~ monografie romane ~

Fontane
· III parte ·
fontane maggiori

PAGINA 15




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FONTANE ALIMENTATE DA ALTRI ACQUEDOTTI

Mentre i rioni su entrambe le sponde del Tevere beneficiavano dell'Acqua Paola, nel corso del XVII secolo diverse altre fontane furono costruite in punti più centrali, modificando e migliorando la rete di condutture che ricevevano l'Acqua di Salone (l'antica Aqua Virgo) e l'Acqua Felice.



Santa Maria Maggiore
LA FONTANA DI SANTA MARIA MAGGIORE
(ALIMENTATA DALL'ACQUA FELICE)


Una delle chiese più importanti di Roma, Santa Maria Maggiore, ha di fronte un'antica colonna scanalata poggiante su un'alto basamento, nel centro della piazza. Questa disposizione risale al 1613-15 c.ca, quando papa Paolo V fece trasferire l'unica colonna superstite della Basilica di Massenzio (nota anche come Basilica di Costantino) dall'area del Foro, erigendola davanti alla chiesa, forse per emulare l'obelisco che Sisto V, circa 25 anni prima, aveva innalzato nella stessa posizione ma alle spalle dell'edificio. L'architetto incaricato dei lavori fu Carlo Maderno, che collocò anche una statua della Madonna sulla sommità della colonna.

Il bronzo per l'esecuzione della statua proveniva dalla cancellata che circondava la fontana alto-medioevale con la pigna presso l'antica basilica di San Pietro (cfr. I parte pagina 2), che in quegli anni stava venendo ricostruita.
Anche aquile e draghi in bronzo (le imprese del papa), ricavate dallo stesso metallo, furono collocate ai quattro angoli del basamento.

Davanti alla colonna Maderno costruì una fontana. Il suo disegno originale consisteva in una vasca di forma ovale, con una coppia di draghi che emettevano un getto d'acqua, o forse un drago ed un'aquila, situati alle due estremità; a metà di ciascun lato vi era un ulteriore sbocco d'acqua a forma di piccolo rilevo raffigurante un curioso drago-aquila (cioè un'aquila con ali frastagliate e una coda terminante con una punta) e una minuscola tazza sorretta da un mascherone. Nel mezzo della vasca ovale, un catino rotondo più piccolo, poggiante su un balaustro, era riempito da uno zampillo centrale.

la fontana in un'incisione del XVII secolo
La fontana che vediamo oggi, però, è un po' diversa: in un'epoca compresa tra il XVIII e il XIX secolo i grossi draghi furono rimossi e più tardi anche il catino superiore col balaustro furono rimpiazzati con altri più piccoli e di più modesto valore artistico.

il catino originale
è mostrato in grigio


(a destra →)
uno dei due elementi col rilievo
del drago-aquila e il mascherone



LA FONTANA DELLA BARCACCIA
(ALIMENTATA DALL'ACQUA DI SALONE)


La Barcaccia, sullo sfondo della famosa scalinata di Trinità dei Monti, rappresenta uno dei punti di maggiore attrattiva di Roma, dove anche il più frettoloso dei turisti si ferma a scattare una foto. Ma nel XVII secolo l'aspetto del luogo era assai differente.


lo stemma Barberini
Il regno di Paolo V si era concluso nel 1621 e il suo successore, Gregorio XV, era morto solo due anni dopo. Nel 1623 il cardinale Maffeo Barberini di Firenze divenne Urbano VIII, il papa che durante i suoi ventun anni di regno avrebbe lasciato sulle mura e sui monumenti di Roma un'intero sciame di "api".

Intanto la popolazione nei rioni settentrionali della città continuava a crescere e le vecchie condutture dell'Acqua Vergine richiedevano alcune modifiche, per poter essere connesse alla nuova utenza. Di questo lavoro se ne occupava Pietro Bernini; nato in toscana, come il papa, questo il artista era fondamentalmente pittore e scultore, ma prima di venire a Roma aveva lavorato diversi anni a Napoli e in entrambe le città aveva costruito un certo numero di fontane da giardino per i benestanti proprietari di palazzi e di ville.

la Fontana della Barcaccia, in piazza di Spagna


veduta della piazza nel XVII secolo:
la si confronti con l'illustrazione successiva
Nel 1570 la lista dei siti dove costruire fontane alimentate dall'Acqua Vergine aveva inizialmente compreso ...il loco del aquedutto sotto la Trinità, cfr. pagina 2. Ma poiché in seguito questo era stato depennato a causa della bassa pressione idrica, quando Urbano VIII chiese a Pietro Bernini di disegnare il progetto per una nuova fontana in piazza di Spagna, adiacente alle vecchie condutture che passavano sotto il colle Pincio, aveva forse in mente di portare a termine un'opera rimasta incompiuta mezzo secolo prima.
In quegli anni piazza di Spagna (una volta chiamata piazza della Trinità dei Monti dal nome della chiesa) non aveva ancora la sua famosa scalinata; il versante del colle, dalla cui sommità la suddetta chiesa dominava la piazza, non era che una misera scarpata, con un semplice sentiero che si inerpicava fino in cima.

Per sfruttare al massimo la pressione disponibile, Bernini disegnò una struttura molto bassa, completamente circondata da un bacino ovale scavato sotto il livello del piano stradale (un espediente che Giacomo della Porta aveva già utilizzato in piazza San Marco, cfr. pagina 4).
Ma l'elemento più innovativo della sua opera è indubbiamente la forma, che riproduce una barca con prua e poppa alte e bordi assai bassi.
Qui l'acqua zampilla centralmente da una minuscola tazza di forma allungata, ad un'altezza inferiore rispetto alle estremità della barca, sorretta da un balaustro breve e tozzo; si riversa quindi all'interno dell'imbarcazione, riempiendone il fondo, finché non tracima oltre i bassi bordi, nel bacino a terra. Vi sono sei altri punti d'acqua (cioè tre da ogni lato): uno, a forma di sole, si trova alle estremità del natante e guarda verso l'interno, sebbene parte dell'acqua raggiunga direttamente il bacino seguendo due piccole docce laterali, mentre le due rimanenti bocchette sono all'esterno (cfr. illustrazioni successive).
La Barcaccia fu terminata nel 1629. Il risultato era assai diverso da qualsiasi altra fonte di acqua corrente mai costruita a Roma fino ad allora. Per la prima volta la composizione era stata interamente concepita come una scultura; non aveva più un alto getto d'acqua centrale, né la tipica vasca dai bordi verticali e dalla forma geometrica.

veduta moderna della piazza, con la scalinata:
si noti come la fontana poggia sotto il piano stradale

Il suo disegno si basa su un armonico insieme di curve, ondulazioni e torsioni, mentre sono praticamente assenti le linee rette. Quindi la Barcaccia può essere considerata il primo esempio di barocco applicato alle fontane (fatta eccezione per una fontanella assai più piccola e semplice, di Francesco Borromini, costruita due-tre anni prima nei giardini del Vaticano), una vera pietra miliare in questo campo.

Perché Bernini abbia scelto una forma così particolare è ancora oggetto di discussione. Secondo una versione popolare dei fatti, una volta una barca, trasportata qui dalla riva del fiume durante una delle frequenti inondazioni, era stata trovata in secca nella piazza. Altri ritengono che nell'antichità qui sorgesse una piccola naumachia (o stadio navale) e la forma di questa fontana avrebbe idealmente richiamato tale costruzione, non più esistente.

Anche il nome Barcaccia, che farebbe pensare ad un'imbarcazione vecchia o sfondata, è comunemente ritenuto un riferimento alla sua posizione mezza affondata, cioè come se imbarcasse acqua per una falla.
Invece la forma della fontana di Bernini riproduce esattamente un particolare tipo di imbarcazione che veniva usata per trasportare botti di vino al porto fluviale di Roma (cfr. illustrazione a destra): i suoi lati erano molto bassi così da rendere più agevole lo scarico delle merci. E il nome ufficiale di questo modello era effettivamente barcaccia.
Essendo il committente dell'opera papa Urbano VIII, altre decorazioni degne di rilievo sono le imprese della sua famiglia di appartenenza, i Barberini, presenti ad entrambe le estremità della fontana: sul lato esterno, tra le due bocchette, è lo stemma raffigurante le famose tre api, mentre sul lato interno il sole splendente funge esso stesso da sbocco d'acqua.

Si dice che anche il figlio di Pietro Bernini, il più celebre Gianlorenzo, prese parte alla realizzazione della Barcaccia; ma nel volgere di un paio di decenni egli era destinato a superare suo padre (e principale maestro) con molte altre opere straordinarie, che avrebbero spaziato dalla realizzazione di nuove fontane ai campi della scultura, architettura e pittura.

barche usate per il trasporto delle botti di vino, presso il vecchio
porto di Ripetta, in un'incisione di G.B.Piranesi (XVIII secolo)


← lo stemma papale con le tre api e il sole splendente ↑
sono imprese araldiche riferite a Urbano VIII (famiglia Barberini)




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I PARTE
FONTANE ANTICHE

II PARTE
FONTANELLE