~ la lingua e la poesia ~ - 4 -
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indice
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CANTO X
ottave: 3-6, 8-10, 12, 33-34, 47, 50-51, 53-54, 56-58,
60-61, 64-65, 69-70, 72, 75, 78, 81-88, 93, 95-96 101-103, 106-109
Nonostante l'ora tarda, le strade sono ancora affollate per le feste, e questo è il momento ideale per i monelli romani di sparare le "zaganelle".
Si fan queste di carta un po' grossetta, Che di polvere s'impe, 1 e poi si piega; Come in sé, si raggruglia 2 una serpetta, Così questa, in sé stessa si ripiega. Perche poi stia, ben riquadrata, 3 e stretta Con un spago nel mezzo allor si lega, E fattone, à 'sto modo, un fagottino, C'è in cima, et esce fora, el su' stuppino. |
1. - si riempie 2. - si raggomitola 3. - squadrata, ordinata |
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Ne fanno li regazzi un capitale, 1 Che più dir non si pò; pare uno scrocco 2 Chi assai non ne crompa, 3 e ogn'una vale Ò due quatrini, ò al più mezzo baiocco; 4 Hanno un genio maligno, di far male; Mò, 5 fanno spaventà chalche marrocco, 6 Con vederzi attaccà foco alli panni, 7 Mò le donne, co' strepiti assai granni. 8 |
1. - una grande incetta 2. - avaro, tirchio 3. - compra 4. - 2 quattrini e mezzo (1 baiocco = 5 quattrini) 5. - adesso, ora 6. - ingenuo 7. - abiti, vestiti 8. - grandi |
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Un de 'sti ghinaldelli, 1 ecco s'abbassa; Quasi vicino à terra, e prestamente La zaganella appiccia, 2 e poi la lassa, 3 Dove stà ferma, e folta più la gente. Doppo, via, presto scivola, e trapassa 4 Pe' la folla con impeto, e tié mente, Mà però da lontano, e stà à vedène 5 La zaganella, se si porta bene. 6 |
1. - furbetti 2. - accende 3. - lascia, abbandona 4. - passa attraverso 5. - vedere 6. - se si comporta bene, se produce il suo effetto |
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Questa, di lì à un pezzetto, 1 e foco piglia, E sbalza via de fatto, 2 e salta, e scoppia; Quanno stà, pe' finì, forza ripiglia, Le scoppiature, e i zompi allor raddoppia. La gente, ecco si slarga, e si scompiglia, E colui, come quaglia in te la stoppia Trà la folla appiattatosi, se tratta, Che trà di sé, di ridere si schiatta. |
1. - poco dopo 2. - schizza via all'improvviso |
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In più lochi, insolenze de 'sta sorte 1 Fanno i regazzi, e l'un, dall'altro impara, E nel zaganellà, maniere accorte D'haver procura ogn'un di loro à gara. 2 C'è spesso, chi li tozzola 3 assai forte, Et allor sì, ch'assai gli costa cara La loro insolentaggine, che molti Nel fatto, à cavaliere 4 , ce so' colti. |
1. - di questo tipo 2. - cioè ognuno di loro fa a gara nell'imparare dagli altri ad essere abile con le zaganelle 3. - li batte, li percuote 4. - vengono colti con le mani nel sacco |
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Et oh! quanto à costoro gli stà bene, Che ci sia chalched'un, che li rifili, 1 Perch'è assai gran ardir, e non conviene Far alle donne atti così incivili. Di zaganelle, haver le mani piene, E annar facenno spari puerili, È ver, che Meo gli dette ampla licenza, Mà non di far ad altri, impertinenza. |
1. - che dia loro una bella lezione |
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C'è chalch’homo de garbo, e risentito, 1 Che gira con le fíglie e con la moglie; Che non habbíano affronti stà avvertito, 2 E mai da 'sto penzier non si distoglie; Ecco, con zaganelle un frasca 3 ardito Ce s’arrisica, 4 e quello ce lo coglie, E quanno giusto stà, pe' fa' la botta, 5 Te lo schiaffeggia, e te lo scappellotta. |
1. - qualche gentiluomo rinomato 2. - sta accorto affinché non vengano infastiditi 3. - ragazzetto 4. - lo sparo |
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Mò lesto, la fà netta, 1 e non c'è colto; 2 Mò buscia 3 gli riesce, e ci hà dei guai E da i compagni, dov'è il popol folto, Si fà 'sta giocarella pur assai. 4 Mà lassamoli fa', 5 che poco, ò molto Ci han dei crostini, 6 e dir si senton: « Ahi! » Perche gli dà, chi hà rabbia soprafina, 7 Pugni, che fanno rimbombà la schina. 1 |
1. - una volta la fa franca 2. - non viene preso 3. - un'altra volta gli va male 4. - nonostante ciò il gioco viene assai praticato dove c'è folla 5. - lasciamoli fare 6. - ricevono delle percosse 7. - enorme 8. - la schiena |
Fra le molte rappresentazioni ispirate ai Turchi vi è una lunga processione in cui un falso Gran Visir è trascinato in catene; la folla prende attivamente parte, insultandolo e lanciandogli ogni sorta di immondizia. La parte del prigioniero è affidata ad uno stolto bifolco chiamato Togno, mentre sua moglie Marzocca segue la processione da dietro.
Vestito poi da Turco commandante, E più d'ogn'altro incatenato forte, Veniva il Gran Vissir, quasi spirante, Parenno 1 giusto un condannato à morte. Annava col cotogno 2 tremolante, Con occi piagnolosi, 3 e guance smorte, Et à fa' 'sta funzion capato s'era 4 Un secco, 5 un smunto, un di cattiva cera. 6 |
1. - parendo, sembrando 2. - testa 3. - occhi lacrimosi 4. - si era scelto per questo ruolo 5. - uno magro 6. - uno di aspetto malaticcio |
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Villano era costui, mà sciotarello, 1 E bignò 2 , ch'un tal homo si capasse, 3 Perche, fargli strapazzi, e questo, e quello Potesse, 4 e queto lui li sopportasse: Stava à cavallo sopra un ciucciarello, 5 E ogni poco pareva che cascasse, Che pe' natura assai sguajato annava, 6 E poi, con arte ancor, ce s'ajutava. 7 |
1. - stupidello, sciocco 2. - bisognò, occorse 3. - si scegliesse 4. - lo si potesse maltrattare 5. - asinello 6. - aveva un incedere inelegante 7. - lo accentuava di proposito |
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'Sta coppia villanesca era venuta A cavallo, in città commodamente, Havevano però testa orecchiuta Le bestie loro sumarescamente. 1 Sul basto era la femmina seduta, Mà l'homo, à usanza della maschia gente, 2 E l'asino di Togno, è quello stesso, Sopra del quale ci cavalca adesso. |
1. - i loro animali avevano orecchie d'asino (cioè erano asini) 2. - come usano fare gli uomini, cioè a cavalcioni |
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La moglie, che ciamavase 1 Marzocca Pe' sopranome, essenno assai bocciacca, 2 Del su' marito, gnente è meno sciocca, 3 Come lui, và sciattona, e assai zambracca. 4 Stà intontita à guardà, senza aprì bocca, Mentre il sozzo gabbano 5 e la casacca Si leva à Togno, e addosso se gli ficca Una giubba assai nobbile, assai ricca. |
1. - si chiamava 2. - corpulenta, obesa 3. - è sciocca come il marito 4. - sudicia 5. - tunica a larghe maniche |
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Vedenno Togno suo, così addobbare, (Che lei, cosa magnifica la crese) 1 Si lassò facilmente inzampognare, 2 Mà adesso, adesso impararà à su' spese. Pe' raccontà 'sto fatto à le commare, Non vede l'hora, de tornà al paese, E dir, che in Roma, e in festa sì sforgiata, 3 È annato su' marito in cavalcata. |
1. - la credette, la reputò 2. - irretire 3. - di tale importanza |
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Et ecco che incominzano li guai E i malanni di Togno el poveraccio, Che maltrattà si sente, et horamai Quasi tutto gl'ammaccano il mostaccio, 1 Non si tirano scorze a' Tumellai, 2 Perche avvezzato il romanesco braccio A ben sajoccolà; 3 quello che tira Và giusto dove si pigliò la mira. |
1. - lo colpiscono su quasi tutto il viso 2. - per finta, per fare scena 3. - lanciare (sassi) |
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Pel continuo strillà della marmaglia, Non pò sentì Marzocca le battute, 1 Che, come si suol far sù 'na muraglia, Si fan di Togno sulle spalle ossute. Anzi la pacchiarotta 2 assai si sbaglia, Perche da lei, ch'è gonza, son credute Grolie le sbeffe, 3 et i plebbei schiamazzi Apprausi lei li stima, 4 e so' strapazzi. |
1. - non può udire le percosse 2. - la corpulenta donna 3. - le beffe vengono credute lodi 4. - li crede applausi |
Poi, un incredibile errore mette seriamente a repentaglio la vita di Togno.
Un certo Marangone forestiero, Che non havea ciarvello per un grillo, 1 Venne à vedé 'ste feste, con penziero D'osservà tutto, e à casa sua ridillo. 2 Fù alloggiato costui da un locandiero, E curze 3 alla finestra al primo strillo D'una truppa di gente, et in vedella Domanna 4 , che cos'è, che buglia 5 è quella. |
1. - non aveva un minimo di buon senso 2. - ridirlo, riferirlo 3. - corse 4. - domanda 5. - che confusione |
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Sente da tutti dire: « Ò bene! ò bene! Il Gran Vissir, il Gran Vissir è questo; Come carico tutto è di catene! E come in faccia è sfigurato, e mesto! » Lo scialèo, gnente allora s'intrattiene; 1 Mà un schizzetto 2 da caccia, presto, presto Caricato à palline in mano prese, Che s'era già portato dal paese. |
1. - lo stolto non perde tempo 2. - fucile |
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Schiaffa drento una palla, 1 e pien di stizza Ritorna alla finestra, e messo fora El cacafoco, 2 inverzo giù l'addrizza, Pe' poi sparallo, quanno sarà l'hora. Un certo error del su' penzier l'attizza 3 Contro quell'infelice, e perche mora, 4 Di farci li su' sforzi già disegna, 5 E stima, il farli, un'opera assai degna. |
1. - vi infila dentro una cartuccia 2. - archibugio, fucile 3. - lo anima un ragionamento errato 4. - muoia 5. - vuole mettere il massimo impegno in questo tentativo |
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Spara alla volta sua; fischia la palla; Mà, ò fosse il moto del villano, ò il caso, Solo di sbiescio 1 gli toccò 'na spalla, Le migliarole 2 poi le guancie e 'l naso. Il ferito, dall'asino traballa, Resta col capo pennolone 3 e raso, Che l'havevan già toso, 4 e in tel piegasse, 5 Bignò be', ch'il turbante gli cascasse. 6 |
1. - di striscio 2. - pallini assai minuti 3. - penzolante 4. - tosato, rasato 5. - nel piegarsi 6. - dovette ben cadergli il turbante |
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Perche giù non tracolli, 1 uno l'abbraccia; Lui smonta, e sbalordito si spaventa, Gli và colanno el sangue pe' la faccia, E come un morto, pallido diventa. Ogn'un s'accosta, innanzi ogn'un si caccia; 2 Si fà 'na buglia granne, e non è lenta La man di molti (mentr'è lui svenuto), Nel mettelo à sedé, nel dargli ajuto. 3 |
1. - non cada giù rovinosamente 2. - si mette, si posiziona 3. - cioè gli viene dato subito aiuto |
Quando la moglie di Togno si rende conto che quest'ultimo è stato ferito si dispera.
Un dolor improviso il cor gl'afferra; Non sà, s'è verità, non sà s'è sogno, Quel, ch'antivede. 1 Ah' ch'il pensier non erra; Mà puro de ciarissene 2 hà bisogno. Arriva, e vede un, che seduto è in terra; Più s'accosta, e conosce 3 alfin ch'è Togno, E visto il viso scolorito, e guasto, 4 Non scese nò, precipitò dal basto. |
1. - ciò che vede più avanti 2. - sincerarsene 3. - riconosce 4. - smorto |
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À sfogane incominza el su' travaglio 1 Con un sospiro, à foggia di sbaviglio, 2 Mà il fiato suo, tanto sapeva d'aglio, Ch'il fetor si sentì lontano un miglio. Allor le trecce sue mette à sbaraglio, 3 Facenno de capelli un gran scompiglio, E mentre, te gle dà strappate fiere, 4 Gle ne restan in man le fezze 5 intiere. |
1. - inizia a sfogare il suo dolore 2. - somigliante ad uno sbadiglio 3. - scioglie e scompiglia 4. - le strattona con forza 5. - ciocche |
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Ò quì si sgraffia el viso, ò quì si sbatte; Quì sì, che fa di lacrime una troscia, 1 Di Togno le fattezze scontrafatte, 2 Pe' poi meglio osservà, più allor s'accoscia. Lui volta l'occhi, e in quei di lei s'imbatte, Dice, con voce, assai sfiatata, e moscia, 3 Che giusto par d'un moribondo sia: « Aiutami, se pòi 4 , Marzocca mia ». |
1. - un diluvio 2. - alterate 3. - debole 4. - puoi |
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Mentre costoro favono 'sti fiotti, 1 Sul solito cavallo, à tutto corzo Meo se ne vié, che par, che d'ira abbotti, 2 E alle carriere sue dà più rinforzo. 3 Mostra, turbato in viso, che gli scotti 4 Il vedé, che dal popolo quì accorzo L'incominzata festa s'intrattenga; 5 Viè à sapé se il difetto, da chi venga. 6 |
1. - facevano questi lamenti 2. - che sia carico d'ira 3. - cioè viene ancora più di corsa 4. - gli secchi, gli dia noia 5. - ritardi, non proceda come dovrebbe 6. - qual è il problema |
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Dice al barbiero, ch'in quel punto arriva, Ch'il vada 1 presto, à medicà in bottega, Se lì in terra il ferito assai pativa, E in te la strada, non vuò più 'sta bega. 2 Marzocca allora, morta più, che viva, Che voglia farlo ben curà, lo prega. Lui glel promette, e poi, vuò, che si faccia, Da dui guitti, 3 una sedia con le braccia. |
1. - che lo vada 2. - questo problema 3. - due persone qualunque |
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Poi si porta in due slanci 1 alla locanna, De dove 2 già colui fece il delitto; Come il patron di quella si domanna, 3 E dove stà, gl'havevano già ditto. Arriva appena, e al locandier commanna, Che pe' 'sto caso 4 stava tutto afflitto, Che dica, dove annò, 5 dove si trova Quel traditor, ch'ardì, de fa' 'sta prova. 6 |
1. - in due balzi, prontamente 2. - da dove 3. - qual è il nome del padrone 4. - per quanto era avvenuto 5. - andò 6. - questa azione |
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In sentì questo, se ne viè lo scioto, 1 Mà stralunato assai, con bocca aperta, Stolido, 2 teso, teso, e resta immoto, 3 Allora, che di Meo fà la scuperta. Lo crede un gran signor, (che non gl'è noto, Chi sia 'sto Coram Vobis 4 ), e proferta, 5 Non fù da 'sto Martufo, 6 né men sola, Di Patacca alla vista, una parola. |
1. - lo stolto 2. - imbambolato 3. - immobile 4. - questo capo-popolo 5. - profferita 6. - sciocco |
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Poi timido risponne: « È ver che quello, Ch'in terra giù buttò colui, son io, Mà stimo d'haver fatto un colpo bello, Se però, sbaglio non è stato il mio; 1 Sento dalla finestra un gran bordello; 2 Del popolo rimbomba un mormorìo, Dice più d'un, (lesto à sentirlo io fui): - È questo il Gran Vissir, certo ch'è lui. - |
1. - se non ho sbagliato la mira 2. - confusione |
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Io, ch'à quel Turco cane, à quel tiranno Havevo un odio tal, da che sentivo, 1 Che fece à Vienna, e far volea, gran danno, Ch'a fé me lo sarìa magnato vivo; 2 Subbito allora mi ricordo, quanno, Tanto, per causa sua mi spaurivo, Mi viè la rabbia, e non gle la perdòno, Mà, preso l'archibuscio, gle la sono. 3 |
1. - da quando udii 2. - me lo sarei davvero mangiato vivo 3. - gli do il fatto suo |
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Io cresi, 1 e credo ancora, e l'hò per vero, 2 Che sia questo il Vissirre sciagurato, Ch'assediò Vienna, e me venì in penziero, Che schiavo in Roma stato sia menato; 3 Poco fà mi diceva il locandiero, Ch'in credere tal cosa, hò assai sbagliato, E che questo è un de' nostri, che procura, 4 Rappresentar di quello la figura. |
1. - credetti 2. - sono convinto 3. - condotto 4. - che ha il compito |
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Già che, voi mio signor! veniste qua, Vi prego, quanto mai pregar vi sò, 1 Che mi vogliate dir la verità, Se quello è il Gran Vissirre, sì, ò nò. Io v'hò detta la cosa, come stà, E gnente di buscìa messo non ci hò; 2 Propio, per Turco, da mè preso fù, E credendolo tal, lo buttai giù ». |
1. - quanto più posso 2. - non ho aggiunto niente di non vero |
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Meo, benché faccia el fiero, e 'l brusco 1 in viso, E con lo sguardo fulmini spaventi, In sentì 'sta sciotaggine, 2 di riso Gle viè voglia, mà serra i labbri, e i denti. Non vuò paré, con fa' chalche sorriso, De volé sopportà 'sti tradimenti, 3 Mà si rimette in serio, e fà del sodo; 4 S'aggruma, 5 e allo sciotèo 6 parla à 'sto modo. |
1. - severo 2. - sciocchezza 3. - azioni indegne 4. - fa il duro 5. - s'imbroncia 6. - sempliciotto |
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« Appena l'occi addosso, io te mettei, Ch'in un subbito tutto te squatrai, 1 E così ben conoscerti sapei, Che tù stesso di tè, farlo non sai, 2 Già t'hò annasato, ch'un drittone sei, 3 E pe' cuccà 4 la gente, il gonzo fai; Mà tù impicciala pur, 5 di' quel, che vuoi, Non puoi 'sto fusto inzampognà 6 non puoi ». |
1. - ti squadrai in un istante 2. - cioè ti riconobbi per quello che sei meglio di quanto faccia tu stesso 3. - ti ho già scoperto, sei un furbone 4. - ingannare 5. - intreccia pure le tue trame 6. - non puoi ingannare il sottoscritto |
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(S'era Patacca molto ben accorto, Che pe' semplicità, nò pe' malitia Errò costui;) mà pur lo guarda torto, 1 E minaccianno và la su' furbizia. Poi dice: « Quel villan volevi morto, Perche forzi ci havevi nimicizia; 2 Di dir la verità, ti torna conto, 3 Parlami schietto, e non ci fa' del tonto ». 4 |
1. - male, torvo 2. - forse ne eri nemico 3. - dire il vero è nel tuo interesse 4. - non fingere di essere tonto |
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Mà perche fece in realtà lo sbaglio, Et operò da semplice, non muta Il su' parlà colui; bensì hà travaglio, 1 D'havé la cosa 2 del villan saputa; El penzà, che fù messa à repentaglio La vita di quest'homo, (conosciuta L'innocenza di lui) gli dà sconforto, E gran dolore havria, 3 se fusse morto. |
1. - ha pena 2. - il fatto 3. - avrebbe (avuto) |
Meo torna alla bottega dove Togno viene assistito, portando con sé il feritore.
Dice Patacca à Togno: « Ò tù che resti Vivo, (mà non sò come,) se passasti 1 Un risico sì granne 2 , e sorte 3 havesti, Ch'a quel colpo, de fatto, non sballasti, 4 Dimmi, se mai costui tù cognoscesti, Se mai trà voi venissivo 4 à contrasti, Che, se stati ci son de i tiritosti, 5 Io voglio, ch'a costui cara gli costi. |
1. - superasti, sopravvivesti 2. - un rischio così grande 3. - fortuna 4. - non moristi, non perdesti la vita 5. - delle liti, dei duelli |
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Hora sappi, - così Meo gli raggiona, 1 - Questo, esser quello, che col su' schizzetto, Pigliò in mira, e colpì la tu' perzona; Ma lo fece pe' sbaglio el poveretto ». Più non volze 2 sentì quella marcona 3 Della moglie di Togno, ch'a dispetto Della bocciaccherìa, 4 che far gliel vieta, 5 Fece un salto da terra, alto tre deta. 6 |
1. - gli spiega 2. - volle 3. - donna goffa e malfatta 4. - della grande mole 5. - impedisce 6. - dita |
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Al grugno 1 di colui, ecco s'allancia, E le mani rannicchia, come uncini, In quest'atto, che fà, pare una grancia, 2 Quanno và rimenanno 3 i su' zampini: E mentre à quello, e l'una, e l'altra guancia Sgraffigna, 4 dice: « Ah razza d'assassini! Traditor! che mi dài tanto cordoglio, Con queste mani mie strozzà ti voglio ». |
1. - volto 2. - femmina del granchio 3. - dimenando 4. - sgraffia |
Meo risolve il problema con entrambe le parti in causa. Ordina ai suoi uomini che trovino un alloggio per la coppia, vicino alla bottega del barbiere, e un rifugio sicuro per lo sparatore, onde evitare questioni con la polizia. Quindi se ne va.
Ma proprio allora si avvicina un personaggio. Invidioso del prestigio di Meo, prova a denigrarlo, per fargli perdere la sua autorità morale.
Partito è appena, et ecco (oh cosa strana!) Un certo sgherro della Cappellina, 1 Che girava de fora 2 alla lontana, Subbito, alla bottega s'avvicina. Entra, e perché c'è gente, alla villana Col gomito, dà chiotto, 3 un'urtatina; De fatto si rivolta la buzzona 4 Guarda, né sà, chi sia 'na tal perzona. 5 |
1. - un furbone, una vecchia volpe 2. - di fuori 3. - di soppiatto 4. - donna corpulenta 5. - quella persona |
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Lui gle 1 dice pian piano: « Monna quella, 2 Di grazia non ve spiaccia, l'ascoltamme; Troppo gonza voi sete, e crederella, 3 Se dar volete fede, à quel rasciamme; 4 Delle sfavate, assai ve ne spiattella 5 Costui, che fà il riccone, et il Quamquamme, 6 Sbrascia 7 nelle promesse, et è uno scrocco, 8 Né ve darà l'aiuto d'un baiocco. |
1. - le 2. - signora come-vi-chiamate 3. - credulona 4. - quel dritto, quel furbo 5. - vi racconta molte cose grandiose 6. - fanfarone, millantatore 7. - esagera, si allarga 8. - avaro, tirchio |
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Chi lo cognosce, à fé, che non gli crede, Sà, ch'è un riggirator 1 qual sempre è stato; Mò, 2 che partì di quà, chi più lo vede? Dov'è, che manco un giulio, v'hà lassato? 3 Io già sò quello, che v'hà da succede: 4 (E direte, ch'appunto io ci hò azzeccato,) Vi farà fa' di molte spese, e poi, Toccherà certo di pagalle à voi. |
1. - truffatore 2. - ora 3. - lasciato 4. - che vi capiterà |
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Famo 1 una cosa per adesso famo, Et à su' tempo un'altra ne faremo; Tutta 'sta notte de passà lassamo; 2 Domani all'alba quì ci trovaremo. Allora vi dirò quello, che tramo, E à ripescà costui ce n'anneremo, 3 Se farete à mi modo, certo stimo, 4 Che 'sto gabbacompagni, noi ciarimo ». 5 |
1. - facciamo 2. - lasciamo passare 3. - andremo alla ricerca di costui 4. - credo, ritengo 5. - sistemiamo questo traditore, gli diamo il fatto suo |
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« Io, poveraccia me! non sò che dirmi, 1 E solo posso à voi raccomandarmi », Colei rispose, « e se vorrà tradirmi, (Come voi dite) io non saprò che farmi. 2 Habbiate carità, di sovvenirmi, 3 E quello, c'hò da fare, d'insegnarmi. Ecco, ch'a voi sol tocca, in cura havermi, E secondo il bisogno, provedermi ». |
1. - dirvi 2. - che farci, cosa fare 3. - suggerirmi |
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« Io v'hò già preso 1 - dice il Farinello - 2 Lassate pur di tutto à mè 'l penziero, 3 Che col mortificà 'sto squarcioncello 4 Di Meo Patacca io conzolarvi spero ». Così parlò costui, che contro quello Haveva un odio malignesco, e fiero, Sol perche (conosciutolo un poltrone,) 5 Nol volze accettà Meo pe 'l su' squatrone. 6 |
1. - compreso 2. - furbo 3. - lasciate che mi occupi io di tutto 4. - millantatore 5. - riconosciutolo un uomo di poco valore 6. - Meo non lo volle accettare nel suo squadrone |
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S'era già nella mente figurato, Perche di vendicarzi hà gran prorito, 1 Di fa' restà Patacca svergognato, Acciò più d'un, l'habbia à mostrar à dito. 2 Vuò, 1 che da 'sta bifolca sia trovato In chalche loco pubrico, 4 e assalito Con gran chiassate, acciò sia Meo tenuto 5 Per un busciardo, 6 e ingannator creduto. |
1. - grande voglia 2. - come vile, truffatore, ecc. 3. - vuole 4. - qualche luogo pubblico 5. - considerato, reputato 6. - bugiardo |