Questa parte del giro comincia da Castel Sant'Angelo, raggiungibile a piedi dal centro della città attraversando lo stupendo Ponte Sant'Angelo. Vi si arriva facilmente anche con l'autobus: molte linee (30, 70, 81, 87, 280, 492, 913, 926, 990 e altre ancora) fanno fermata nell'ampia piazza Cavour, proprio alle spalle del castello; la linea A della metropolitana (fermata Lepanto), invece, dista circa 800 metri. Camminando attorno a Castel Sant'Angelo verso sinistra, seguendo il lato esterno del fossato, si nota subito un alto muro con una serie di arcate, che si collega al castello [rif. pianta 1]: questo è il Passetto, una volta anche noto come corridore di Borgo. |
particolare del quartiere di Borgo, da Castel Sant'Angelo (in alto a sinistra) al Vaticano (in basso a destra), in una mappa di Roma del 1640 |
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Da un punto di vista storico questo muro è trattato a pagina 5 della sezione Curiosità Romane, quindi in questa sede vengono ripetute solamente le note essenziali, con illustrazioni aggiuntive e notizie sul quartiere di Borgo.
il Passetto: il passaggio nascosto corre dietro le strette feritoie in alto |
Il Passetto è considerato il tratto più antico delle mura che circondano l'intera area del Vaticano, essendo stato costruito per ordine di papa Leone IV (850 circa), al posto di un muro antecedente più corto, che era stato fatto erigere dal re ostrogoto Totila attorno al 550; tale struttura alquanto rudimentale era già crollata ed era stata ricostruita diverse volte. Il Passetto ne rappresentava il primo tratto, cioè quello che chiudeva lo spazio, altrimenti privo di difese, compreso tra la fortezza situata presso il fiume e l'antica basilica di San Pietro sulle pendici del colle Vaticano. La grande chiesa era stata edificata tra il 320 e il 330, sul sito dove l'apostolo Pietro (il primo papa) era stato sepolto dopo il martirio: fin dai primi secoli, la basilica era divenuta un luogo venerato da moltitudini di pellegrini, provenienti dalle terre più lontane. |
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Occorre tuttavia tenere presente che al tempo di Leone IV i papi non dimoravano in Vaticano, in quanto la loro residenza era dalla parte opposta della città, nel Laterano, presso un grande complesso detto Patriarchium che includeva, tra gli altri edifici, anche la basilica di San Giovanni, ben protetta dalle vicine mura romane antiche.
Invece la tomba di San Pietro e la basilica vaticana sorgevano in una zona periferica, all'esterno delle mura cittadine, che si estendevano lungo il lato opposto del Tevere. Non fu prima della fine del XIV secolo che, in occasione del ritorno a Roma del papato, che per quasi settant'anni era stato trasferito ad Avignone, in Francia, ed essendo stato nel frattempo il Patriarchium raso al suolo da un'incendio, i papi decisero di risiedere ufficialmente accanto alla basilica. |
San Pietro nella prima metà del '500: la basilica era ancora quella antica, edificata sotto Costantino I: in lontananza, sul colle Vaticano, si vedono tratti del muro fatto costruire da Leone IV ancora in piedi |
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Pertanto lo scopo delle mura che Leone IV aveva fatto erigere era quello di proteggere il venerato sepolcro, non la sede pontificia. Inoltre, prima della loro costruzione, l'area del Vaticano era piuttosto scarsamente abitata: vi si accampavano solo i pellegrini giunti a Roma per venerare il sepolcro di San Pietro e i mercanti forestieri. L'unica difesa dagli invasori e saccheggiatori, che a tratti giungevano tanto per terra che per mare, era la barriera naturale rappresentata dal colle Vaticano, alle spalle della basilica, e dal colle Gianicolo più a sud. Ma dopo la trasformazione di questo terreno aperto in una cittadella fortificata, cominciarono a comparire ospizi, locande, ostelli ed altre strutture in grado di accogliere i pellegrini. Ebbero così origine diverse comunità straniere. La più numerosa era quella dei Sassoni, i quali nella loro lingua chiamavano quest'area Burg (cioè "cittadella").
La piccola enclave, a cui fu dato il nome di Città Leonina, rimase separata da Roma per altri otto secoli. Difatti solo nel 1585 la cittadella venne ufficiamente inclusa tra i rioni della città, divenendone il 14°, chiamato Borgo, per corruzione del suo nome straniero.
Prima di lasciare il castello per iniziare il vero e proprio giro delle mura, se ne seguano ancora i giardini per qualche metro, fino all'angolo del bastione occidentale [rif. pianta a].
nella pianta di Nolli del 1748 Borgo Vecchio (evidenziato in verde) è diviso da Borgo Nuovo (in rosso) dal vecchio passetto (freccia verde); il muro di Pio IV (freccia rossa) con le sue due porte (cerchi rossi) segnava il nuovo confine urbano |
Verso la fine del medioevo il quartiere di Borgo si era ormai allargato oltre il Passetto. Alla metà del XVI secolo papa Pio IV (1559-65) circondò il Vaticano con una nuova cinta muraria, comprendente anche un lungo tratto che si estendeva da questo punto (il bastione occidentale del castello) fino al Vaticano, seguendo una linea retta più o meno corrispondente all'attuale percorso di via Vitelleschi, e che divenne il nuovo confine della città. La parte del rione compresa tra il Passetto e il nuovo muro fu detta Borgo Nuovo, il cui asse viario principale era Borgo Pio (sempre dal nome del pontefice), sistemato, come si legge nella stessa bolla di Pio IV, con le tasse riscosse sulla "turpe attività" (cioè sulla prostituzione). Il vecchio nucleo originale davanti a San Pietro, per contro, fu rinominato Borgo Vecchio. Lungo il nuovo confine furono aperte due vie d'accesso, Porta Castello e Porta Angelica. |
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Porta Castello non esiste più; quando il muro fu abbattuto nel 1888 (vedi oltre) fu rimpiazzata da due moderni fornici che oggi separano piazza Pia da piazza Adriana. È raffigurata in alcune antiche incisioni; la sua forma era quasi identica a quella di Porta Angelica (cfr. II parte, pagina 1), con una cornice squadrata sormontata dallo stemma del pontefice. La fiancheggiavano due angeli di pietra e vi si leggevano due scritte, "PIO IV PONTEFICE MASSIMO ERESSE LA NUOVA PORTA E LE MURA DALLE FONDAZIONI" e "CHI VUOLE SALVA LA REPUBBLICA CI SEGUA" (quest'ultima verosimilmente risalente ai giorni dell'effimera Repubblica Romana, nel 1849, citata anche nella III parte). Un ponticello superava il fossato che proteggeva il lato esterno del muro.
Qualche tempo dopo Porta Castello fu chiusa e il ponte rimosso, così da limitare la difesa soltanto a Porta Angelica, che quindi rimase l'unica via di accesso alla città lungo questo muro. Venne riaperta non prima del 1875, quando Roma non era già più sotto l'amministrazione pontificia. Per consentire una comunicazione più agevole tra le due metà del rione, invece, numerosi fornici individuali furono aperti lungo il vecchio passetto, rimasto ormai privo di scopo difensivo, sebbene ancora racchiudesse lo stretto passaggio che dal castello conduce verso gli appartamenti papali. Porta Castello, chiusa e priva del ponte di accesso, nei primi anni dell'Ottocento → |
Purtroppo nel 1888 il muro di Pio IV fu in larga parte demolito, nel tratto compreso tra Castel Sant'Angelo fino al Vaticano (comprese le due porte che vi si aprivano), per consentire la costruzione di nuovi palazzine.
Tale intervento si rese necessario a causa della brusca espansione della popolazione di Roma dopo la caduta dello Stato Pontificio (1870) e la conseguente proclamazione della città a nuova capitale del Regno d'Italia. Oggi rimangono pochissime tracce del muro distrutto; il frammento mostrato qui a destra, che apparteneva a una delle sue targhe dedicatorie, fa da ornamento al portone di uno dei suddetti palazzi sorti lungo la direzione dell'antico confine, dove un tempo correva il muro. Vi si legge (la scritta è forse incompleta):
PIO QUARTO MEDICI MILANESE, PONTEFICE MASSIMO NELL'ANNO 1563 |
frammento residuo di targa dedicatoria dal distrutto muro di Pio IV |
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Il rione conserverebbe ancora oggi la sua pianta originale, se tra il 1936 3 il 1937 l'intera sua porzione centrale, detta spina di Borgo, non fosse stata bruscamente sventrata per l'apertura di via della Conciliazione.
(↑ in alto) il quartiere come appariva dall'alto di San Pietro ai primi del '900, con Borgo Vecchio ancora in piedi in fondo alla piazza; (↓ in basso) lo stesso panorama oggi mostra il profondo taglio operato attorno al 1930 dopo la firma del concordato (per gentile concessione di Kalervo Koskimies) |
Questo ampio viale, che ora collega piazza San Pietro al castello e alla riva occidentale del Tevere, fu progettato qualche anno dopo la firma del Concordato (1929) grazie al quale la Città del Vaticano divenne uno stato indipendente. Il suo scopo era di offrire una via di accesso particolarmente scenografica alla basilica. Tale gesto distensivo per ricucire i rapporti tra l'Italia e il neonato stato (da cui il toponimo della via) non tenne minimamente conto dell'impatto che un tale radicale stravolgimento avrebbe causato allo storico rione. Infatti il viale compromise del tutto la spettacolare vista della vasta piazza e dell'enorme basilica che comparivano all'improvviso dalle dalle ombre degli stretti vicoli, un effetto sensazionale che faceva parte del progetto originale della sistemazione di piazza San Pietro da parte di Gianlorenzo Bernini (1656-67). Questa trasformazione viene oggi aspramente criticata, ma nulla poté essere fatto per ripristinare l'antico aspetto del rione. Si veda anche Borgo nella sezione I Rioni per una descrizione di ciò che è rimasto. |