~ la lingua e la poesia ~
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Giuseppe Berneri
MEO PATACCA


indice
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CANTO VII

ottave: 6-8, 11-14, 18-19, 25, 29-31, 38-42, 51-52, 54-55, 57-58, 60, 64-68, 70-83, 85)


Il giorno dopo Meo esce di casa di buon'ora per andare a trovare Nuccia, come le aveva promesso.

6 - 8

Alla casa di lei ben presto arriva,
Quì c'era Tutia che scopanno 1 stava
Giù nell'entrone 2 , ch'alla strada usciva,
E alla porta ogni poco s'affacciava.
Era intenta à osservà se Meo veniva
Per esser questo quel che gl'importava,
Anzi ch'a posta lì s'intratteneva,
Se già da Nuccia il gergo havuto haveva. 3

1. - scopando
2. - androne
3. - cioè: metteva in atto lo stratagemma che Nuccia le aveva indicato

S'accorge alfine e consolata resta,
Ch'alla sfilata 1 Meo viè puntuale:
Tra sé subbito fece una gran festa, 2
E se ne curze 3 allor verzo le scale:
« Signora Nuccia mia! Stateme lesta, 4
- Disse, - che vien l'amico! » « Manco male! 5 -
Rispose lei, - Parlate adesso voi,
Che come già v'hò detto, io verrò poi ».

1. - addrittura (nota di Berneri)
2. - si rallegrò
3. - corse
4. - state pronta, state all'erta
5. - meno male!

Fatta c'hà 'st'imbasciata calda calda, 1
À scopà torna, et à gnent'altro abbada 2
La ciospa, che per essere ghinalda, 3
Manco rivolta più l'occi 4 alla strada.
Nella faccenda sua, mentre stà salda,
Finge che pe' la testa altro gle vada; 5
Mà però, entrato Meo, gli fà ben presto
Con braccia alzate, d'allegrezza un gesto.

1. - non appena fatta questa ambasciata
2. - non bada ad altro
3. - astuta
4. - nemmeno rivolge più gli occhi
5. - finge di pensare ad altro

Tuzia si adopera quanto può per convincere Meo a rappacificarsi con Nuccia.
11 - 14

« Se sapessivo 1 quanto s'è sbattuta, 2
Pe' vostro amor, quanto s'è tapinata,
Ve ne saria 3 compassion venuta,
Faceva cose poi da disperata.
Benché sia lei 'na giovane saputa, 4
Quasi fora de gangani 5 era annata.
Se ieri non l'havessivo 6 sentita,
Tutta già for di sé sarebbe uscita.

1. - sapeste
2. - depressa
3. - sarebbe
4. - istruita e di buon senso
5. - fouri dai gangheri, impazzita
6. - l'aveste

Per la gran rabbia non trovava loco, 1
Perche gle si scioglié, stracciò 'l zinale, 2
Sentì da un aco puncicarsi 3 un poco,
Mentre cuciva, e mozzicò 4 el ditale.
Drento una pila che bulliva 5 al foco
La cenere metté scambio 6 del sale;
Buttò cert'acqua in strada, e giù con quella,
Scionìta lassò annà la catinella. 7

1. - non trovava pace
2. - lacerò il grembiule perché le si era sciolto
3. si sentì pungere da un ago
4. - morse
5. - bolliva
6. - anziché, al posto
7. - stordita, lasciò cadere il catino

Un'altra poi ne fece assai più brutta, 1
(Ve la dico, mà solo in confidenza):
Specchiannose 2 si vidde un po' distrutta;
Per dolor, che più à lei non date udienza; 3
Stacca lo specchio, e in terra poi lo butta
Con tutta rabbia e tutta violenza;
Sù ci sputa, e co' i piedi lo calpesta,
Sino ch'affatto sminuzzato resta.

1. - ancora peggiore
2. - specchiandosi
3. - non avete più interesse

Considerate, se il cervel bulliva;
Mà quel, ch'è peggio poi, strazi 1 faceva
Della perzona sua, lei non dormiva,
E né manco magnava, 2 né beveva.
Voi signor Meo, se la volete viva,
Fate che torni, come già soleva,
À starvi in grazia, 3 e se 'l contrario trova, 4
Allor sì, ch'al suo mal niente più giova.

1. - scempio
2. - neppure mangiava
3. - a essere vostra amica
4. - in caso contrario

Tuzia racconta a Meo di come Calfurnia avesse mentito a Nuccia, e di come la giovane le avesse dato per questo una bella lezione. Egli risponde:
18 - 19

« Ben glie 1 sta, - disse Meo. - Peggio doveva
Faglie 2 Nuccia, e se più la sciupinava, 3
Quello che meritò, lei gle faceva,
E me dava più gusto, 4 allor me dava.
Mà però Nuccia accorgese 5 poteva,
Che quella griscia te l'intrappolava; 6
Quanno 'ste ciarle 7 contro mè sentiva
In crede non doveva esser curriva. 8

1. - le
2. - farle
3. - maltrattava
4. - sarei stato ancor più contento
5. - accorgersi
6. - che quella vecchia la raggirava
7. - queste chiacchiere
8. - non doveva crederle subito

Mà di quel ch'è passato, io già mi scordo.
Che più à 'ste cose per sottil 1 non guardo,
Et à un core di femmina balordo,
Perche geloso, io voglio havé riguardo.
Venga pur Nuccia, e subbito m'accordo,
À farce pace, e non sarò busciardo, 2
Se ritorno à impromettergle d'amàlla, 3
Pur che non fiotti allor, c'hò da lassalla ». 4

1. - in modo pignolo
2. - bugiardo
3. - a prometterle d'amarla
4. - purché non si lamenti quando dovrò lasciarla

Così Tuzia finalmente chiama Nuccia (che fa finta di non sapere della visita di Meo).
25

Nuccia fà core, 1 e à dir la cosa schietta 2
Così incominza: « Signor Meo, perdono
Vi chiede una tradita giovanetta,
Ch'errò, per creder troppo, e quella io sono.
Nel dirvi ingiurie, troppo fui scorretta,
Mè stessa à ogni gastigo sottopono; 3
Tutto soffrir prometto, pur ch'io viva,
Benché lungi da voi, di voi non priva. 4

1. - si fa coraggio
2. - autentica, vera
3. - sottopongo, mi rimetto
4. - cioè: con voi, anche se siete lontano

29 - 31

Vero non sia, - risponne lei, - ch'ardisca 1
Dir cosa, ch'el sentirla vi rincresca,
Né, che per quanto 'sto mio cor patisca,
Una parola dalla bocca m'esca.
Lo vuole ogni raggion, ch'io consentisca,
Ch'andiate ad assaltà gente Turchesca.
Acciò, s'al naso vi verrà la mosca, 2
La bravura di voi, là si conosca ».

1. - che io ardisca
2. - se andrete su di giri

« Mi date in tell'umor 1 - quì Meo ripiglia, -
Così parla, chi è donna di giudizio,
Che quelle cose mai non disconsiglia,
Ch'a lascialle, 2 son poi di pregiudizio.
L'annare à fare in guerra un parapiglia,
E mette i Turchi cani in precipizio, 3
È un'opera da bravo, e non capisce,
Cos'è grolia e valor, chi l'impedisce.

1. - mi rallegro di quanto dite
2. - a non compierle
3. - in precipitosa fuga, in disfatta

Voi gnora Nuccia mi direte: - È vero,
Ch'annà 1 alla guerra à rifilà quei pioppi, 2
È un'impresa de garbo, 3 un bel pensiero,
Quanno però, là non ci siano intoppi.
Mà sempre c'è un pericolo assai fiero,
Ch'uno ce sballi, 4 ò ch'alla men si stroppi, 5
Io vi risponno, ch'è più bella attione 6
Morì bravo, che vivere un poltrone ».

1. - che andare
2. - a suonarle a quegli stolti
3. - è un'opera meritevole
4. - muoia
5. - rimanga perlomeno storpio
6. - azione

Ora Meo va a trovare i nobili che gli hanno promesso un contributo per la spedizione.
38 - 42

Mà perche sà che pe' buscà 1 regali
Trattanno 2 con perzone di rispetto
Non bigna 3 dar à personaggi tali,
D'esser una gran piattola, 4 sospetto,
Mà si deve aspettà, che liberali
Faccino 5 loro stessi, quel c'han detto;
Penza de traccheggià, 6 perche nisciuno,
Trascurato 7 lo stimi, né importuno.

1. - per ottenere
2. - trattando
3. - bisogna
4. - una gran seccatura
5. - facciano
6. - ineducato

Và in questa casa e in quella, e assai diverzi
So' i ripieghi, 1 che piglia; in t'un cantone
Hora stà d'un palazzo à intrattenerzi,
Sino ch'a caso affacciasi 'l patrone.
Subbito allor s'accosta, e fà vederzi,
Mentre, in fargli col piede scivolone 2
Una riverenziata, 3 alza lo sguardo,
Quello lo ciama, 4 e te gle dà il belardo. 5

1. - gli stratagemmi
2. - scivolando col piede (per flettere il ginocchio)
3. - una riverenza, un inchino
4. - lo chiama
5. - e gli dà il contante

Poi và in un altro loco, e arriva in sala,
Chalche amico pistolfo 1 ci ritrova,
Facendogli accoglienze con la pala 2
Discorrendo gli và di chalche nova.
Esce intanto il signore; un caposcala 3
Meo de posta, 4 currenno, 5 se và à trova;
Finge venir allora, 6 e 'l personaggio,
Che gli dia pozzolana 7 ordina à un paggio.

1. - valletto, servitore di sala
2. - a profusione
3. - un'estremità della scala
4. - all'improvviso
5. - correndo
6. - finge di essere appena arrivato
7. - denaro

Con queste, e somiglianti ritrovate,
In altre case ancor fece pulito; 1
Monete in quantità gli furno date,
Di che restò lui stesso assai stordito;
Ò che gli furno subbito contate, 2
Ò fatti ordini à i banchi, 3 onde fornito 4
Ch'ebbe d'annà da 'sti signori e quelli,
Grossa somma abbuscò 5 di saltarelli. 6

1. - fece un bel bottino
2. - date in contanti
3. - compilate lettere di credito per le banche
4. - per cui finito
5. - ricevette
6. - monete

Durò tre giorni 'sto riscotimento,
Nè mai si crese 1 Meo, d'abbuscà tanto.
L'havé 'sto capitale senza stento
Gli paré un sogno, gli paré un incanto;
Vede che c'era già 'l provedimento, 2
Ancorché lo squatron fusse altr'e tanto; 3
Annò da i dieci sgherri, et assai pronto
Di quel, che riscoté gli fece 'l conto.

1. - credette
2. - il sufficiente, quanto bastava
3. - sempreché anche lo squadrone fosse pronto

È notte. Meo è assorto nei suoi pensieri riguardo alla data di partenza della sua spedizione, quando giunge alle sue orecchie un vociare dalla strada.
51 - 52

Ecco, sù le prim'hore della notte,
Molte chiassate all'improvviso fatte,
Certe voci si sentono interrotte,
E restano le genti stupefatte.
1 quà, mò là si sparano più botte, 2
Da casa allor Patacca se la sbatte; 3
Della strada in tel mezzo se n'annette, 4
E quì, à sentì che nova c'è, si mette.

1. - ora, adesso
2. - colpi, spari
3. - se ne esce
4. - andò in mezzo alla strada

S'intrattiè, fin che passa chalched'uno,
Sol per interrogallo, e sapé 'l vero;
Assicurato vien, mà da più d'uno
Dell'arrivo improviso d'un curiero,
Che c'era una gran nova, che nisciuno
Se l'aspettava, manco pe' penziero, 1
Che, non solo fù Vienna liberata,
Mà dato el pisto 2 alla Turchesca armata.

1. - nemmeno per idea
2. - batosta, solenne lezione

54 - 55

Hebbe quasi Patacca à disperarzi,
Perche senza di lui seguì l'attacco;
Voluto havria 1 nel fatto ritrovarzi,
Per dare à i Turchi el sanguinoso acciacco; 2
Da generosa invidia, puncicarzi 3
Sente il core, e di più stima suo smacco,
Non havé fatto prima, al modo stesso,
Quello, ch'a far, s'era ammannito 4 adesso.

1. - avrebbe
2. - terribile sconfitta
3. - pungersi
4. - preparato

Accortosi alla fin, ch'el su' disegno 1
Di dar soccorzo à Vienna, è ito 2 à monte
E che la sorte non lo fece degno
D'annar in campo del nemico à fronte,
Muta penziero muta, e à novo impegno
Drizza le voglie, 3 ad operà già pronte,
E nella grolia simile lo stima, 4
Ò poco differente, à quel di prima.

1. - progetto, proposito
2. - andato
3. - rivolge i suoi pensieri
4. - cioè: ritiene che cambiare progetto non sarà di minor valore dell'intenzione, ormai sfumata, di andare in guerra

57 - 58

Gli zompa 1 in testa un altro bel penziero,
Pe' sfogà conto i Turchi el su' prorito, 2
E quel che fa' non gli poté da vero,
De faglielo pe' burla hà stabbilito.
Non sol dei sgherri sui, 3 mà dell'intiero
Popolo, da cui spera esse ubbidito
Vuò farzi capo, acciò 4 ch'a su' richieste
Quello s'impieghi 5 in tel fa' giochi e feste.

1. - salta
2. - prurito, voglia di agire
3. - suoi
4. - affinché
5. - si adoperi, si dia da fare

Di cartapista, di cartone, e stracci
Vuò che fatti si vedino bambocci, 1
C'habbian de i Turchi l'abbiti e i mostacci, 2
E che in straziarli 3 più d'un dì s'incocci, 4
Vuò ch'un solenne sbeffo se ne facci,
E che sieno impiccati à son de rocci, 5
E sotto con candele ò accesi micci, 6
Per abbruscialli, el foco se gli appicci. 7

1. - vuole che si vedano fantocci fatti di... ecc.
2. - volti
3. - farne dileggio e maltrattamenti
4. - si continui per più di un giorno
5. - siano linciati a suon di sassate
6. - micce
7. - si dia loro fuoco per bruciarli

60

Corre dal Vetturino su' parente,
Ch'era da casa sua poco distante;
È nello scarpinà così valente, 1
Che si porta laùt 2 in t'un istante.
Si fà prestar allor subitamente
Un cavallo ch'annava de portante; 3
Mentre Meo la vittoria gli racconta,
Quello l'insella, e questo sù ce monta.

1. - cammina così bene
2. - là, colà
3. - con un'andatura portante

Meo va a trovare di corsa i suoi bravi, invitandoli a diffondere la notizia nella propria zona, e a dire alla gente di uscire nelle strade per organizzare un festeggiamento, portando con sé qualcosa da poter bruciare a mo' di torcia.
64 - 68

Calò non solo in strada la plebbaglia,
Mà gente ancor venì di mezza tacca 1
E tutti fanno, (né pur uno sbaglia),
Quel che penzò, quel ch'insegnò Patacca.
Una scopa di zeppi, 2 ò almen di paglia,
S'abbusca 3 ogn'uno, e 'l foco poi gl'attacca, 4
Pel manico la piglia, e la tien alta,
E con gridar: « Eh viva! » e curre, e salta!

1. - di ceto sociale intermedio
2. - di sterpi
3. - si procura
4. - l'accende

Di fiaccole à posticcia 1 ecco si scerne 2
Una non mai più vista filastrocca; 3
Non sà se siano lampade, ò lucerne
Chi nelle strade da lontano sbocca.
Di lanternoni, più che di lanterne,
Hanno cera 4 e la gente allora fiocca, 5
S'accosta, e alfin la verità si scrope, 6
Che parono 7 fanali, e poi so' scope.

1. - finte, rimediate
2. - si vede
3. - una processione senza uguali
4. - hanno l'apparenza
5. - viene in massa
6. - si scopre
7. - sembrano

Una lograta, 1 un'altra se n'appiccia, 2
E questa in alto subbito s'imposta 3
E chi non l'hà, meglio che pò l'impiccia; 4
Alla peggio la crompa, 5 e assai gli costa,
Chi ne tiè quantità, presto le spiccia, 6
Nel prezzo in quel bisbiglio, 7 alza la posta;
Vale una scopa appena sei quatrini,
E mò si vende un giulio e du' carlini. 8

1. - bruciata, consunta
2. - se n'accende
3. - si alza, si tiene sollevata
4. - si arrangia alla meglio
5. - tutt'al più la compra
6. - le vende tutte
7. - in quella confusione
8. - un giulio e due carlini = 125 quattrini (cfr. la pagina sull'antica monetazione di Roma)

Più ch'in ogn'altro loco, assai gustosa
Rescì 1 'sta festa in una strada ritta,
Longa un miglio, et in Roma assai famosa;
Pe' nominata antica, 2 il Corzo è ditta. 3
Nel Carnevale è piena 'sta calcosa 4
Di gente così nobil, come guitta, 5
A diluvio 6 le maschere ce vanno,
E la Curza, li Barbari 7 ce fanno.

1. - riuscì
2. - per antica definizione
3. - detta
4. - strada
5. - tanto di nobili che di plebei
6. - a frotte
7. - i cavalli barberi (cfr. la pagina sul Carnevale Romano)

Un miscuglio di fochi saltarizzi 1
In aria si vedeva, e come pazzi
Zompavano con varj schiribizzi, 2
In te le strade, l'homini e i regazzi.
Chi scope non aveva accese i tizzi, 3
E tutti insieme favano 4 schiamazzi.
Con le forcine 5 in mano, à montarozzi, 6
Bruciorno paglia e fien, cucchieri e mozzi. 7

1. - saltellanti
2. - saltellavano con traiettorie bizzarre
3. - pezzi di legna da ardere
4. - facevano
5. - forconi da fieno
6. - cumuli
7. - cocchieri e garzoni di stalla bruciarono ecc.

In questa confusione generale è inevitabile che accada qualche incidente. Uno curioso è provocato da due giovanotti, che scoprono per caso di essere rivali in amore.
70 - 83

Mentre fava 1 spettacolo assai bello
La razza de 'sti novi luccicori, 2
De fa' 'na bizzarrìa, penzò 'l ciarvello,
Di due romaneschetti bell'umori. 3
Tappo un se ciama, 4 e l'altro Ciumachello;
Due scope lunghe assai, da imbiancatori
Alzano accese, e son gusti tamanti, 5
Il vedé spasseggià 6 fochi giganti.

1. - faceva
2. - il nuovo tipo di luminarie
3. - due giovanotti buontemponi pensarono di fare una cosa stravagante
4. - si chiama
5. - è un gran bello spettacolo
6. - veder andare in giro

In tel farzi 'sta lucida allegria
Succede un caso, che si stima 1 un gioco;
Pare in principio, che gran gusto dia,
Mà fà nasce garbugli, 2 à poco à poco.
Resciva in fora certa gelosia 3
Da una finestra, e Tappo gle dà foco;
Mentre ch'una gran scopa in man si trova,
Facile gli riesce una tal prova. 4

1. - si reputa
2. - problemi
3. - una tenda veneziana sporgeva in fuori
4. - ciò accade facilmente, vista la lunga scopa che reggeva in mano

Perch'è quella 1 d'un legno inaridito,
E pe' l'antichità tutto tarmato,
Presto s'affiala, 2 e resta intimorito
Pe' paura di peggio el vicinato.
Et ecco Ciumachello sbigottito
Curre, pe' da' rimedio, e 'l foco alzato 3
Coll'alta scopa sua smorzà voleva,
Mà con la gelosia la scopa ardeva. 4

1. - la veneziana
2. - s'avvampa
3. - che divampava
4. - la scopa con cui voleva spengere il fuoco ardeva assieme alla veneziana

Strillano tutti allor; mà più schiamazza
'Na certa gnora lei, 1 che lì abbitava,
Et era una bellissima ragazza,
E Ciumachello un po' d'amor ce fava: 2
Si sentiva gridà, com'una pazza,
E l'amico più allor s'affaccendava,
Che trovà presto il modo, havria 3 voluto,
Di dar à quell'incendio un chalche ajuto.

1. - una certa signora
2. - amoreggiava con lei
3. - avrebbe

Mà 'l foco stesso lo levò d'impacci,
E le cose alla fin messe 1 in sicuro,
Perche arrivò à brusciàne 2 un di quei lacci,
Che tiè la gelosia legata al muro.
Fà 'l peso d'una parte, che si slacci
Dall'altra ancora 3 e caschi giù 'l tamburo;
I vicini paura più non hanno,
Mentre ch'il foco non pò fa' 4 più danno.

1. - mise
2. - bruciare
3. - anche dall'altra parte
4. - non può fare

Tappo lo sdegno suo sfogà pretese,
Per esser di ciarvello assai fumante, 1
Con quella signorina, che scortese,
Nol volze accettà mai per su' cascante. 2
Perche 'l disprezzo à petto se lo prese, 3
Ne fece 'sta vendetta stravagante;
Non sapeva, né haveva mai sentito,
Che fusse Ciumachello el favorito.

1. - una testa calda
2. - non lo volle mai accettare come spasimante
3. - se l'era presa per essere stato disprezzato

Mentre fornisce 1 el foco de smorzarzi,
E che lassa 2 colei di sbigottirzi,
Ciumachello s'infoia, 3 e vuò trovarzi
Con Tappo, e dell'affronto risentirzi;
Mà non gli basta già, pe' vendicarzi,
E d'ingiurie, e di chiacchiere servirzi,
Mà curre, e giusto fà, come i can corzi, 4
Ch'a sbranà vanno li cignali, ò l'orzi. 5

1. - finisce
2. - cessa
3. - si scalda, si altera
4. - come i cani corsi
5. - che vanno a sbranare i cinghiali e gli orsi


Pare propio che voglia in carne e in ossa,
Divorarzi colui; per mezzo 1 passa,
À chi dà un gomitone 2 , à chi 'na scossa, 3
E te la fà da Capitan Fragassa; 4
Trova Tappo, e pe' dagli una percossa,
La scopa, ch'alta già teneva, abbassa,
Gl'azzolla 5 una scopata in sù la gnucca, 6
E te gl'attacca foco alla perucca. 7

1. - in mezzo (alla folla)
2. - gomitata
3. - spinta
4. - da spaccone (Capitan Fracassa era un noto personaggio della Commedia dell'Arte)
5. - gli appioppa
6. - sulla testa
7. - gli dà fuoco alla parrucca

Il vedé la gran fiala 1 in aria alzata,
De i capelli brusciati in t'un momento; 2
Il sentì della gente una fischiata,
Di Tappo l'osservà lo stordimento,
L'esser restato lui coccia pelata, 3
Il mantenerzi in piedi à malo stento, 4
Se la botta fù data à mano piena, 5
Propio 'sta cosa fu, propio 'na scena.

1. - vampata
2. - bruciati in un attimo
3. - senza capelli
4. - a malapena
5. - dato che il colpo era stato forte

Dalla vergogna mosso, e dalla stizza,
Tappo allora con impeto foiardo 1
Verzo 'l nemico, con un zompo 2 schizza,
Che par, quanno s'arrabbia, un gatto pardo.
Per accoppallo 3 bene, in alto arrizza
La su' scopa, e gl'avvia, 4 assai gagliardo
Un colpo da sfonnagle il capitello, 5
Mà lesto, se lo para Ciumachello.

1. - pieno d'ira
2. - balzo
3. - dargli il colpo di grazia
4. - gli tira
5. - da sfondargli la testa

Ecco una zuffa all'improvviso fatta,
Che somigliante non s'è mai veduta,
Par che in giostra con lancie si combatta,
E à scopicchià 1 el nemico ogn'un s'aiuta.
S'affiala 2 à Ciumachello la corvatta 3
Per una botta inverzo grugno 4 havuta;
Lui con la man presto la fiamma stregne, 5
E quella si soffoga, e alfin si spegne.

1. - colpire con la scopa
2. - prende fuoco
3. - cravatta
4. - frontale, verso il viso
5. - stringe

Colpi da disperati 1 ecco si tirano,
E à fe' ch'a malo stento 2 se li parano,
Di quà e di là, per azzeccasse 3 girano,
E à fa' scanzi di vita 4 allor imparano;
Le genti inframezzate 5 si ritirano,
Perché, se quelli le scopate zarano, 6
E in dove hanno la mira non azzeccano,
Calche battuta ancor queste ce leccano. 7

1. - tremendi
2. - davvero a malapena
3. - per centrarsi, per colpirsi
4. - finte col tronco
5. - fra i due contendenti
6. - lisciano, mancano il bersaglio
7. - chi assiste ne potrebbe ricevere qualche colpo

Fratanto chi una coccia 1 e chi una scorza
Tira, per impedì colpi si fieri, 2
Mà non giova, ch'i sgherri fanno forza, 3
E par che l'uno accoppà 4 l'altro speri.
S'urtan le scope, e 'l foco allor si smorza,
Restano i zeppi 5 abbrustoliti e neri,
E mentre che sù i grugni 6 se le danno,
Come du' carbonari acconci 7 stanno.

1. - buccia (di anguria, melone, ecc.)
2. - così violenti
3. - in quanto gli sgherri persistono
4. - uccidere
5. - ramoscelli (di cui è fatta la scopa)
6. - sul viso
7. - combinati, conciati

Vede Meo da lontano il tiritosto; 1
Il cavallo spirona pe' ciarisse 2
Che sia 'sto chiasso, e se ne và disposto
A gastigà chi ardisce fa' 'ste risse.
Arriva al fine à i due sgherrosi accosto, 3
E « Che si fa? fermate olà » gli disse,
Et, oh' gran fatto! à questa sola voce
Si fermò, si fornì 4 guerra sì atroce.

1. - lo scontro, la lotta
2. - dà di sprone al cavallo per capire
3. - vicino agli sgherri
4. - finì, cessò

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Così di Meo restorno alla presenza
Li due scopa-mostacci, 1 et ubbidirno
All'ordine di lui, che de potenza,
Fermà li fece, e loro si spartirno; 2
Te gli brava, 3 e gli dà, pe' penitenza,
Che ritornino à casa, e non ardirno,
Di contradì; 4 mà prima pe' commanno 5
Di lui, che così vuò, la pace fanno.

1. - scopa-facce (scherzoso)
2. - si divisero
3. - li sgrida, li maltratta
4. - non ardirono contraddirlo
5. - per ordine