~ monografie romane ~

Fontane
· III parte ·
fontane maggiori

PAGINA 21




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IL XX SECOLO


dal 1930 ai nostri giorni



piazza Mazzini
LA FONTANA
DI PIAZZA MAZZINI


Piazza Mazzini è un grande spazio aperto situato nel cuore del quartiere del trafficato quartiere Della Vittoria, dove otto strade convergono in modo simmetrico formando un disegno a stella regolare, una caratteristica insolita per la topografia di Roma, spesso ad andamento capriccioso e labirintico.
La parte centrale della piazza è occupata da un giardino pubblico, completamente circondato da alberi e da alte siepi che filtrano il rumore e l'inquinamento del traffico che gli gira intorno vorticoso.

piazza Mazzini piazza Mazzini piazza Mazzini
da sinistra: una coppia di pesci zampillanti, una delle aquile imperiali e un dettaglio della pavimentazione

Nel mezzo del giardino c'è una vasta piscina ottagonale, circondata da un ambulacro pavimentato a decorazioni ottenute con ciottoli e ghiaia. Attorno alla piscina, a intervalli regolari, si trovano quattro piccole fontane. Il grande complesso fu realizzato dall'architetto Raffaele De Vico nel 1930, mentre il quartiere era ancora in via di costruzione; Ermenegildo Luppi è l'artista che si occupò di realizzare le sculture.

Ciascuna fontana è sormontata da una corta colonna recante le insegne del regime fascista di quegli anni: l'aquila imperiale, in alto, e i fasci in rilievo lungo il fusto.
Il lato delle fontane rivolto verso il centro ha la forma di un piano inclinato lungo il quale cinque vaschette sono fiancheggiate da coppie di pesci; l'acqua le riempie in sequenza prima di raggiungere la piscina; l'ultima delle vasche è più grande delle altre, a forma di conchiglia, e due lunghissimi pesci che emergono a breve distanza vi si avvicinano con le teste, come a voler bere, gettandovi uno zampillo d'acqua.
Invece il retro delle fontane, cioè quello rivolto verso l'ambulacro, ha una bocchetta decorata con un altro pesce in rilievo; l'acqua riempie un'altra piccola vasca, da cui trabocca finendo nel chiusino, a terra. Sopra il rilievo l'iscrizione ACQVA DI TREVI ci ricorda che le quattro fontane sono collegate all'Acqua Vergine (cioè l'acquedotto che termina con la Fontana di Trevi).
Il valore artistico abbastanza modesto dei gruppi è compensato dall'effetto molto scenografico, anche grazie all'ambiente in cui è inserito; la pavimentazione decorativa e il giardino circostante fanno pensare che il progetto di De Vico possa essersi vagamente ispirato ai ninfei dell'antica Roma, che l'architetto forse aveva intenzione di fondere col contesto urbano moderno.
piazza Mazzini

Essendo famosa per il suo gusto gradevole, l'acqua di Trevi è particolarmente apprezzata dagli abitanti locali, le cui case private, invece, sono connesse all'acquedotto del Peschiera.
Ancora oggi i passanti che attraversano la piazza fanno una sosta alle fontanelle per bere un sorso della migliore acqua di Roma; un tempo alcune persone della zona ne riempivano perfino bottiglie e taniche, facendosi delle piccole scorte per casa.
Nell'ultimo quarto di secolo l'incuria degli amministratori locali aveva precipitato la fontana in uno stato pietoso; di notte era divenuto dormitorio per barboni e sbandati, le parti in pietra erano state danneggiate da vandali e il giardino si era trasformato in una discarica di rifiuti. Fortunatamente entro l'anno 2000 il complesso è stato completamente bonificato e la fontana di piazza Mazzini è tornata ad essere il luogo pulito ed accogliente che era una volta, sebbene alcune parti richiedano ancora una radicale opera di restauro.



LA FONTANA DELLA SFERA


Il Foro Italico è un complesso monumentale destinato allo sport costruito all'inizio degli anni '30, situato presso la riva occidentale del Tevere, nella parte più settentrionale del tratto di fiume che attraversa la città. Come suggerisce il nome foro, oltre a due stadi, campi da tennis, due piscine (coperta e scoperta), e il quartier generale del C.O.N.I., quest'ampia area è anche attraversata da ampi viali e piazze, dove tanto ai bambini che agli adulti piace andare a passeggio.
piazzale del Foro Italico
la fontana, ora priva di acqua, con l'estremità dello Stadio Olimpico sullo sfondo
L'intero complesso fu costruito secondo lo stile architettonico proprio del regime fascista di quegli anni: forme molto semplici (rettangoli, quadrati, cerchi, ecc.), senza fronzoli, di dimensioni notevoli e solitamente costruite usando marmo o pietra di colore bianco; lo stesso nome del complesso una volta era Foro Mussolini, finché non fu cambiato in quello attuale dopo la Seconda Guerra Mondiale. Prima dei Giochi Olimpici di Roma (1960), al Foro Italico furono apportate delle migliorie, fra le quali l'ingrandimento dello Stadio Olimpico. Presso una delle estremità di quest'ultimo, in uno spazio aperto alla convergenza di più viali, sorge una fontana realizzata dagli architetti Mario Paniconi e Giulio Pediconi tra il 1933 e il 1935, chiamata Fontana della Sfera.
Una grande sfera bianca, senza alcuna decorazione né iscrizione, poggia su di una base quadrata bassa, circondata da una piscina circolare con le pareti digradanti.
La sua forma voleva rappresentare l'universalità dello spirito sportivo. L'anello che circonda la fontana è pavimentato a mosaici in bianco e nero, un tipo di decorazione usato a profusione anche lungo il viale che va dall'ingresso principale del complesso alla fontana.
Purtroppo in epoche recenti la fontana è rimasta senz'acqua ed è in attesa di ricevere le cure del caso.
piazzale del Foro Italico
i mosaici attorno alla fontana hanno tematiche ispirate al mare



LA FONTANA DEL NICCHIONE


Nel 1936 l'antico acquedotto dell'Acqua Vergine, poi restaurato e riaperto nel '500 (la cui rete di condutture era stata ampliata nel 1840, cfr. dettagli nella monografia Acquedotti e a pagina 17), fu ulteriormente allungato con la costruzione di un tratto di dotto fino a raggiungere la base del colle Pincio.
In tale occasione, fu realizzata in quel punto una fontana, basata sull'antica usanza di segnare il punto terminale di un acquedotto con una fontana "mostra", che al tempo stesso era il principale punto di distribuzione dell'acqua ed anche un monumento celebrativo.
La Fontana del Nicchione in effetti consiste di tre grandi nicchie, i cui pilastri sostengono la balconata panoramica che guarda su piazza del Popolo. In quella centrale l'acqua esce a spruzzo dal basso, mentre in quelle laterali cola lungo la parete di fondo tracimando da una vasca rettangolare posta in alto. Nella parte inferiore della struttura tre nicchie più piccole sono dotate ciascuna di una vaschetta rotonda. Il suo stile neoclassico si combina con quello delle statue presenti lungo la salita del Pincio, che agli inizi dell'800 era stata sistemata dall'architetto Valadier.

la Fontana del Nicchione sul Pincio

Questa fontana non va confusa con quella omonima, ma di tutt'altra forma, che si trova a via dei Fori Imperiali (cfr. parte I, fontane antiche).


LA FONTANA DELLA SFERA GRANDE



Sfera Grande di Pomodoro e Palazzo della Farnesina (il Ministero degli Affari Esteri)
Adiacente all'anzidetto Foro Italico si estende uno degli edifici più grandi d'Italia, chiamato Palazzo della Farnesina (1935-56, da non confondersi con Villa Farnesina in Trastevere), che a partire dal 1959 ospita Ministero degli Affari Esteri.
In un angolo del vasto spiazzo davanti al fabbricato sorge una fontana moderna ad opera del famoso scultore Arnaldo Pomodoro (1968), che prende il nome dalla scultura che l'adorna (Sfera Grande), un globo bronzeo di circa 4 metri di diametro, che l'anno precedente era stato esposto nel padiglione italiano all'Esposizione Internazionale di Montreal.
Forme geometriche squarciate, che rivelano un complesso nucleo, sono un soggetto tipico di questo autore (cfr. oltre, la fontana del Novecento); opere simili si trovano anche nei Musei Vaticani, nel Museo Guggenheim (New York), ecc.
La fontana in sé è estremamente semplice, in quanto è formata da una doppia piscina: quella superiore, che ha forma quadrata, contiene la scultura, mentre quella inferiore ha la sagoma di un rettangolo irregolare.



LA FONTANA DI PIAZZALE DEGLI EROI

Nel moderno quartiere Trionfale, adiacente al Vaticano, una fontana di dimensioni cospicue, anche se non molto attraente, rappresenta un segno dei tempi.
Datata 1949, costituisce lo sbocco principale del più recente acquedotto romano, il Peschiera (cfr. Acquedotti, pagina 4); pertanto, nonostante il suo aspetto assai dimesso, la fontana entra di diritto nel piccolo e piuttosto esclusivo gruppo delle cosiddette mostre, sebbene non potrebbe certo mai competere con la magia della Fontana di Trevi, né con il fontanone dell'Acqua Paola, né con la "peccaminosa" Fontana delle Naiadi, e neppure con quella un po' rattoppata dell'Acqua Felice (con la statua del Mosé ridicolo).
piazzale degli Eroi
l'ultima fontana mostra, costruita nel 1949 come
sbocco principale del moderno acquedotto del Peschiera

Consiste in un catino centrale rotondo, riempito da uno zampillo principale che sale verticalmente, contornato da un gran numero di getti più piccoli a formare un anello; questa è l'unica parte della fontana di un certo interesse. A seconda del flusso idrico, il numero degli zampilli attivati e la loro altezza può notevolmente variare. Dall'elemento sommitale l'acqua scende a cascata in quattro vaschette più in basso, ciascuna delle quali dispone anche di un proprio getto d'acqua individuale, in comunicazione con quattro vasche più ampie, disposte in ordine alterno. Tutte, infine, contribuiscono a riempire l'ultima vasca, la più esterna, rotonda e semplicissima, che misura una ventina di metri di diametro.

Neppure dell'economico travertino, bensì addirittura il cemento fu usato per la costruzione di questa disadorna fontana, la cui sola spartana decorazione è rappresentata da quattro piccole nicchie a forma di conchiglia. Basti dire che nessuno più ricorda il nome dell'architetto che la progettò!
Doveva infatti essere provvisoria, in attesa che ne fosse realizzata una definitiva e verosimilmente più grande a piazzale Clodio, a circa 900 m di distanza. Ma il progetto non decollò mai.
Trovandosi nel mezzo di un'ampia piazza dove si incrociano diverse vie di scorrimento, è circolata la voce che la fontana potrebbe venire eliminata; eppure, essendo divenuta dopo tanti anni parte integrante del quartiere, sarebbe davvero assurdo se in una città d'arte come Roma il traffico, già di per sé nefasto, portasse alla scomparsa di una fontana, seppure di valore artistico modesto.
piazzale degli Eroi




LA FONTANA DELL'ACEA

L'ACEA (Azienda Municipale Elettricità ed Acqua) è la principale compagnia che gestisce la fornitura a Roma tanto dell'acqua corrente che dell'elettricità. I suoi uffici centrali occupano una moderna costruzione a piazzale Ostiense, di fronte a Porta S.Paolo e alla famosa piramide di Caio Cestio. In un piccolo giardino privato proprio davanti all'edificio c'è una fontana creata nel 1962 da Ludovico Quaroni, visibile dalla piazza. La sua particolare forma consiste in un grosso prisma formato da ruvidi pannelli di pietra, in posizione verticale, la cui unica decorazione è una fascia con dei rilievi a motivi geometrici fissata lungo la sua metà inferiore. Quando la fontana viene attivata, l'acqua zampilla da numerose bocchette sulla sommità del prisma, dando vita ad una piccola cascata lungo i suoi fianchi che fa quasi scomparire la superficie scabrosa. L'acqua si raccoglie poi in basso in una piscina che circonda il prisma, i cui bordi sono pavimentati su due lati da lastre orientate radialmente, producendo un interessante contrasto contro il verde intenso del giardino.

piazzale Ostiense piazzale Ostiense
la fontana, con e senza acqua
(foto a sinistra: gentile concessione di Stuardt Clarke)



LA FONTANA DEL NOVECENTO

Una delle ultime fontane di Roma (inaugurata nel 2004) è stata ottenuta ancora una volta abbinando una semplicissima vasca ad una scultura di Arnaldo Pomodoro. In questo caso è situata nel quartiere E.U.R., all'estremità meridionale dell'area urbana, sul retro della principale struttura romana che ospita eventi sportivi e concerti, una volta chiamata Palazzetto dello Sport, ma che nel corso degli ultimi anni ha cambiato nome in Palalottomatica.
La scultura bronzea, intitolata Novecento, ha la forma di un cono; la sua superficie a spirale è coperta da un tessuto di elementi geometrici quali sfere, cunei, punte, formanti un complesso intreccio. Si erge al centro di una vasca rotonda liscia, riempita di acqua fino all'orlo così da tracimare lungo i bordi, dove si raccoglie a terra in una scanalatura circolare. Le dimensioni della scultura sono molto superiori a quelle della precedente opera dell'autore, essendo Novecento alto ben 21 m; anche la vasca ha un diametro quasi pari all'altezza del cono.

Per via della sua posizione, questo è praticamente il primo monumento cittadino che appare a chi entra in città proveniente da sud, lungo la via Pontina.



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FONTANE ANTICHE

II PARTE
FONTANELLE



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