaria e godere di una vista migliore su di essa che dalla strada. Tornati su via Sannio, quasi subito alcuni fabbricati coprono la vista del muro, che corre alle loro spalle, circondando i terreni del Laterano. Così, quando la strada termina, presso una piazzetta, si cerchi via Farsalo verso destra e la si segua verso piazzale Ipponio. Qui il muro è in cattive condizioni, ma ne rimangono tracce visibili sulla sinistra, protette da una cancellata di ferro. |
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Attraversando l'ampio piazzale, ci si porti sul lato interno del muro, su via della Ferratella. Camminando lungo questa strada, a fianco delle rovine, si noti nuovamente come vi sia una netta differenza fra l'antico livello stradale e quello attuale, che in pratica raggiunge l'altezza dei fornici del muro. Mentre via della Ferratella scende dolcemente verso la porta successiva, il muro si fa un po' più alto; presso largo dell'Amba Aradan si vede un altro passaggio per le sentinelle (non aperto al pubblico), simile a quello vicino a Porta Pinciana, descritto nella I parte, pagina 2. Infine presso un'ampio slargo, un tozzo torrione sporge verso il lato interno delle mura, fiancheggiato da un certo numero di fornici aperti in epoca moderna, per motivi legati al traffico. Alla base della torre c'è un piccolo fornice, alto poco più di un metro dall'attuale livello stradale, completamente murato: questa è, o meglio era Porta Metronia [rif. pianta 2]. |
il lato interno di Porta Metronia |
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il canale (evidenziato in blu) in una pianta del 1590 c.ca |
La porta è chiusa sin dal 1122, qiando papa Callisto II la fece murare, utilizzandola come passaggio per un canale di acqua che scorreva lungo il lato esterno delle mura. Il canale, chiamato Marana (e nel tempo rinominato Acqua Mariana), veniva convogliato attraverso Porta Metronia, da dove raggiungeva la parte più centrale della città. Diverse piante di Roma del Cinquecento mostrano il canale che attraversa Porta Metronia (cfr. il particolare a destra). Col passare del tempo si prosciugò, fino a scomparire del tutto; ma tracce del corso d'acqua si potevano vedere in questo luogo ancora agli inizi del XX secolo. Al di sopra della porta si scorgono due targhe; quella a sinistra è di epoca medievale (datata 1157) e recita: |
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La targa venne affissa 35 anni dopo la chiusura della porta. Le poche lettere nel titolo (R |
Questa è anche una delle più antiche iscrizioni medievali dove si legge la famosa sigla SPQR (cioè "il Senato e il Popolo di Roma"). Ma il suo aspetto più interessante è che contiene un riferimento ai dieci Consiliatores: questi formavano un corpo di dieci amministratori civici (ma il loro numero era soggetto a variare) scelti tra i senatori, istituito per la prima volta nel 1143 nel tentativo di neutralizzare il potere temporale che la Chiesa esercitava sul popolo. I Consiliatores ripristinarono l'uso dell'acronimo SPQR, che era stato abbandonato sin dai tempi della caduta dell'impero romano. Tale istituzione durò circa un secolo, durante il quale i senatori di Roma sfidarono apertamente l'autorità papale su questioni riguardanti l'amministrazione della città.
A destra è affissa una seconda targa, datata 1579, che fa riferimento a successivi restauri delle mura, fatti eseguire da papa Gregorio XIII.
primo piano dell'esterno di Porta Metronia, murata nel 1122; si noti la trama dell'opus listatum su ambo i lati del fornice |
il lato esterno delle mura presso Porta Metronia; i vari fornici sono moderni (inizi del XX secolo) |
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Passando dal lato esterno del muro si può vedere meglio la porta chiusa, sui cui lati si vede chiaramente un esempio della tecnica costruttiva romana detta opus listatum (o vittatum), consistente in file di mattoni e di pietre disposte in ordine alterno. È anche consigliabile portarsi un po' a distanza, sul lato opposto della piazza, per apprezzare il colpo d'occhio di questo tratto di mura a forma di gomito, un tempo ininterrotto; i vari fornici, infatti furono aperti all'inizio del XX secolo, per consentire ai veicoli di transitare attraverso l'antico confine.
Il giro prosegue sul lato esterno delle mura, seguendo viale Metronio che dopo un po' cambia nome in viale delle Mura Latine.