~ la lingua e la poesia ~
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Giuseppe Berneri
MEO PATACCA


indice
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CANTO V

ottave: 1, 3-4, 14-15, 17-19, 22-24, 33-34, 37, 40, 43-46,
51, 54, 58-59, 70-71, 74, 76, 84-85, 89, 92-94, 96-98, 101-102, 104



1

Era di già Calfurnia scivolata
Della finestra in sopra al muricciolo
E se ne stava giù scapocollata, 1
Né c'era altro con lei ch'il su' cagnolo.
Gle dava intorno più d'un'abbaiata,
E salticchiava come un crapiolo, 2
E tanto si rimuscina, 3 e si stizza,
Che la ciospa lo sente, e alfin s'arrizza. 4

1. - piegata a testa in giù
2. - capriolo
3. - si agita
4. - si solleva, si rimette in piedi

La vecchia è in apprensione per ciò che potrebbe essere capitato al suo bravo, Marco Pepe. Vorrebbe sincerarsene, ma ha troppa paura di Meo perché osi uscire di casa.
3 - 4

E pur vorria ciarirsene 1 vorria;
Rapre 2 pian piano la finestra, e attenta,
Osserva, se più in strada alcun ci sia,
Se più del caso chiacchiarà si senta.
Ch'ogni persona è scivolata via
S'accorge alfine, e questo la tormenta,
Che pe' sapé se veri sò i suspetti,
Inzino al novo dì bigna 3 ch'aspetti.

1. - vorrebbe sincerarsene
2. - apre
3. - bisogna, occorre

Serra, torna à smanià 1 , penza e ripenza,
Non si quieta, non cena, non riposa;
El tempo d'aspettà non hà pacienza
Per informasse 2 come annò la cosa.
Venutagli un tantin di sonnolenza,
Poggia al letto el cotogno 3 , mà penzosa
Si risviglia ogni tanto, e in simil forma,
Si po' dir che dormicchi, e nò che dorma.

1. - a mostrarsi agitata ed ansiosa
2. - informarsi
3. - la testa

Il giorno dopo, sul far dell'alba, corre alla casa di Marco Pepe. Ha paura persino di bussare, perché teme che egli possa essere rimasto ucciso nel duello.
14 - 15

Poi dà alla fine una sbatocchiatura, 1
E allora el cor gle zompica 2 nel petto,
Che di sentirzi dire, hà gran paura:
« Marco Pepe è quassù nel cataletto ». 3
Non risponne nisciun per sua sventura,
Però gli cresce sempre più 'l suspetto.
Sente un che scegne 4 giù, fà 'l viso smorto.
« Questo, - dice, - sicuro è il beccamorto ». 5

1. - un colpo col battente
2. - le batte forte
3. - nella bara
4. - scende
5. - becchino

Marco Pepe era quel che giù veniva,
Ch'assai poco pur lui dormito haveva,
E perche appunto allora si vestiva,
In mutanne e in camiscia giù scegneva.
Eran bianche le calze e gli cropiva 1
Berrettin bianco il capo, onde pareva,
(Sendo anche smorto pel timor passato),
Giusto giusto di Pietra il Convitato. 2

1. - copriva
2. - espressione traslata dalla commedia di Molière Don Giovanni o Il convitato di pietra (1665), in cui quest'ultimo è la statua di un ucciso (il Commendatore) che fa visita al suo uccisore (Don Giovanni); è rimasta nel linguaggio moderno, col significato di "presenza inquietante ed incombente", "persona a cui tutti pensano ma che nessuno osa nominare".

17 - 19

« Sò il cancaro 1 e 'l malanno che ti venga!
Entra pur, entra, ch'io con tè la voglio », 2
Disse colui. « Non sò chi m'intrattenga, 3
Ch'io contro tè non sfoghi el mi cordoglio.
Senti ve', 4 che nostrodine s'astenga
Di vendicarzi de 'sto gran imbroglio
In che l'hà messo 5 , nò non sarà mai;
A fe', che da vantattene non hai. 6

1. - cancro
2. - voglio chiarire la faccenda
3. - trattenga
4. - senti bene
5. - in cui sono stato messo
6. - non hai davvero da vantartene (nel senso di "te ne farò pentire")

La ciospa tutta allor stremir 1 se sente
In tel vedé costui così feroce:
« Di quel che v'è avvenuto io non sò gnente », 2
Disse, tremanno el cor più della voce.
« Tù fusti in tel pregamme impertinente, 3 ,
L'havé fatto à tu' modo assai me noce », 4
Repricò lui: « Si, con raggion lo dico,
Per tè me trovo in assai brutto intrico.

1. - rabbrividire dalla paura
2. - niente
3. - nel pregarmi fosti impertinente
4. - nuoce

Tù contro Meo patacca m'attizzasti, 1
Tù volesti ch'annassi à stuzzicallo, 2
E tanto col tuo dir m'inzampognasti, 3
Che controvoglia m'inducesti à fallo. 4
Senti! (Sol questo oggi sapé ti basti),
Che mi convenne vincitor lasciallo;
Che pe' malignità di sorte ria,
Fù sua la grolia, e la vergogna è mia.

1. - mi aizzasti, mi mettesti contro
2. - che andassi a stuzzicarlo
3. - mi raggirasti
4. - farlo

22 - 24

Mà però tù, mettiti puro 1 in testa,
(Giacchè tù me ci hai messo in tell'impicci 2 ),
Di sbrogliamme 3 da quelli, e sii ben presta,
Ch'io non voglio per tè novi stropicci. 4
Sò, (quanno vuoi) che sei ghinalda 5 e lesta,
Quel ch'impicciasti tù, da tè si spicci.
Nemico havé 'sto sgherro, à mè non piace,
Penzaci tù de fammece fa' pace ». 6

1. - pure, anche
2. - nei pasticci
3. - tirarmi fuori
4. - altri problemi
5. - astuta, abile
6. - farmici fare

« Volontier lo faria, 1 - costei rispose.
- Mà, (à dilla in confidenza) io non ci tratto
Con Meo Patacca, e sol per certe cose,
E per un torto granne, 2 che m'hà fatto.
Però ogni mia speranza si ripose
In vostre mani, allor che di quell'atto,
Che lui mi fece, io vista haver vorria. 3
Sol da voi fatta la vendetta mia ».

1. - lo farei volentieri
2. - grande
3. - io vorrei aver visto

« Ah vecchia malandrina! Ah griscia 1 indegna! -
Esclamò quello. - Alfin ci sei cascata
À scropì tù la torta; 2 e chi t'insegna
A dir che fù da Meo Nuccia sbeffata?
Al deto Marco Pepe se la segna: 3
A fe', che ci hai da esse rifilata 4
Se l'arrivo à sapé, che furba e scaltra
M'appettasti 5 una cosa per un'altra ».

1. - vecchia
2. - a tradirti, ad essere scoperta
3. - se la lega al dito
4. - battuta, percossa
5. - mi facesti credere

Mentre Calfurnia va via, temendo che il bravo scopra la verità e che le cose si mettamo male, Marco Pepe pensa di andare dal miglior uomo di Patacca a chiederne l'aiuto per poter presentare le proprie scuse a Meo. Quindi si avvolge nel mantello per non essere riconosciuto e, molto guardingo, anch'egli esce di casa.
33 - 34

Marco Pepe à 'sto modo, insospettito 1
Scarpina 2 , e fa' vorria con Meo la pace;
Stima d'ogn'altro poi miglior partito 3
Perzona havé, che sia mezzo efficace.
Sa, che trà i dieci sgherri el favorito
Di quello 4 è Cencio, giovane vivace,
D'uno spirito granne, et assai pronto,
E che Meo gli vuò bene, e ne fa' conto. 5

1. - sospettoso, guardingo
2. - cammina
3. - metodo, soluzione
4. - di Meo
5. - lo tiene da conto

Lo cerca, lo ricerca, alfin lo trova.
Perche amico è d'un pezzo, gli confida
El travaglio fierissimo, che prova
Pe' causa sol della passata sfida.
Però lo prega, ch'a pietà se mova,
Del su' spavento, e che non se ne rida,
Che se lui non l'aiuta, Meo Patacca
Gli rapre 1 il petto, ò 'l cocuzzòl 2 gli spacca.

1. - apre
2. - testa

37

Conchiude alfin, ch'à Meo far voglia intennere,
Ch'è pronto a domannagli perdonanza 1
Dell'ardir, ch'hebbe in tel volè pretennere 2
D'havé commanno in guerra e patronanza.
Che la saracca 3 poi gli voglia rennere,
Che non havrà mai più tant'arroganza
Di farci con suisci 4 el bell'umore 5 ,
Mà sempre gli sarà bon servitore.

1. - a chiedergli scusa
2. - nel voler pretendere, esigere
3. - spada
4. - con lui, con Meo
5. - lo spiritoso

Il bravo accetta di aiutare Marco Pepe, ed entrambi si dirigano alla casa di Meo. Cencio va avanti, per intercedere a favore del perdono.
Intanto Meo sta prendendo a nolo un abito elegante da un commerciante ebreo: vuole apparire elegante in occasione della presentazione delle sue truppe.
40

Stava Patacca in casa imbarazzato 1
Pe' negozio 2 , ch'a lui molto premeva,
Perche s'era già 'l tempo avvicinato,
Nel quale in Campo à comparì s'haveva. 3
Un vestito che fusse assai sforgiato 4
A nolo pe' quel dì piglià voleva:
Diverzi un cert'ebreo gle ne mostrava,
Lui fra tutti el meglior capanno stava. 5

1. - occupato
2. - per un compito, una faccenda
3. - ci si doveva presentare
4. - elegante, di lusso
5. - stava scegliendo

43 - 46

In questo mentre sù Cencio salisce 1 ,
Mà non già Marco Pepe, c'hà paura,
E s'a fa' pace Meo non s'ammollisce 2 ,
D'annagle in faccia 3 lui non s'assicura.
Cencio quanto più pò 4 lo compatisce,
Và da Patacca, e con disinvoltura
Dando in prima un'occhiata à quell'ebbreo,
Dice: « La riverisco signor Meo ».

1. - sale
2. - non acconsente, non cede
3. - di andargli davanti
4. - può

« Oh! Ben venuto Cencio! Hò proprio gusto »
Disse Patacca, « di quì havervi adesso:
Allampate un po' in grazia 1 , se và giusto
Quest'abbito, che in prova me so' messo?
Che, se co' 'sto bacurre 2 il prezzo aggiusto,
Che de famme piacere m'hà impromesso, 3
A nolo me lo piglio pe' dimane, 4
Che la comparza in campo s'hà da fàne ».

1. - per favore, guardate
2. - ebreo
3. - promesso
4. - per domani

Squatra Cencio la giubba, e attorno gira
Coll'occhiate, facennone 1 rivista,
E quanto più l'osserva, e più la mira,
S'accorge tanto più, che fà gran vista. 2
Perche l'ebreo non tenga alta la mira, 3
La sprezza, e dice: «È un abbito d'artista,
È assai zacchenne, 4 e c'è più d'un difetto »,
Mà però in tanto à Meo fece l'occhietto.

1. - facendone
2. - fa un grande effetto
3. - non chieda un prezzo elevato
4. - consunto

Finta fà questo allor che non gli piaccia,
(Perche di Cencio il gergo ben intenne 1 )
Assai presto da dosso se lo caccia,
Quasi nol voglia, et al giudio lo renne.
Allor sì costui fece agra 2 la faccia,
Mà tanto disse: « Che volete spenne? 3
'Sto signori de grazia me perdoni,
Questi, per vita mia 4 , so' robbi boni ». 5

1. - capisce bene il segnale
2. - contrariata, dispiaciuta
3. - quanto volete spendere
4. - comune interiezione del giudaico-romanesco
5. - è roba buona
Meo pattuisce un buon prezzo per gli abiti, ottenendo anche un vestito della taglia di un ragazzo, poiché ha in mente di farsi accompagnare alla cerimonia da un paggio. Anche Cencio prende a nolo un abito per sé stesso, e quindi parla a Meo della ragione per cui voleva vederlo.
51

« Signor Meo! Mi rallegro tanto tanto,
Et un gusto grannissimo ne sento,
Che havesse poi con vostra grolia e vanto,
Quel gran duello, un così bon evento. 1
E poi me ne congratulo altrettanto,
Che senza sangue fù 'l combattimento;
Basta il roscior, 2 ch'ebbe fuggenno el vinto,
Né importa, se non è di sangue tinto.

1. - un così favorevole esito
2. - rossore (di vergogna)

54

Hà però in capo 1 lui chalche suspetto,
Che questa di Calfurnia opera sia.
Che voi Nuccia ingiuriassivo, 2 l'hà detto
A lui stesso, ed è certo una buscìa. 3
Ch'abbia voluto far à voi dispetto,
Io chalche cosa ci scommetterìa, 4
Perche 'sta grima 5 , non ci mette gnente
Co' i su' riggiri 6 à inzampognà la gente.

1. - in mente
2. - ingiuriaste
3. - bugia
4. - ci scommetterei qualcosa
5. - questa vecchia
6. - con i suoi raggiri

58 - 59

Da Marco Pepe, - disse Cencio, - il vero
Sapé potrete, ch'è rimasto in strada,
Se voi vi contentate (come spero
E ve ne prego) ch'a chiamarlo io vada.
In quà con mè è venuto con penziero
De chiedeve 1 il perdono, e la su' spada.
Si confida in nostrodine, 2 e si crede
Ch'io 'sta grazia da voi pozza intercede ».

1. - di chiedervi
2. - in me, nel sottoscritto

Rispose Meo: « Di già m'ero ammannito 1
Di dargli presto più solenne un pisto; 2
Che s'una volta lui da mè è fuggito,
Se l'altra gli riusciva haveria visto, 3
Dissi, ch'el ferro 4 mai ristituito
Non gli saria 5 , se non ne fà l'acquisto,
Mà bigna 6 ch'io me plachi ai vostri preghi: 7
A chi merita assai gnente si neghi ».

1. - mi ero deciso
2. - una più solenne battuta
3. - avrei visto se gli riusciva di nuovo
4. - la spada
5. - non gli verrebbe mai restituita
6. - bisogna
7. - preghiere, richieste

Così Marco Pepe viene fatto entrare, e molto umilmente chiede perdono del proprio comportamento. Spiega anche come la vecchia lo avesse usato per il proprio piano. Meo si mostra magnanimo.
70 - 71

E tù sappi alla fin che ti perdono
La sfacciata insolenza che mostrasti,
Solo in grazia di Cencio, e ti fò dono
Della sferra 1 , ch'in preda à mè lassasti:
Fortuna havesti, e tiettene de bono, 2
Ch'a 'sto mio grand'amico t'appoggiasti;
Senza lui, pe' le cose che m'hai fatte
Ci annavi à fe' ci annavi pe' le fratte. 3

1. - spada
2. - ritieniti fortunato
3. - avresti davvero fatto una brutta fine

Solo in riguardo suo ti lasso vive, 1
Se nò te la sonavo assai di breve, 2
Che con le bone, e nò co' le cattive,
Da mè piacer, ò grazia si riceve;
Mà non penzà ch'io più te voglio scrive 3
Trà li mi sgherri, che menà 4 non deve
Un commannante 'sti ciafei 5 là dove,
Senza fuggì, s'intosta à fa' gran prove ». 6

1. - ti lascio vivere
2. - su due piedi ti davo una lezione
3. - che io ti voglia più arruolare
4. - condurre
5. - questi uomini vili, da nulla
6. - si combatte con valore

Marco Pepe e Cencio vanno via. Anche Meo esce, perché deve dar notizia alla gente del vicinato che il giorno seguente avrebbe avuto luogo la sua presentazione.
Per strada si imbatte in un capannello di gente: un uomo sta facendo un numero da sbandieratore, mentre due tamburini fanno rullare i loro strumenti. Meo pensa che sarebbe bello averli alla sua parata.
74

Questa è 'na certa festa, che la fanno
Innanzi alle lor case i bottegari,
E mentre uno stà in mezzo sbandieranno,
La gente ce se ferma à piedi pari. 1
Tocca ad ogn'arte 2 una sol volta l'anno,
Questi per ordinario 3 Macellari,
Pizzicaroli 4 sono, Osti, Erbaroli, 5
Fornari, 6 Ciambellari, e Fruttaroli. 6

1. - vi si sofferma, vi rimane a guardare
2. - ad ogni categoria lavorativa
3. - di solito
4. - pizzicagnoli
5. - erbivendoli, verdurai
6. - fornai
7. - fruttivendoli

76

'Sta sorte di bandiera si fà solo
Di taffetano 1 e di più teli uniti.
Larga e longa à misura d'un lenzolo;
So' i teli in bianchi e rosci scompartiti. 2
Colui, ch'è quì nel mezzo, è un tal Fasciolo:
Fà l'ortolano, et assai ben vestiti
Con lui sono i compagni, et è sol questa
La causa, ch'in quel giorno è la lor festa.

1. - taffetà, stoffa simile a seta
2. - a riquadri bianchi e rossi

Finita la rappresentazione, Meo chiede a Fasciolo se gli va di prendere parte alla sua iniziativa.
84 - 85

« Domani doppo pranzo el mi squadrone
Farà in Campo Vaccino la gran mostra;
Perche sia tutta scialo 1 'sta funzione
Ci manca solo la perzona vostra;
Appena v'allampai, 2 che con raggione
Incrapicciato el genio mio se mostra, 3
Già che pratico sete 4 del mestiero,
D'havervi in detto giorno per alfiero.

1. - tutta sfarzo
2. - vi vidi, vi notai
3. - rimasi interessato, mi venne fantasia
4. - siete

Se inverso 1 Vienna poi marcià volete,
Ci haverò gusto ci haverò più assai,
E la carica vostra riterrete, 2
Né quest'onor vi sarà tolto mai ».
« M'haverete fidele, m'haverete,
- Fasciolo risponné - ch'io già penzai,
S'a tempo lo sapevo, 3 da mè stesso,
Chiedervi quel, ch'a mè chiedete adesso ».

1. - verso
2. - manterrete il vostro grado
3. - se l'avessi saputo per tempo

Meo osserva che sulla bandiera di Fasciolo sono raffigurati degli ortaggi, che reputa un emblema inadatto. Ma trova un escamotage.
89

« Mà zitto! 1 c'è rimedio. Ecco sentite,
Di fa' quel ch'io vi dico non v'increschi; 2
Con carte gialle e roscie ricropite 3
'Sti cibbi grossolani ortolaneschi;
Di questi in scammia 4 siano quì sculpite 5
L'insegne di noi altri romaneschi,
Che so' cose civili, e nò villane,
Fionne, rocci, stortini, e dorindane ». 6

1. - (enfatico) ho trovato, non dite altro
2. - non vi rincresca
3. - ricoprite
4. - al posto di questi
5. - effigiate
6. - fionde, sassi e spade

Nel frattempo, Marco Pepe e Cencio hanno informato Nuccia della trama ordita dalla vecchia, come Meo aveva ordinato loro di fare.
92 - 94

Hor mentre è intento à 'st'opera onorata,
Nuccia un'altra ne fà poco civile; 1
Resce da casa sua tutta infoiata, 2
Mena Tuzia con sé, com'è il suo stile.
Và per far à Calfurnia una piazzata,
E peggio ancora, pe' sfogà la bile,
Che gle rosica el cor, 3 perche gli è nota,
Quella che lei piantò grossa carota. 4

1. - ne fa una grossa
2. - adirata
3. - in quanto le brucia
4. - bugia, menzogna

Già Marco Pepe e Cencio in compagnia,
Per ubbidir à Meo, che gle l'impose,
À Nuccia fatt'havevano la spia
Di quello che la ciospa 1 à lei suppose; 2
Par ch'una furia scatenata sia,
Che vada in prescia in prescia 3 à fa' gran cose;
Di Calfurnia alla porta infin arriva,
E giusto per uscir costei l'apriva.

1. - la vecchia
2. - spacciò, fece credere
3. - in fretta in fretta

La spegne 1 Nuccia, e rentra de potenza 2
Lì dove à piana terra c'è una stanza;
Mà però dice Tuzia: « Co' licenza », 3
Pe' non paré de fa' mala creanza.
Hebbe Calfurnia allor tanta temenza, 4
Cognoscenno, di Nuccia alla baldanza,
Che haveva in testa calche sghiribizzo, 5
Ch'addosso gle venì gran tremolizzo. 6

1. - spinge
2. - entra di forza
3. - chiedo permesso
4. - timore
5. - qualche idea strana
6. - tremore

96 - 98

« Ecco se che cos'ho, 1 tò, piglia, e impara,
Busciarda! 2 à mette male trà le genti »,
Quella così gle dice, e colpi spara
Di spallate, di pugni e sciacquadenti. 3
Meglio che pò, Calfurnia si ripara,
Mà non fà già, che i sganassoni allenti 4
Nuccia, che perticona 5 e assai forzuta
Li ridoppia, e continua la battuta.

1. - ecco cosa ho
2. - bugiarda
3. - ceffoni, sberle
4. - non riesce a far sì che riduca il numero di sberle
5. - alta di statura, spilungona

« Aiuto! ahimé! - grida colei, - che fate
Monna Tutia? perche non ci spartite? »
Questa si mette in mezzo. « Oh via fermate
Signora Nuccia! - dice, - e me sentite,
Voi già à bastanza gle n'havete date,
È troppo, se con lei più v'infierite,
È vero in quanto, che raggione havete,
Mà poi stroppià 1 per questo la volete? ».

1. - render storpia

Vedenno ch'il piglialla 1 con le bone
Gnente giova, e che lei più s'inasprisce,
Intrattené 2 la vuò, mà uno spintone
Gle dà Nuccia, e così te la ciarisce. 3
Và Tutia abbasso, co' 'no stramazzone, 4
Che longa stesa giù 5 la sbalordisce.
Più allor Nuccia s'infuria, e fà la sgherra.
Et à Calfurnia casca il core in terra. 6

1. - il prenderla
2. - trattenere
3. - se ne libera, la sistema
4. - va in terra con un cascatone
5. - stesa lunga
6. - perde ogni speranza, si dispera

101 - 102

Nuccia si scioglie 1 allor peggio di prima,
Se gl'avventa alla vita, e al muro stretta,
Quì 'l capo gle vuò sbattere, e la grima 2
Di restà sfragassata, 3 già s'aspetta.
Perche così gran impeto reprima,
Tutia alzatasi infin, corre all'infretta,
Né potenno con altro, con la voce,
Procurà 4 di placà Nuccia feroce.

1. - si scatena
2. - vecchia
3. - con la testa rotta
4. - riuscire

Mà non per questo già costei si stacca,
E mentre più s'aggruma, e più s'ammucca, 1
Alla ciospa, in resistere assai fiacca,
Gle fà in te la muraglia urtà la gnucca; 2
In vedé ch'in pistalla 3 non se stracca, 4
S'intontisce la vecchia mammalucca,
Mà sazia Nuccia alfin, più non la tocca,
E te la fà restà come un'allocca. 5

1. - più si fa imbronciata
2. - le fa urtare la testa contro il muro
3. - pestarla
4. - non si stanca, non ne ha abbastanza
5. - intontita, stordita

104

Nuccia intanto le scuffie 1 si raggiusta,
E 'l capo ancor, che s'era tutta sconcia 2
Con tanto maneggiarzi, e nò gle gusta
L'uscir così sciattona, e si riacconcia. 3
Parte con Tutia, e una vendetta giusta
Crede havé fatta, e quella vecchia moncia 4
Resta à sfogane el su' dolor col pianto,
Et io mo' gle la sono 5 , e lasso il canto.

1. - cuffie
2. - spettinata
3. - si riaggiusta
4. - tonta
5. - ora me ne vado, tolgo il disturbo