LE MURA DEI PAPI
parte II

il giro completo del Vaticano


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Dall'estremità del Passetto, di fronte a piazza San Pietro, ha origine via di Porta Angelica, così chiamata perché fino alla fine dell'800 conduceva a Porta Angelica, una delle due porte appartenenti al muro di Pio IV, descritto nella I parte. Sul lato sinistro della strada un muro moderno ora segna il confine ufficiale tra l'Italia e il territorio vaticano; fu innalzato poco dopo il 1929, quando la Città del Vaticano divenne indipendente.
La porta accanto alla quale si passa quasi subito, sempre vigilata dalle guardie svizzere, è Porta Sant'Anna [rif. pianta b], fiancheggiata dalla piccola chiesa di Sant'Anna dei Palafrenieri; questo è l'unico accesso al piccolo stato per chi non è cittadino vaticano (è richiesto un permesso o visto).
Stando davanti a Porta Sant'Anna, sullo sfondo si vede uno dei possenti torrioni che attorno al 1450 papa Niccolò V edificò lungo l'antica cinta muraria costruita sotto Leone IV [rif. pianta c]; questa torre, che nella pianta qui in basso si vede nell'angolo superiore destro, è ora in gran parte coperta dalle caserme delle guardie svizzere, ma ne rimane chiaramente visibile il lato.

← veduta del Vaticano, in una pianta del 1590:
l'antica cinta muraria attorno al colle , costruita
sotto Leone IV nel IX secolo (inclusa l'estremità
del Passetto, in alto a destra) è mostrata in giallo,
coi torrioni rotondi aggiunti da Niccolò V alla
metà del Quattrocento; le mura costruite da Pio IV alla
metà del Cinquecento sono mostrate in verde e le frecce
indicano le porte (dall'alto, in senso antiorario:
Porta Angelica, Porta Pertusa, Porta Fabrica)


Appena più avanti sorge una vecchia casa con le sbarre alle finestre: quando fu costruito il muro moderno ne venne sigillata la porta, così come pure le finestre al piano superiore, di cui quella centrale è coperta da un affresco del 1614 con Sant'Anna, la Madonna e il Bambino (qui a destra); un'iscrizione dichiara l'immobile appartenente ad un'organizzazione religiosa, la Confraternita dei Palafrenieri (su questo argomento si veda anche Curiosità romane, pagina 15).

l'affresco del 1614 raffigurante
Sant'Anna, la Madonna e il Bambino
e l'iscrizione attestante la proprietà

Al termine di via di Porta Angelica si cominciano a vedere le alte palme di piazza del Risorgimento. In questo punto [rif. pianta d] il muro moderno si incontra ad angolo retto con la porzione residua di quello edificato da Pio IV attorno al 1560. Un grosso stemma di Pio XI (1922-39) campeggia in alto sul cantone: egli fu il papa durante il cui pontificato il Vaticano ottenne l'indipendenza.
Proprio qui un tempo sorgeva Porta Angelica, attraverso la quale entravano in città i pellegrini che venivano a Roma dal settentrione, lungo la via Cassia. La porta fu demolita nel 1888, assieme ad un lungo tratto di muro che raggiungeva Castel Sant'Angelo (cfr. la I parte). Il versante esterno del muro era protetto da un fossato, quindi per entrare attraverso la porta era necessario attraversare un ponticello.

gli scarsi resti di Porta Angelica: si confronti l'immagine con
quella a destra, in cui questi frammenti erano ancora al loro posto
Sul lato opposto della strada [rif. pianta e] un piccolo frammento della base del muro, al di sotto del suolo stradale, è ora coperto da un pannello di vetro. Invece qualche resto della Porta Angelica fu sistemato lungo la parte residua del muro, appena dietro l'angolo: consistono in una coppia di angeli, lo stemma di Pio IV che sormontava il fornice e un'iscrizione in latino (Salmo 90:11) che recita: "EGLI ORDINÒ AI SUOI ANGELI DI CUSTODIRTI IN TUTTE LE TUE VIE").
la scomparsa Porta Angelica, in
un'incisione del XVIII secolo:
si noti il ponte sul fossato

Una seconda scritta, "CHI VUOLE SALVA LA REPUBBLICA CI SEGUA", che era presente anche sulla gemella Porta Castello (cfr. parte I, pagina 1), è andata perduta.

il muro di Pio VI (a sin.) si congiunge ad angolo retto a quello
di Paolo III, assai più alto (a destra); la moderna Porta
di Santa Rosa, aperta nel 2006, si vede in basso a sinistra
Appena qualche metro più avanti si noterà una grande porta color rame su cui campeggia lo stemma dell'attuale pontefice Benedetto XVI. Questa è Porta di Santa Rosa, una posterula aperta nel 2006; il suo stile modernista e la rilucente superficie metallica mal si combinano con la trama dell'antico muro in laterizio, ciò che ha fruttato il giudizio negativo di molti critici.
lo stemma di Benedetto XVI
sulla Porta di Santa Rosa

Nel lasciare la piazza, la strada, che ora prende il nome di via dei Bastioni di Michelangelo, fa una curva ad angolo retto (illustrazione a sinistra).
Qui il tratto residuo del muro di Pio IV si unisce a quello preesistente, costruito circa 30 anni prima sotto papa Paolo III. Si noti come la loro altezza è molto diversa: la sommità del primo muro arriva a malapena al cordolo di pietra di quello più antico. Tale differenza è dovuta al suolo su cui poggiano: l'attuale livello stradale, in piano, un tempo era in realtà scosceso (occorre ricordare che queste sono le pendici del colle Vaticano); attorno alla fine dell'800 venne realizzato un enorme terrapieno per riempire il suddetto fossato nonché livellare il piano stradale, risultandone il parziale interramento del muro di Pio IV fino ad una certa altezza.

La costruzione rinascimentale che si vede in alto sopra le mura, dalla sommità merlata, è detto Palazzetto di Innocenzo VIII o Palazzetto Belvedere: era un casino estivo costruito nel 1485 circa su uno sperone del colle da dove il papa poteva godere di una spettacolare vista sull'intera città; qui venne ospitato il primo nucleo della collezione vaticana e oggi l'edificio stesso fa parte dei Musei Vaticani.
All'altezza del primo incrocio il muro curva nuovamente ad angolo retto, stavolta a sinistra, formando un poderoso ed aguzzo bastione [rif. pianta f], il cui progetto fu disegnato da Michelangelo (da cui il nome della via). Sull'angolo, in alto, è affisso un grande stemma di Paolo III, su cui campeggiano i sei gigli della famiglia di appartenenza: i Farnese.
Il muro ora prosegue lungo viale Vaticano, una lunga strada che sale gradualmente il versante occidentale del colle. Assai presto, a sinistra, si passa davanti al grande portone dei Musei Vaticani (un tempo questo era l'ingresso, ora funge solo da uscita), la cui sommità è ornata dallo stemma di Pio XI fiancheggiato da due statue raffiguranti Michelangelo e Raffaello (1932).

il bastione disegnato da Michelangelo; si noti lo stemma
di papa Paolo III e, più in alto, il Palazzetto Belvedere

La strada si fa via via più in salita; quando arriva a piegare verso sinistra, il paesaggio attorno cambia decisamente aspetto: viale Vaticano si restringe e comincia a serpeggiare attorno alle mura di confine fino alla sommità del colle.


le statue sul portone dei Musei Vaticani

un tratto ombreggiato del versante ovest delle mura
Questo tratto di mura abbastanza lungo ha quattro bastioni, cioè quattro postazioni a forma di punta di freccia con una struttura rinforzata (cfr. l'illustrazione in basso); qualsiasi punto del muro compreso tra due di essi sarebbe stato compreso entro il raggio di tiro dell'artiglieria; in particolare, i cannoni venivano sparati dai finestroni situati all'angolo di ciascun bastione.

Il lato della strada opposto alle mura, dove un tempo un brullo e scosceso strapiombo proteggeva la cittadella vaticana, è ora ricoperto dalle palazzine di un moderno quartiere.


uno dei bastioni; si notino i due finestroni all'angolo da dove venivano sparati
i cannoni e più in basso un piccolo passaggio di servizio (entrambi sono ora murati)
A causa delle brusche curve della strada è più sicuro camminare sul lato opposto al muro, sempre prestando molta attenzione al traffico che sfreccia veloce.

Può sembrare strano che da questo lato del colle il confine non avesse alcuna porta; ma fino a tutto l'800 alle spalle del Vaticano non c'era altro che un'area rurale, senza neppure una strada che l'attraversasse: una porta in questo punto sarebbe stata del tutto inutile, ed avrebbe potuto perfino indebolire la struttura difensiva.
Qui si aprivano solo delle posterule di servizio: erano molto piccole, come quella mostrata in basso a sinistra, spesso situate presso un bastione o in punti facilmente difendibili: consentivano agli operai di eseguire periodici controlli e all'occorrenza di restaurare le mura.


una tipica posterula di servizio, con
piccole imprese araldiche sul fornice
Quando il Vaticano acquistò l'indipendenza e le mura divennero un confine ufficiale tra due nazioni, tutti questi passaggi furono murati; si distinguono ancora grazie allo stipite bianco che ne incornicia il profilo. Gran parte di essi presenta piccole imprese araldiche scolpite sul fornice, che fanno riferimento al papa regnante all'epoca.
il muro esterno è mostrato in azzurro; i resti del muro più antico
di Leone IV (frecce gialle) sono ancora visibili dall'alto

Anche lungo la cinta muraria si trovano affissi diversi stemmi appartenenti a vari pontefici: ogniqualvolta il muro veniva allungato, restaurato, ristrutturato o si eseguiva una semplice revisione, il pontefice che commissionava i lavori vi apponeva il proprio simbolo. Uno di quelli più frequentemente incontrati raffigura tre api (in basso a sin.), che costituiscono l'impresa araldica della famiglia Barberini, con riferimento a papa Urbano VIII (1623-44).


lo stemma di papa Urbano VIII
Sul versante interno di questo tratto, del tutto nascosti alla vista, sorgono i resti del più antico muro difensivo edificato nel IX secolo da Leone IV (cfr. l'illustrazione in alto a destra e la pianta all'inizio della pagina).

Sulla sommità del colle si raggiunge finalmente il bastione più ad ovest, così aguzzo che la strada quasi compie un'inversione ad U: da questo angolo si ha contemporaneamente la visuale sui versanti occidentale e meridionale delle mura.





l'aguzzo bastione all'estremità occidentale