~ monografie romane ~

Fontane
· III parte ·
fontane maggiori

PAGINA 4




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LA FONTANA DI PIAZZA COLONNA

Un'altra fontana di Giacomo Della Porta è quella di piazza Colonna; il nome di questo luogo, come anche quello dell'intero rione, si rifà all'alta colonna di Marco Aurelio, i cui rilievi spiraliformi, dalla base alla sommità, raccontano le campagne militari a cui prese parte l'imperatore Marco Aurelio (cfr. I 22 Rioni, Rione III - Colonna).
L'imponente monumento, che sorge nella stessa piazza, avrebbe fatto sfigurare qualsiasi fontana. Ma ancora una volta Della Porta accettò la sfida e disegnò un'interessante vasca in marmo di portasanta, probabilmente ispirandosi a quelle una volta presenti nelle antiche terme, sebbene questa abbia una forma più fantasiosa.
Ha otto lati curvi, concavi e convessi in ordine alterno. Lungo la superficie esterna si trovano sedici bande verticali di marmo bianco, che danno l'idea delle zampe della vasca, ciascuna delle quali termina con una piccola testa leonina (cfr. illustrazione in basso).
In origine la fontana poggiava su una breve rampa di cinque gradini, che faceva da base, ma col progressivo sollevamento del piano stradale ora poggia direttamente sul terreno.

Fatto curioso, il primo progetto elaborato da Della Porta comprendeva la statua popolarmente nota come Marforio (vedi le statue parlanti di Roma): l'enorme figura giacente avrebbe dovuto essere trasferita dal suo sito originale, presso il colle capitolino e disposta contro la base della colonna, poggiante su un lato della fontana. Ma il papa respinse questa versione, i cui disegni preparatori dellaportiani ancora esistono.
Questa non è l'unica occasione nella quale l'architetto tentò di convincere il papa a lasciarlo utilizzare Marforio per le sue fontane, come si dirà a proposito di quella costruita in piazza San  Marco (descritta in questa pagina).

Un secolo più tardi, Bernini pensò addirittura di trasferire l'intera fontana di piazza Colonna all'anzidetta piazza San Marco, ma anche questa sua idea non venne presa in considerazione.

una delle teste di leone

Oggi la graziosa vasca è ancora al suo posto; ma a parte l'assenza dei gradini, altre modifiche subite nel 1830 riguardarono i punti da dove esce l'acqua: il piccolo catino centrale venne rimpiazzato con uno più nuovo e due piccoli gruppi raffiguranti conchiglie e delfini furono aggiunti alle opposte estremità dell'ovale, al posto di un elemento assai più piccolo.


← l'aspetto originale della fontana
e i delfini ottocenteschi ↑




LA FONTANA DI PIAZZA DELLA ROTONDA


In piazza della Rotonda il lato meridionale è occupato dal Pantheon, forse la costruzione antica più importante di Roma, per via del suo ottimo stato di conservazione. In età imperiale l'aspetto del luogo non era molto dissimile da quello attuale, di forma quadrangolare e con un arco al centro, più o meno dove sorge ora la fontana. Durante il medioevo il numero delle botteghe sorte ad occupare l'area della piazza era progressivamente aumentato, fino al punto di compromettere l'estetica del luogo e coprire la visuale dell'importante edificio (alcuni esercizi commerciali erano stati ricavati perfino tra le colonne del suo portico). Ciononostante, la parte antistante il Pantheon era stata abbellita attorno al 1530 con alcuni resti antichi, una coppia di leoni egizi appartenuti all'Iseo Campense, rinvenuti un secolo prima, e due vasche, poggianti su rocchi di colonna (cfr. illustrazioni qui in basso).


↑ metà XVI secolo: i leoni e le vasche presso il Pantheon,
visibili anche in una pianta del 1572 (asterisco), quando  →
la fontana ancora non c'era e l'obelisco sorgeva a distanza (freccia)

Questi resti furono rimossi poco prima che cominciasse la costruzione della fontana, nel 1575. I due leoni, in particolare, furono riutilizzati qualche anno dopo per la mostra dell'Acqua Felice, descritta a pagina 6 della monografia.
Il progetto di Della Porta seguiva i suoi canoni tradizionali: una vasca quadrilobata di marmo bigio africano, poggiante su una breve gradinata; l'acqua zampillava da un vaso al centro e da quattro facce grottesche, le stesse che erano state originariamente scolpite per la fontana all'estremità settentrionale di piazza Navona, ma poi mai utilizzate.

← l'aspetto originale della fontana

1600 c.ca: la fontana era costruita (asterisco)
ma l'obelisco era ancora presso San Macuto (freccia)
A un secolo e mezzo di distanza, nel 1711, papa Clemente XI, sull'onda del grande successo che la Fontana dei Fiumi (cfr. pagina 3) ancora riscuoteva, decise di apportare alcune modifiche anche a questa e incaricò Filippo Barigioni di sostituire il vaso al centro con un più consistente gruppo di rocce, su cui fu poggiato un obelisco, a somiglianza del capolavoro di Bernini. La guglia scelta per questo scopo era una egiziana di modeste dimensioni, proveniente dall'Iseo Campense, il grande tempio di Iside e Serapide che anticamente sorgeva nei pressi della piazza; nel corso del medioevo il monumento era stato rinvenuto ed innalzato presso la vicina chiesa di San Macuto.
← stemma di Clemente XI
  (famiglia Albani)


varie figure decorano →
le rocce sotto l'obelisco
Le maschere che vediamo oggi, però, non sono quelle originali: nel corso dei lavori di restauro nel 1886, anziché attuare su di esse un intervento di tipo conservativo, vennero frettolosamente rimpiazzate con moderne copie, come quelle in piazza Navona (cfr. pagina 2), una procedura che oggi sarebbe considerata assurda.




LA FONTANA DI PIAZZA SAN MARCO

lo stesso punto, in una pianta del 1551 e in una moderna:
1 - piazza San Marco (ora piazza Venezia);  2 - Palazzo Venezia;
3 - Palazzetto Venezia;  4 - via Lata (ora via del Corso)
Quella che oggi è piazza Venezia, una delle più vaste di Roma, fino alla fine del XIX secolo sarebbe stata a malapena riconoscibile. Allora si chiamava piazza San Marco e le sue dimensioni erano forse meno di 1/3 rispetto a quelle attuali.
Palazzo Venezia, residenza di famiglia del papa veneziano Paolo II (1464-71), è oggi l'unico edificio a sorgere sul sito originale.
I lati della piazza meridionale e orientale erano chiusi rispettivamente dal Palazzetto Venezia (collegato a Palazzo Venezia e facente parte del complesso residenziale del papa) e da un quartiere di vecchie case; quest'ultimo fu completamente demolito, mentre Palazzetto Venezia fu smantellato e fedelmente ricostruito un'ottantina di metri più a ovest, sempre collegato a Palazzo Venezia.

Tutte queste trasformazioni ebbero luogo tra il 1885 e il 1911, per la costruzione dell'enorme monumento alla memoria di Vittorio Emanuele II (che si vede in basso nella pianta moderna). Ma la fontana di San Marco era già stata rimossa una cinquantina di anni prima, verso la metà dell'800.


piazza San Marco, dettaglio di una pianta del 1572;
l'antica vasca (freccia) era presso Palazzetto Venezia
Attorno al 1460 l'anzidetto papa Paolo II fece trasportare in piazza San Marco, davanti al suo palazzo, un'antica vasca di granito, proveniente da un antico complesso termale e che all'epoca si trovava presso la piccola chiesa di San Giacomo al Colosseo (oggi scomparsa). Il papa era un amante dell'arte; la sua raccolta fu il nucleo originale dal quale, secoli dopo, nacquero i Musei Capitolini. La grande vasca aveva decorazioni tradizionali scolpite su entrambi i lati: un paio di maniglie e al centro una testa di leone.
Verso la metà del '500 fu regalata alla famiglia Farnese (si veda anche pagina 14) in cambio di un'altra leggermente più piccola e meno decorata: quest'ultima non aveva maniglie e anziché essere ovale aveva sei lati.

Quando alcuni decenni dopo Giacomo Della Porta cominciò a lavorare sulla fontana di San Marco, ovviamente pensò di utilizzarla e la incluse nel suo progetto.
Ma a causa della grande distanza dall'origine della conduttura e del crescente numero di utenze private che al prezzo di una tassa si connettevano a questo ramo, l'acqua arrivava a piazza San Marco con una pressione bassissima, insufficiente per la realizzazione di una fontana. Così il tutto venne accantonato.
Dieci anni più tardi, il nuovo papa Sisto V, aveva già completato il "suo" nuovo acquedotto, l'Acqua Felice (vedi anche Acquedotti, pagina 4), ed era in costruzione la seconda serie di fontane. Il vecchio progetto di Della Porta fu finalmente approvato.
Per sfruttare quanto più possibile la bassa pressione del ramo dell'Acqua di Salone (l'Aqua Virgo dell'età classica), l'architetto inserì l'antica vasca in una ancora più larga, che interrò, così che il punto di fuoriuscita dell'acqua fosse il più basso possibile.

XVIII secolo: il prospetto della fontana (cerchio) sulla facciata
di Palazzetto Venezia, in un'incisione di G. Vasi

L'idea funzionò e per la seconda volta Della Porta chiese il permesso di poter usare Marforio come decorazione.

l'antica vasca, una volta fontana
di piazza San Marco, nella collocazione attuale

Dapprima Sisto V acconsentì, e Marforio venne effettivamente spostato a piazza San Marco; ma solo pochi giorni dopo la statua fu issata in cima al Campidoglio, per ragioni di cui si dirà a pagina 8. Della Porta lo rimpiazzò con un semplice prospetto che recava un'iscrizione.
La fontana non ebbe molto successo e dopo qualche tempo si seccò. Entrambe le vasche si trasformarono in una specie di discarica, tanto che nell'arco di un paio di secoli finirono quasi sommerse dai rifiuti.
Alla metà dell'800 papa Pio IX decise di trasferirli al colle Pincio, dandogli una sistemazione senza troppe pretese, che è ancora quella attuale.



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I PARTE
FONTANE ANTICHE

II PARTE
FONTANELLE