~ monografie romane ~

Fontane
· III parte ·
fontane maggiori

PAGINA 14




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ALTRE FONTANE AD EST DEL TEVERE

I rioni che occupano la sponda orientale del Tevere, precisamente Ponte e Regola, furono i successivi a beneficiare della costruzione dell'Acqua Paola. Qui alcuni palazzi nobiliari pativano ancora la mancanza dell'acqua corrente, che era già disponibile nei rioni vicini grazie all'Acqua di Salone (anticamente Aqua Virgo) e all'Acqua Felice, ma che arrivavano in quest'angolo di Roma con una pressione bassisima, insufficiente per la costruzione di altre fontane. Grazie ad un ramo dell'Acqua Paola che correva parallelo alla riva orientale del fiume, il fabbisogno di entrambi i rioni poté essere finalmente soddisfatto.
l'Acqua Paola e il suo ramo (in blu)
attraverso i rioni Ponte e Regola (in rosso)

via Monte Giordano
LA FONTANA DI MONTE GIORDANO


Nel cuore di Ponte esiste una collinetta denominata Monte Giordano. Nel medioevo fu la sede di un fortilizio appartenuto alla potente famiglia Orsini.

Dopo la demolizione del forte, avvenuta nel XV secolo, la precedente costruzione fu rimpiazzata da un palazzo nobiliare, inizialmente chiamato Palazzo Orsini. Nel corso del '700 gli Orsini vendettero la proprietà ai Gabrielli e un secolo dopo furono i Taverna ad acquistarla, per cui il nome del palazzo cambiò in quello attuale, Palazzo Taverna.
Quando a Roma ricominciò la costruzione delle fontane (cfr. pagina 2), questo luogo era già stato inserito nel primo programma, definito sotto papa Gregorio XIII, a condizione che l'acqua corrente avesse raggiunto il sito; ma poiché tale condizione non poté essere soddisfatta, Monte Giordano fu depennato dalla lista.


← il cancello di Palazzo Taverna (già Orsini); si noti la fontana sullo sfondo

Non appena si rese disponibile l'Acqua Paola, ad Antonio Casoni fu data commissione di realizzare una fontana decorativa per il cortile principale del palazzo.
L'architetto disegnò una magnifica composizione, ultimata nel 1618, costituita da quattro catini di dimensioni diverse. I due più in alto (i più piccoli) sono sostenuti da un balaustro centrale ed hanno una grossa voluta decorativa su due lati; l'acqua, fuoriescendo dal catino sommitale, tracima nei rimanenti tre, riempiendoli in sequenza.
Una volta la struttura comprendeva anche due orsi, impresa degli Orsini, in piedi sulla sommità del muro ad entrambi i lati della fontana; reggevano lo stemma della famiglia e al tempo stesso emettevano un getto d'acqua che raggiungeva il secondo catino. Ma quando nel XVIII secolo Palazzo Orsini cambiò proprietario, il cortile subì delle modifiche, attorno alla fontana fu innalzata un'alta siepe e gli orsi, leggermente spostati dalla posizione originale smisero di funzionare, quindi vennero lasciati sul muro a scopo puramente decorativo.

la fontana di palazzo Orsini (incisione di G.B.Falda)

via Monte Giordano
la fontana nelle sue condizioni attuali
La portata d'acqua che la fontana di Monte Giordano riceve oggi è stata di gran lunga ridotta e sono anche abbastanza visibili i segni lasciati dal tempo.
Trattandosi tuttora di una proprietà privata dei Taverna, il cortile del palazzo non è accessibile al pubblico. Sebbene questa monografia non prende in considerazione quelle situate in residenze e ville (come già detto nell'introduzione), per questa fontana è stata fatta un'eccezione, in quanto è chiaramente visibile, in qualsiasi momento, attraverso il cancello del palazzo.
via Monte Giordano
uno degli orsi che un tempo gettavano acqua




piazza Farnese
una delle due fontane, nella metà meridionale di piazza Farnese
LE FONTANE DI PIAZZA FARNESE

Piazza Farnese è la piazza principale del rione Regola; il suo lato occidentale è interamente occupato dalla facciata di Palazzo Farnese, uno dei più grandi e magnifici palazzi nobiliari rinascimentali di Roma, edificato da architetti di talento quali Antonio Sangallo il Giovane, Michelangelo e lo stesso prolifico fontaniere Giacomo della Porta. L'importanza artistica di Palazzo Farnese una volta era pari al potere politico della famiglia che vi abitava. Ma nonostante i Farnese annoverassero fra i loro familiari un papa (Paolo III), un cardinale e numerosi alti ufficiali, il palazzo poté disporre di acqua corrente solo dopo l'apertura dell'anzidetto ramo dell'Acqua Paola.

Fino al XVI secolo, al centro di piazza Farnese (una volta chiamata piazza del Duca) era situata una vasca di granito, di epoca romana; comunemente usate nelle terme antico-romane, molte di queste vasche, tra cui questa, avevano una forma assai tradizionale, con due maniglie e una testa di leone scolpite su ciascun lato.
una corrida sotto Palazzo Farnese (1535 c.ca); →

← il dettaglio mostra della gente che assiste stando
dentro l'unica vasca al centro della piazza
Proveniente dalle Terme di Caracalla, era stata collocata nella piazza come puro ornamento, ma poiché a volte davanti a Palazzo Farnese si tenevano delle corride, la gente la usava anche come comodo e sicuro punto di osservazione dal quale godersi il pericoloso spettacolo, come si vede nell'incisione qui a destra.

primi del '600: piazza del Duca (piazza Farnese)
ora aveva due vasche; lì vicino, in Campo de' Fiori
era già stata costruita una fontana, cfr. pagina 5
Un'altra vasca antica si trovava in piazza San Marco, l'attuale piazza Venezia; circa un secolo prima (metà del '400) papa Paolo II l'aveva trasferita dai dintorni del Colosseo alla piazza dove aveva fatto costruire la sua residenza, cfr. pagina 4. Poiché somigliava molto a quella già davanti a Palazzo Farnese, nella seconda metà del XVI secolo il cardinale Alessandro Farnese, che aveva intenzione di riunirle e formarne una coppia, chiese all'autorità pontificia di poter prendere la vasca, dandone in cambio una di dimensioni leggermente inferiori, rinvenuta in uno dei numerosi terreni di proprietà della famiglia.
Le due vasche furono collocate nell'attuale posizione (illustrazione a sinistra). Poiché in quegli anni le condutture dell'Acqua di Salone stavano raggiungendo diversi rioni, è probabile che i Farnese avessero già pensato di ricavarne delle fontane. Ma a causa della notevole distanza del punto terminale dell'acquedotto ciò risultò impossibile, fino a quando non venne aperta l'Acqua Paola.

Nel 1626 un architetto di fama, Girolamo Rainaldi, influenzato da Giacomo della Porta e Domenico Fontana, trasformò le due vasche in eleganti fontane gemelle.

Nonostante il loro stile tardo-rinascimentale possa essere sembrato a quei tempi una scelta di gusto leggermente retro, erano perfettamente intonate all'architettura dello splendido palazzo davanti al quale erano collocate. Le due antiche vestigia romane furono poste da Rainaldi all'interno di una vasca a terra, di forma mistilinea piuttosto allungata; all'interno delle vasche, un piccolo balaustro sorregge una minuscola vasca di forma navicolare, sormontata da un grosso giglio, l'impresa dei Farnese (di cui si trovano numerosi esempi anche fra le decorazioni del palazzo), che emette un getto d'acqua. Due altri punti d'acqua si trovano all'interno della vasca, uno a ciascuna estremità e altri quattro nella vasca inferiore.
l'altra fontana gemella

teste di leone da entrambe le vasche
Negli stessi anni, un'altra fontana più piccola, con un volto grottesco e un "beveratore", fu costruita alle spalle di Palazzo Farnese, in via Giulia (cfr. II parte pagina 1); anche questa è sormontata da un giglio e ciò indica che anche quest'opera fu finanziata dalla stessa famiglia Farnese.

Nel rione Regola, altre fontanelle alimentate dall'Acqua Paola furono realizzate sulla facciata del Palazzo del Monte di Pietà (probabilmente ad opera di Carlo Maderno) e, circa mezzo secolo dopo, davanti a Palazzo Spada; sono entrambe mostrate nella II parte pagina 1.



FONTANE SCOMPARSE


Attorno al 1615 fu costruito un altro ramo dell'Acqua Paola, in modo da attraversare l'Isola Tiberina e risalire fino a piazza del Campidoglio, per aumentare la portata d'acqua a disposizione delle fontane capitoline. Sulla piccola isola, per la prima volta l'ospedale locale (cfr. Curiosità Romane pagina 5) poté contare sull'acqua corrente. Prima che il ramo giungesse alla sommità del colle, diverse case private del quartiere furono connesse alla conduttura.

l'altro ramo dell'Acqua Paola, che
raggiungeva il Campidoglio (punto rosso)


la fontana nella corte di Palazzo Savelli
Fra di esse figurava anche la residenza della famiglia Savelli, accanto al Tevere, una volta sede di un fortilizio medioevale, trasformato in palazzo nel '500. Fu edificato sulle rovine dell'antico Teatro di Marcello, utilizzate come un'alta predella. Con l'attivazione del nuovo ramo dell'Acqua Paola, nella corte del palazzo poté essere collocata una fontana. Fu probabilmente rimossa durante i lavori di restauro condotti nella seconda metà degli anni '20, quando si provvide a liberare il teatro dalle numerose botteghe e piccole costruzioni che ne circondavano le parti rimaste ancora in piedi, sebbene il corpo principale del palazzo sia ancora lì, sulla sommità delle antiche rovine.
Una fontana murale di dimensioni più modeste fu anche realizzata del ghetto ebraico (cfr. Curiosità Romane pagina 6), appena oltre il ponte che collega l'Isola Tiberina alla sponda orientale del fiume. Era molto semplice, con tre piccole nicchie; quella centrale, decorata con l'aquila di Paolo V, aveva in basso una vaschetta a forma di "beveratore", mentre nella parte sommitale era lo stemma del papa. Nonostante le dimensioni, per la comunità ebraica questa fontana era molto importante, in quanto rappresentava la prima fonte di acqua corrente a disposizione entro i confini del ghetto; infatti l'altra fontana che venti-trenta anni prima Giacomo della Porta aveva costruito in piazza Giudia (cfr. pagina 11) sorgeva appena all'esterno di uno dei portoni del recinto. Anche la fontana del ghetto andò perduta, a causa delle notevoli trasformazioni che il rione subì alla fine del XIX secolo, quando molte case antiche furono demolite.
Palazzo Savelli (in giallo) e
il ghetto ebraico (in blu) nel 1676



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I PARTE
FONTANE ANTICHE

II PARTE
FONTANELLE