~ la lingua e la poesia ~
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Giuseppe Berneri
MEO PATACCA


indice
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CANTO XII


CANTO I

ottave: 1-2, 4-6, 9-10, 14-15, 38, 65-67, 77, 81-82, 94-95


Il primo canto si apre con un'introduzione al tema del poema, e con una dedica al pronipote di papa Clemente XI, don Clemente Domenico Rospigliosi, la cui protezione viene invocata da Berneri, perchè lo protegga dalla sferza dei critici, perenne incubo di scrittori e poeti.
1 - 2

Del più bravo trà i Sgherri Romaneschi,
Che più d'ogn'altro mentovà se fava, 1
De sentì raccontà non vi rincreschi 2
Quel gran valor, per cui scialante annava. 3
Solo, perche in natali birbanteschi 4
Mostrava un genio nobile, mostrava,
E gran machine havé nel cocuzzòlo, 5
Le sue grolie cantà me và à fasciolo. 6

1. - faceva parlare di sé
2. - rincresca
3. - andava orgoglioso, con vanto
4. - umili origini
5. - progetti
6. - ebbe gran progetti in testa, in mente
7. - ho voglia di cantare le sue lodi

Dirò quel ch'ebbe in tel 1 penziero, e in core
Quanno la nova orribile s'intese,
Che sotto Vienna el Turco traditore
Con quel tamanto Essercito se mese; 2
Vi dirò ancor con quanto scialacore 3
Le feste d'intimà 4 cura se prese,
Che si fecero in Roma, e con gran boria, 5
Quanno se pubricò chalche vittoria. 6

1. - nel
2. - con cotale esercito si mise
3. - premura
4. - di far svolgere
5. - con gran sfarzo
6. - quando si apprese di qualche vittoria

4 - 6

Muse! Voi, ch'alle coste 1 ve sedete
Del Dio canoro, c'hà sbarbato el mento,
Non ve credete nò non ve credete,
Che v'invochi, perche non me la sento;
Io sono guitto, 2 e voi gran fumo 3 havete,
Però ve lascio stàne, 4 e me contento
D'una sguattara vostra, e sia de quelle,
Che lava i piatti e lecca le scudelle. 5

1. - a lato
2. - plebeo
3. - alterigia
4. - stare
5. - scodelle

Una de 'ste sciacquette 1 è giusto al caso
D'esserme Protettora, e non ve spiaccia,
Perche 'sto fusto 2 già s'è persuaso
Di gente birba seguità la traccia. 3
Darà costei à chi me dà de naso 4
Un de' su' stracci unti e bisunti 5 in faccia,
Allor, ch'io col magnifico taccone 6
Le corde batto del mi calascione. 7

1. - donna vile, da poco
2. - io, il sottoscritto
3. - occuparmi della gente povera, plebea
4. - chi mi dà noia
5. - cioè lo straccio per lavare i piatti
6. - semplice tacca di legno, ma in questo caso plettro
7. - strumento a corde dal lungo manico, simile al liuto

Mà già, che non hò Musa, che m'assista
E che ben mi difenda all'occorrenza
Da gente, che ci fà la dottorista, 1
Che si grolia 2 d'usà la maldicenza,
Io, che 'sta mi' 3 disgrazia hò già prevista,
Di Clemente ricorro alla Clemenza,
E s'un tal personaggio m'assicura,
De 'sti critichi allor non hò paura.

1. - che assume atteggiamenti di superiorità
2. - si vanta
3. - questa mia

La storia ha quindi inizio.
È un giorno qualsiasi nella Roma del tardo XVII secolo; la gente è ignara dell'imminente pericolo.
9 - 10

Stava Roma paciosa, allor, che l'anno
Mille seicento ottanta tre curreva,
E tutto quel, ch'i spensierati fanno,
Grattannose la panza, 1 ogn'un faceva;
D'havé vicino un perfido malanno
Nisciun propio, nisciun 2 se lo credeva;
Però senza abbadàne ad altre quelle, 3
Al solito se dava in ciampanelle. 4

1. - grattandosi la pancia, stando in ozio
2. - proprio nessuno
3. - senza badare ad altre cose, senza curarsi d'altro
4. - ci si occupava di cose futili

Chi annava à scarpinar 1 per la Città,
Facendo un po' de vernia 2 in due ò trè,
Chi stava in chalche 3 camera à giocà,
Chi all'osteria del Sole ò de i Tre Rè;
Altri, com'oggidì spesso si fà,
Drento 4 de le botteghe del cafè
Con un viso pacifico e sereno,
Stavano à raggionà 5 del più e del meno.

1. - passeggiare
2. - sfoggio, ostentazione
3. - qualche
4. - dentro
5. - discutere, parlare

D'improvviso un messaggero a cavallo giunge in città, recando la notizia che Vienna si trova sotto assedio da parte degli Ottomani. Ciò provoca un gran tumulto fra i cittadini.
14 - 15

Vienna è Città, che, bigna havé pacenza, 1
Poche con lei ce ponno arrogantàne; 2
I Cesari 3 ce fanno residenza,
Perche proprio hà bellezze maiorane. 4
Scialante è il sito, e iofa 5 l'apparenza,
Non lo pozzo à bastanza raccontàne: 6
Se chalchuno à nostròdine 7 non crede,
Che così bella sia, la vada à vede.

1. - bisogna aver pazienza, bisogna ammetterlo
2. - rivaleggiare
3. - imperatori
4. - di prima grandezza
5. - grandiosa, meravigliosa
6. - non posso descriverla a sufficienza
7. - se qualcuno non crede a me
(formale: nostròdine = io; vostròdine = tu)

Hor questi erano i guai, questo il terrore,
Per cui s'era la gente ammuinata, 1
In pensà con tamanto schiattacore 2
Che la povera Vienna era assediata;
E paccheta 3 s'haveva à tutte l'hore,
Che non fusse da' Turchi rampinata, 4
E s'un po' de garbuglio 5 se sentiva,
À ogn'un la cacatreppola 6 veniva.

1. - afflitta
2. - cotanta disperazione
3. - paura
4. - che non cadesse nelle mani dei Turchi
5. - confusione, clamore
6. - panico, terrore

Le nuove che giungono da Vienna, di bocca in bocca fanno rapidamente il giro della città. Ognuno si sente seriamente preoccupato, temendo che i Turchi avrebbero potuto scendere fino a Roma. In mezzo a questa gente è anche l'eroe del poema.
38

Costui tra' Romaneschi è il più temuto,
S'è il capotruppa della gente sgherra,
Ben disposto di vita, e nerboruto,
Bravo alla lotta i più forzuti atterra.
Quando poi de fa' sangue 1 è risoluto
Fà prove co' la fionna e con la sferra, 2
E ben lo sa, chi con lui buglie attacca. 3
Se chiama, e se ne grolia, 4 Meo Patacca.

1. - di versare sangue
2. - compie imprese con la fionda e con la spada
3. - attacca briga
4. - ne va orgoglioso

Egli decide di rivolgersi agli uomini più forti e coraggiosi della città, e formare con essi una piccola armata con la quale muovere verso Vienna e prestare aiuto a ricacciare indietro i Turchi. Quindi riunisce un manipolo fra coloro che conosce, e tiene un discorso, chiedendo loro di reclutare altre persone.
63-65

Con rimenata 1 da trasteverino
Seguitò 'l viaggio, e co' sgherrosi passi 2
Scontrafava 3 l'annar d'un paladino,
Né la cedeva manco alli gradassi; 4
Poi giusto in mezzo di Campo Vaccino,
Loco in dove s'impara à far à sassi, 5
Si ferma e dice: « Questo il Campidoglio
Sia per mè adesso, io quì parlà ve voglio ».

1. - con fare, con atteggiamento
2. - camminata da sgherro
3. - mascherava, dissimulava
4. - teneva testa perfino ai più sbruffoni
5. - a fare sassaiole

Campo Vaccino è un loco for di mano
Vicino al Colisèo, poco abbitato,
Indove del bestiame grossolano
Ogn'otto giorni ce se fà el mercato.
È largo e longo assai, mà tutto piano,
In tel mezzo dal sole è riparato,
Se d'arbori cresciuti tutti à un paro, 1
Da capo à piedi c'è doppio filaro. 2

1. - tutti alla medesima altezza
2. - fino al 1870 Campo Vaccino (il Foro Romano) era attraversato da una strada fiancheggiata su ciascun lato da un filare di olmi

Vuò Meo salir in alto, e una barozza 1
Vede lassata lì dalli carrari; 2
Ammasca 3 ancora una colonna mozza,
Che gli par meglio assai per un suo pari;
Sù questa dunque, perche è piana e tozza
Ce zompa 4 de potenza à piedi pari,
Perche de fa' 'sti salti haveva in uso, 5
Ce resta sopra ritto come un fuso.

1. - carretto
2. - lasciata lì dai carrettieri
3. - nota, vede
4. - salta
5. - era abituato a fare questi salti

77

« Un mangoso 1 di sgherri, mà ghinaldi, 2
Di quei, che stesi n'han più d'uno al sole, 3
Che non voltano faccia, e stanno saldi,
Ritrovi ogn'un di voi, prima che puole;
Menateli da mè, mà caldi caldi, 4
E ci vogliono fatti, e non parole;
Spero ricapezzarne 5 io ducent'altri
De i più forzuti, ammazzatori, e scaltri.

1. - una trentina
2. - astuti, capaci
3. - di quelli che hanno già ucciso
4. - subito, il più presto possibile
5. - rimediarne, radunarne

81 - 82

Di voi, lo sò, che molti mi diranno,
Che famo cose da spropositati, 1
Perche i Turchi pentì poi ci faranno,
D'essere in campo à stuzzicarli andati:
Risponno, 2 che ci sono, e ci saranno,
Contro quei cani là bravi soldati,
Per aiutarci, e si vedrà, chi sballa, 3
Se 'sta gente guerriera à noi fà spalla.

1. - facciamo cose esagerate
2. - rispondo
3. - chi muore

Sù via, coraggio, à che si stà più à bada?
Annamo uniti annamo à da' soccorzo
All'augusta Città, prima che cada,
Troppo è ciafèo, 1 chi più ritarda el corzo;
In busca 2 de' compagni ohmai si vada ».
Mà intanto gli rompette 3 el su' discorzo
La turba, ch'in star zitta assai pativa:
« Evviva, disse, Meo Patacca, evviva ».

1. - vile
2. - in cerca
3. - interruppe

Spiega quindi ai suoi uomini come faranno a trovare i fondi per la spedizione.
94 - 95

« Come haveremo el numero compito 1
Di cinquecento, e si farà la mostra, 2
Voglio quì proprio voglio fa' un invito
De chi venga à vedé la gente nostra.
Ogni Signor ci resterà stupito,
E con noi generoso allor si mostra,
Che non può esser, che pe' cortesia,
Chalche ajuto de costa 3 non ce dia.

1. - appena avremo raggiunto il numero
2. - la presentazione
3. - un po' di sussidio, aiuto economico

Come arrivati poi semo 1 in battaglia,
Allora sì, che non ce dà fastidio 2
Di trovà chi ci dà la vettovaglia,
Che più non c'è bisogno de sussidio, 3
Perché, mentre el nemico si sbaraglia,
E che si fà el famoso turchicidio,
Bel ramaccià, 4 che voi con mè farete
Giubbe, sciable, 5 turbanti, ori e monete ».

1. - appena saremo arrivati
2. - non ci crea pensiero
3. - perché non c'è più bisogno di aiuto
4. - raccogliere, rastrellare
5. - sciabole