~ la lingua e la poesia ~ - 4 -
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CANTO III
ottave: 3-4, 8, 11-22, 25-29, 39, 43, 46, 48, 61-62, 68-69, 71, 74-77, 82-83, 85-86
Si sta facendo buio, ma al pensieroso Meo viene voglia di uscire in strada per fare una passeggiata.
Perche di bruno 1 mai senza el fanale 2 Non ce marcia suisci, 3 e senza el ferro, 4 Per esser questo el più gran capitale, Che pozza havé chi vuò tirà de sgherro, Mette la cinquadea 4 sotto ar bracciale, 5 E la lanterna alluma, 6 et io non erro, In dirvi che di cera non fà sprego, Se spesso addropa i moccoli 7 di sego. |
1. - all'imbrunire 2. - lampada, lanterna 3. - egli 4. - spada 5. - braccio 6. - accende 7. - fa uso delle candele |
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Se n'esce a piglià fresco à passo lento; Di tanto in tanto el caminà sospenne, 1 Par che l'ardore del suo ardir sia spento E timiglioso 2 lui sé stesso renne. L'amor di Nuccia, ora lo fà scontento, Ora di bilia 3 contro lei s'accenne; Mentr'è il penzier di quà e di là sbattuto, Più si mostra confuso e irrisoluto. |
1. - sospende, interrompe il cammino 2. - timoroso 3. - bile |
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Così sopra pensier, con passo tale Qual fà una donna gravida pedona, 1 Arriva al foro Meo, detto Agonale, Che ciamano 2 i plebei piazza Navona. Quì la state, 3 c'è un fresco badiale, 4 Ce se ricrea de notte la perzona: È così bella che mè so' già accorto, Che se non la descrivo, io gle fò 5 torto. |
1. - una donna gravida che vada a piedi 2. - chiamano 3. - d'estate 4. - meraviglioso 5. - le faccio |
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È longa giusto passi quattrocento, Di quelli ch'uno fà, quanno scarpina 1 Com'è il solito suo; 2 mà larga è cento, E solo ce ne manca una dozzina. Gle fanno in più d'un loco adornamento Fabriche 3 di bellezza soprafina; Oltre à queste, ce stanno intorno spase, 4 (Tutte à un paro 5 però) botteghe, e case. |
1. - cammina 2. - in modo normale, naturale 3. - costruzioni, edifici 4. - distribuite in gran numero 5. - tutte della stessa altezza |
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C'è una fontana in cima, e un'altra in fonno 1 Che à dir la verità senza sfavate, 2 Sin da coloro, che han girato el Monno Vengono con raggion magnificate; Son le vasche maiuscole; 3 mà tonno 4 Non hanno el giro, perche son'ovate 5 E sopra l'orlo poi, di tratto, in tratto, 6 Ce s'alluma un cantone 7 assai ben fatto. |
1. - ad un'estremità ed all'altra 2. - senza esagerazione 3. - enormi 4. - rotondo 5. - ovali 6. - ogni tanto 7. - vi si vede un angolo |
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Tutte due somiglianti hanno i vasconi, Di marmoro; 1 mà c'è 'sta differenza: Quella de sotto 2 hà quattro Mascheroni, Che fan sù l'orlo gran compariscenza; 3 Altri e tanti ridicoli Tritoni Ci son più arreto, 4 con tal avvertenza 5 Messi, che tutti sparpagliati stanno, E un concerto 6 bellissimo pur fanno. |
1. - marmo 2. - quella all'estremità meridionale della piazza, la Fontana del Moro 3. - grande effetto 4. - dietro 5. - in modo da, così che 6. - armonia |
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In mezzo della vasca, ritta, ritta Ce stà una statua sopra un travertino; 1 Par, che figuri una perzona guitta, Perche giusto el su' grugno è di burrino, 2 Verso el fianco sinistro la man dritta 3 Con la manca, 4 la coda ad un delfino Tiè con gran forza, e par, ch'habbia el tavano 5 Paura, che gli scivoli di mano. |
1. - un blocco di travertino 2. - perché ha per l'appunto sembianze da villano, da persona rozza 3. - la mano destra 4. - la mano destra 5. - il bifolco |
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Poi trà le gamme 1 di quest'huom di sasso, Dereto attorcinatosi 2 el gran pesce, Cava fora 3 la testa, e con fragasso Un capo 4 d'acqua dalla bocca gl'esce; Con quella poi, che for dell'orlo, abbasso Buttano i mascheroni, non si mesce, 5 Ed ecco, qual de 'sta fontana è l'opra; 6 Mà liscia, liscia 7 è poi quella di sopra. 8 |
1. - gambe 2. - attorcigliatosi dietro 3. - tira fuori 4. - uno zampillo d'acqua 5. - mescola 6. - l'architettura, il disegno 7. - priva di decorazioni 8. - quella all'estremità settentrionale della piazza, detta Fontana dei Calderari, era costituita dalla sola vasca disadorna; rimase incompiuta fino al 1874, venendo quindi rinominata Fontana di Nettuno per via dei nuovi gruppi aggiunti |
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E pur son tutte due scialose, 1 e belle, Mà poi, manco pe' sogno, hanno che fàne, 2 Con la fontana, che pe' dritto, 3 à quelle In mezzo della piazza viene à stàne; Le fà paré fontane ciumachelle 4 Chi à quest'altra le vuò rassomigliàne, (Benché chi de scoltura se rintenne, 5 Le metta in trà le cose più stupenne). |
1. - eleganti 2. - hanno in comune, sono paragonabili 3. - di fronte 4. - piccoline, giovani 5. - se ne intende |
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Hà la gran vasca un giro, ch'è perfetto, De fora, attorno, poi mattoni in costa 1 Formano una platea larga un pochetto Con tantin de pendiva 2 fatta à posta; Se mai l'acqua rescisse 3 dal su' letto, Scola subbito via, giù pe' 'sta costa; Basse colonne stanno attorno, e c'è Tra l'una, e l'altra, un ferro da sedé. 4 |
1. - disposti, orientati lungo il bordo 2. - una leggera pendenza 3. - tracimasse 4. - dove sedersi |
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Di pietre appiccicate 1 una gran massa Forma quasi uno scoglio, et aperture, Ch'una di quà, l'altra di là, trapassa Ci son de sotto, e in alto più sfissure. 2 Sù certi sassi, in dove l'acqua passa Nascettero insinenta le verdure; 3 L'occhio se gabba, 4 e lo faria 5 el penziero, Mà questo sà, che non è scoglio vero. |
1. - messe assieme, accostate 2. - fessure, crepacci 3. - alghe 4. - l'occhio è tratto in inganno 5. - farebbe ciò anche il pensiero |
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Par che voglia slamà 1 'sta gran montagna, Che sia stupor, che già non si sfragassi, 2 Che ce se veda più d'una magagna, 3 E ch'assai crepature habbiano i sassi. Se chalche forastier pappalasagna 4 Capita quì, ferma intontìto i passi, E trà sé dice: « Pah! Che bella cosa! Mà troppo è de cascà pericolosa ». |
1. - franare 2. - non sia già crollata 3. - danno 4. - ingenuo |
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Così i scioti, 1 ch'intennere 2 non sanno L'astuzie de 'sta bella architettura Guardan lo scoglio, e maraviglie fanno E quasi che tracolli, hanno paura. Tanto ciarvello, de capì 3 non hanno Che spesso l'arte scontrafà 4 natura, Come succede à questo gran disegno; Pare il caso architetto, 5 e fù l'ingegno. |
1. - semplici, stolti 2. - che non sanno comprendere 3. - non sono così intelligenti 4. - simula 5. - sembra opera del caso |
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Ce so' poi sopra, quattro cantonate, Et altr'e tante statue, una pe' parte; Cé stanno iofamente 1 quì assettate Se i posti da sedè gli fece l'arte. Questi so' fiumi con le fogge usate, Assai famosi in tell'antiche carte: 2 Nilo, Gange, Danubio, e c'è di più Detto, rio de la Platta, il gran Pegù. |
1. - bellamente, elegantemente 2. - nelle antiche carte geografiche |
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Estatico, un di loro si strabilia, E un altro iscontro 1 à lui pe' maraviglia, Reggenno con la man l'arme Panfilia, 2 Arme d'eccellentissima famiglia. A questa già la Musa mia s'umilia, E lei puro inarcanno 3 và le ciglia, Et à raggion de venerà gle tocca La gran Colomba, c'hà l'olivo in bocca. 4 |
1. - davanti, incontro 2. - lo stemma della famiglia Pamphilj 3. - inarcando 4. - la colomba col ramo d'ulivo nel becco, presente nello stemma dei Pamphilj |
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Benché sotto, 'sto scoglio sia scavato, 1 E che non para 2 à sostené bastante Un peso, ancor che fusse moderato, S'hà cera, d'anticaglia già cascante; 3 Pur ci stà sopra un obelisco alzato Che ciama guglia el popolo ignorante, Alto, grosso, e stà saldo, e ci vuò stàne, Ch'à ogn'altra cosa penza, ch'à cascàne. 4 |
1. - sia cavo 2. - paia, sembri 3. - se ha già aspetto di anticaglia 4. - a tutto pensa meno che a cadere |
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Questo è quel, ch'i due fiumi, come tonti 1 Guardano, in sù voltati, e stanno in atto, Con mani alzate, et increspate fronti Di chì vede stupori, e resta astratto. 2 Da i quattro seditori 3 escono fonti, E ancor dalle sfissure, 4 et in un tratto, Mentre, ch'in larghe striscie in furia casca L'acqua, di quà e di là, s'impe 5 la vasca. |
1. - come sbigottiti 2. - resta meravigliato, di stucco 3. - le figure sedute 4. - fessure 5. - si riempie |
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Come fà in tel pantano un'anatrozza, 1 Così appunto un Delfin quì à noto sguazza, E un'altro pesce, e ogn'un di loro ingozza L'acqua, che spasa 2 è già nella gran tazza; Questa resce 3 de sotto, e poi l'impozza La ciavica, 4 ch'in mezzo è della piazza. Un cavallo sguazzà puro s'allampa, Ch'alta denanzi 5 ha l'una, e l'altra zampa. |
1. - come un'anatra nel pantano 2. - ha già riempito 3. - esce fuori 4. - chiavica, 5. - tiene sollevata davanti |
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Da cupa tana, ch'è pur quì sculpita Assetato Lion se n'esce in fora, Stà in sopra i sassi, e regge lì la vita, 1 Piega le spalle, e abbassa il collo ancora; L'arida lingua dalle fauci uscita Al pian dell'acqua non arriva, e allora Si slonga 2 quanto può, non quanto deve, Tocca, e non tocca, e lui beve, e non beve. |
1. - la parte centrale del corpo 2. - si allunga |
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Un arboro 1 di palme stà appoggiato Allo scoglio, e in tel tronco è brozzoloso; 2 C'è un coccodrillo poi, mezzo arrizzato, E dereto à un canton quasi nascoso; Et ecco, che già tutto v'ho mostrato, Sol resta à dirvi, che fù autor famoso Di quest'opera granne, 3 (et io m'inchino Alle sue grolie) il Cavalier Bernino. |
1. - albero 2. - ruvido, scabroso 3. - grande |
Mentre Meo è perso nei suoi pensieri, gli capita di udire un gruppetto di persone vicine a lui, che stanno discutendo del suo progetto di organizzare la spedizione in termini scettici e piuttosto ironici. Meo si risente delle loro critiche, risponde loro a tono, e alla loro derisione, benché siano in molti, afferra la spada e si prepara ad un duello.
Dice un di loro: « Ho inteso 1 dir giust'oggi, Che vònno annà 2 'sti sgherri romaneschi, Benché guida non habbiano, né appoggi A squinternà 3 l'esserciti turcheschi ». « Andaranno el malanno, che l'alloggi! 4 - Rispose un altro - O sì che stanno freschi! Nelle sfavate 5 hanno bravure assai, Quel che dicono poi non fanno mai ». |
1. - udito 2. - che vogliono andare 3. - a far macello, a fare strage 4. - andranno al diavolo 5. - smargiasserie, vanterie |
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« Sò i romaneschi giovani da farlo Quel che dicono, et io pozzo saperlo, Meglio assai di nisciun, 1 per questo parlo, Ch'hanno valor, sò dirlo e mantenerlo. L'occasione gli manca di mostrarlo, Mà il modo mai non gli mancò d'haverlo, E chi dice di nò da mè si sfida: Col ferro in man la lite si decida ». |
1. - meglio di chiunque altro |
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Si stacca allor da quegli un homo sodo 1 Con gravità appoggiato à un bastoncello, Tira da parte Meo, mà con bel modo, Gli dice poi: « Sentite, signor Quello, 2 È grande il vostro spirito, vi lodo, Mà in grazia compatiteli, fratello, Che non hanno giudizio né creanza, Meritariano calci nella panza. 3 |
1. - massiccio, robusto 2. - signor Tizio 3. - meriterebbero calci nello stomaco |
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Che vi sia servitor; questa è gentaglia. A pigliarcela assai ci rimettete Di riputazion cò 'sta marmaglia. Vi farò sodisfar come volete, La prudenza alla collera prevaglia: 2 Fecero error di non parlare à tono, Mà voglio che vi chiedino perdono ». |
1. - il vostro onore non c'entra, non è in gioco 2. - prevalga |
Ognuno di essi si scusa con Meo, che si ritiene soddisfatto, e se ne torna a casa.
Frattanto, Calfurnia è ancora adirata per il maltrattamento subìto, e pensa di vendicarsi di Meo. Il giorno seguente si reca a casa di Nuccia.
Sin da quell'hora, ch'era Nuccia uscita Dalla casa di Meo, si messe 1 in testa, (Per essere una vecchia assai scaltrita), Nel vendicarzi aiuto haver da questa. Già teneva una trappola ammannita, 2 Ch'a seminà garbugli 3 era assai lesta, Da farce entrane, 4 (e vuò provarci adesso), E Nuccia e Meo Patacca à un tempo stesso. |
1. - mise 2. - preparata 3. - ad ordire intrighi 4. - per farvi entrare |
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Si veste in prescia, 1 perch'a lei mill'anni Gle pare ogn'hora 2 de vedé tramata L'infame tela dell'orditi inganni. Và di Nuccia alla casa, e quì arrivata, Vede, che stenne sù la loggia i panni, Segno, ch'aveva fatta la bucata. Gle dice da la strada: « Siete sola? Signora Nuccia, in grazia una parola ». 3 |
1. - in fretta 2. - ogni ora le sembra mille anni 3. - prego, vorrei dirvi una cosa |
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Sede la griscia 1 e assai pietoso l'occhio Rivolta in Nuccia, il capo scotolanno, 2 Batte la destra man sopra 'l ginocchio, E par che stia come trà sé, penzanno. (Mò mò costei farà sentì lo scrocchio, 3 Co' 'ste su' smorfie, à Nuccia, dell'inganno). Poi con cert'atti 4 di gran meraviglia, A dire incominzò: « Povera figlia! |
1. - vecchia 2. - dondolando, scuotendo 3. - affonderà il colpo 4. - atteggiamenti, espressioni |
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E che vi giova l'esser faccenduta, 1 Spirito aver, bontà, bellezza e grazia? Se sete così mal riconosciuta Da chi di sbeffeggiarvi non si sazia. E poi? chi vi maltratta? e chi rifiuta Il vostro amor sincero? Un malagrazia, 2 Un, che finge d'amarvi à più non posso, Poi con altri vi taglia i panni addosso. 3 |
1. - darvi tanto da fare 2. - irriconoscente 3. - dice di voi peste e corna |
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Quel Meo Patacca, quel che jeri al tardi 1 Andaste à ritrovà (gran traditore!) Quello, che par che languido vi guardi, E che, spasimi poi per vostr'amore, (Vatti a fidà de st'homini busciardi, 2 Ch'altr'hanno in sù la lingua, altro nel core 3 ), In faccia lui vi fà delle monine, 4 Peggio vi tratta poi delle sgualtrine ». |
1. - ieri sul tardi 2. - bugiardi 3. - dicono una cosa e nel cuore ne hanno un'altra 4. - moine, smancerie |
La vecchia continua a riferire a Nuccia i termini che Meo avrebbe usato nei suoi confronti.
« Che ho da fa' 1 con costei, ch'appunto jeri Co' le su' smorfie e co' li su' piantusci 2 À infettà 3 me venì? Credo ne speri, Che del su' amore, 'sto mi core abbrusci. 4 Piglia un grancio la gonza 5 e i su' penzieri Presto a lei riusciranno busci; 6 Non sà, sciorna, 7 non sà se chi è 'sto fusto, 8 Ch'in tel cuccalla ce se piglia gusto. 8 |
1. - cosa devo fare 2. - lamenti, piagnistei 3. - a darmi noia 4. - arda 5. - la stupida si sbaglia di grosso 6. - delusi, vani 7. - illusa 8. - non conosce il sottoscritto 9. - gode nel prenderla in giro |
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Altro ce vuò che fà la bocca stretta, 1 Rimenà 2 el capo e havé la parlantina! A infinocchiamme 3 nò, non ci si metta, Perche nostrisci è della Cappellina. 4 Si spacci pur con altri giovanetta, Ch'io già sò, che s'accosta alla trentina. E quel, ch'è peggio, ci vuò fa' la bella, E accorge non si vuò ch'è bruttarella ». |
1. - assumere un'espressione corrucciata 2. - scuotere 3. - a farmi cambiare idea 4. - io sono astuto, una vecchia volpe |
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« Ah lingua, lingua fracida, 1 ch'in pezzi Ti caschi! - disse Nuccia - acciò 2 che tutta Te la magnino 3 i cani, e 'sti disprezzi Havrò da sopportane? Io vecchia? Io brutta? Ah infame! À maltrattar così t'avvezzi 4 Nuccia, che per tuo amor sempre s'è strutta? E chi dirà che crudeltà non sia? Brutta à me? Vecchia ad una para mia 5 ? » |
1. - fradicia, guasta 2. - così 3. - te la mangino 4. - è così che maltratti 5. - una persona come me |
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Spasseggia intanto in prescia. 1 Hor coglie i panni, Hor li ristenne, 2 hor sul terren li getta, Non sà occultà, non sà sfogà l'affanni, Smania, gira, stà in piedi, e poi s'assetta; « Che gli pozzan venir mille malanni Tra capo, e collo, razza maladetta! - Dice, - Perché? Così mi fai? Perché? À mè? Donna attempata? Brutta a mè? » |
1. - cammina affrettatatamente, nervosamente 2. - ristende |
La vecchia le offre aiuto proponendole di lasciare che un bravo di sua conoscenza la vendichi, e punisca Meo.
Così poi parla: «Gnora 1 Nuccia! oh via! Quietativi, non giova il tapinarsi, Mà partito miglior, credo che sia, La collera sfogar col vendicarsi. Trovar il modo, sarà cura mia, E si farà per voi quanto può farsi. Ò ve lo fò ammazzar, quando vi piaccia, Ò con più sfresci 2 almen segnarlo in faccia ». |
1. - signora 2. - sfregi |
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« Per mè vorria 1 tolto gli fusse il fiato - Nuccia esclamò - né più vederlo mai, Mà s'innanzi mi capita l'ingrato, Voglio che venga ad incontrà i su' guai. 2 Diverso è adesso il cor da quel ch'è stato, E ricordarmi sol, che tanto amai Un traditor, ch'il galant'homo spaccia, 3 Per rabbia mi daria 4 de i pugni in faccia ». |
1. - vorrei 2. - che abbia il fatto suo 3. - si spaccia per galantuomo 4. - darei |
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« Io v'imprometto, e statene sicura, Perche sò, ch'a costui fuma il cervello, 1 Che per opera mia senza paura Meo Patacca mo' mo' 2 sfida à duello. In quattro colpi pe' la su' bravura La spiccia, 3 e di colui ne fà macello, Et un ripiego 4 tal chiara vi mostra À spese d'altri la vendetta vostra ». |
1. - è una testa calda 2. - su due piedi 3. - chiude i conti, definisce la questione 4. - una soluzione, un espediente |
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« À rischio di morir dunque s'espone, - Allora Nuccia sospirando disse, - Lo sfortunato Meo per mia cagione? E che saria, se lui per mè perisse? È ver, che se lo merita, il barone, 1 Mà non vorria per questo, che morisse. Ch'io l'amo ancor, benché così mi tratti... A mè vecchia? à mè brutta? eh crepi e schiatti!» 2 |
1. - l'infingardo, il malvagio 2. - muoia pure |