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Fontane
· III parte ·
fontane maggiori

PAGINA 19




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IL XIX SECOLO


LOttocento ha rappresentato uno dei periodi più travagliati per la città, a causa degli importanti eventi storici che vi hanno avuto luogo, dall'inizio alla fine, culminando con la proclamazione di Roma a capitale del neonato stato italiano.
Al contrario, il secolo era cominciato sotto il segno dell'occupazione napoleonica: fino al 1815 la città rimase sotto la giurisdizione delle truppe francesi. Durante questi anni non furono portate avanti opere di rilievo, compresa la costruzione di fontane, fino alla morte di Napoleone.

Le prime nuove fontane del secolo servirono da rimpiazzo per altre più vecchie: nel 1816 un'antica tazza che giaceva quasi abbandonata presso il mercato del bestiame fu trasferita a piazza del Quirinale, in sostituzione di una fontana di Giacomo Della Porta risalente al tardo Cinquecento (si veda pagina 7 per maggiori dettagli).
Appena pochi anni dopo (1823) Giuseppe Valadier ristrutturò piazza del Popolo in chiave neoclassica e rimosse un'altra piccola fontana di Della Porta, il cui posto venne preso da quattro leoni in stile egizio producenti un grosso getto d'acqua, ad ornare gli angoli di una scenografica predella per l'obelisco Flaminio che si erge nel centro della composizione. (per maggiori dettagli ed illustrazioni si veda pagina 2).
Sempre in piazza del Popolo, l'architetto aggiunse due fontane gemelle, a marcare il centro di due lunghi muri ricurvi, decorati anche con statue di sfingi, che delimitano l'area della piazza sui lati occidentale ed orientale.

piazza del Popolo
(↑ in alto) due dei leoni della fontana di piazza del Popolo;
la fontana murale sul lato orientale della piazza (a destra →)
piazza del Popolo

Entrambe le fontane consistono in una vasca semicircolare a forma di conchiglia, dalla quale l'acqua, tracimando, finisce in un'altra vasca, a livello del suolo, assai più ampia. Al di sopra di ciascuna fontana, sulla sommità del muro poggia un grosso gruppo scultoreo. I soggetti di queste sculture sono il dio Nettuno con una coppia di Tritoni sul lato occidentale della piazza, mentre sul lato opposto giganteggia un'allegoria della dea Roma fiancheggiata da due figure maschili reclinate, rappresentanti i fiumi della città: il Tevere e l'Aniene.

L'Italia marciava a grandi passi verso la sua unificazione e i governanti che reggevano i numerosi possedimenti in cui il paese era diviso venivano un po' alla volta estromessi. La condizione dello stesso Stato Pontificio si fece critica, specialmente quando Pio IX diede un giro di vite alla sua politica conservatrice, scatenando il malcontento popolare.
piazza del Popolo
il gruppo con Nettuno (lato occidentale della piazza)

viale Gabriele D'Annunzio
le statue lungo la strada che
sale verso la sommità del colle
Ciò produsse una rivolta, in seguito alla quale il papa fuggì, poco prima che venisse proclamata la Repubblica Romana (1849), destinata però a non durare molto; questa ebbe fine quando Pio IX chiese aiuto alla Francia, sotto il cui comando gli Zuavi, un corpo di mercenari ben equipaggiati provenienti da molti paesi, ingaggiarono una sanguinosa battaglia sul colle Gianicolo e restaurarono l'autorità papale.
Nel 1860 fu ufficialmente dichiarata l'unità d'Italia. Solo l'anacronistico Stato Pontificio, ora assai piccolo avendo perso molti dei suoi territori nell'Italia del nord e del centro, ma ancora sostenuto dagli alleati stranieri, riuscì ad offrire resistenza per dieci anni ancora. Alla fine, dopo varie battaglie ed un lungo assedio posto dalle truppe italiane, i soldati finalmente riuscirono a prendere Roma e la monarchia assoluta del papa ebbe fine.
Pio IX (1846-78)

Alla luce di questi drammatici eventi, la realizzazione di nuove fontane non occupava certo una posizione prioritaria nell'agenda dell'amministrazione capitolina. La battaglia combattuta sul Gianicolo nel 1849, poi, aveva perfino danneggiato la seicentesca Fontana Castigliana (descritta in fondo a pagina 12), in modo così serio che poco dopo dovette essere rimossa. Eppure, durante la rimanente decade di regno di Pio IX, l'ultimo "papa re", a Roma furono costruite ben altre tre fontane nuove.
Alcune fontane del XIX secolo sono già state trattate in altre parti di questo sito; per raggiungere la pagina relativa, che offre maggiore ricchezza di particolari e/o note storiche, si seguano i link presenti nel testo.



LA FONTANA DI PIAZZA MASTAI


Attorno al 1860 il papa decise di far edificare un nuovo grande fabbricato il cui scopo era di ospitare la manifattura dei tabacchi.
piazza Mastai
la fontana simil-rinascimentale di piazza Mastai
Come sede fu scelto Trastevere, un rione che a quei tempi era ancora formato da stretti vicoli e da vecchie case ed era abitato dalla classe operaia. Fu l'architetto Andrea Busiri Vici ad incaricarsi delle trasformazioni necessarie a fare spazio per la manifattura, a cui fu anche richiesta una fontana, ad ornamento della piazza in cui sorgeva il nuovo fabbricato.
Forse troppo impegnato nella prima parte del suo compito, l'architetto disegnò la fontana quasi copiando le linee guida che tre secoli prima Giacomo Della Porta aveva adottato per le sue opere: infatti il suo aspetto è più simile ad una creazione rinascimentale che ad una del XIX secolo.
piazza Mastai Una vasca ottagonale a pareti verticali, poggiante su una breve rampa di tre gradini, è decorata con lo stemma di Pio IX e riporta la data di ultimazione del lavoro: 1865. Al centro, un balaustro formato da quattro pesci dalle code intrecciate sostiene un catino rotondo, dal quale l'acqua, emessa da quattro piccole teste di leone, cade nella vasca.
La parte sommitale del balaustro consiste in quattro putti che sorreggono sopra le loro teste il terzo e conclusivo elemento; quest'ultimo è l'unica parte che non si rifà allo stile dellaportiano, ma piuttosto a quello di Carlo Maderno, perché è di forma convessa, con una superficie a scaglie, che fa scorrere l'acqua lungo la sua superficie per poi scolare in basso, quasi una copia in piccolo dell'analogo elemento delle fontane gemelle in piazza San Pietro (cfr. page 13).
piazza Mastai
stemma di Pio IX (fam. Mastai Ferretti)

La fontana di Busiri Vici potrebbe forse essere criticata per la mancanza di originalità; eppure il suo disegno è elegante ed armonico. È anche una dimostrazione di quanto Della Porta ancora esercitasse un'influenza sull'architettura romana, in particolare sulla produzione delle fontane, nonostante fossero già trascorsi dalla sua morte ben due secoli e mezzo e nonostante le fantastiche invenzioni del barocco avessero profondamente trasformato la città nel corso degli stessi 250 anni.



LA FONTANA DELLE NAIADI


Questa grande creazione è la fontana mostra dell'Acqua Pia-Marcia.
In origine, tanto il suo aspetto che la sua posizione non erano le stesse di adesso. Sebbene furono necessari quarantadue anni prima che la fontana fosse dichiarata conclusa, la sua complessa storia cominciò quando fu inaugurata per la prima volta da Pio IX, nel settembre 1870, solo dieci giorni prima che Roma fosse presa. Quindi è più giusto contemplarla fra le opere del XIX secolo.
L'ultimo acquedotto era stato aperto circa 250 anni prima (cfr. pagina 12).
piazza della Repubblica
la Fontana delle Naiadi, una delle più grandi di Roma


Durante gli ultimi dieci anni del suo regno, Pio IX ne finanziò la costruzione di un altro, che giungeva a Roma da est e portava acqua a varie zone nella parte settentrionale della città.
Le sue sorgenti erano le stesse dell'antica Aqua Marcia (risalente al 144 aC e danneggiata dai Goti nel VI secolo). Però non rimaneva molto delle antiche strutture e il nuovo acquedotto dovette essere in massima parte ricostruito. Alla fine gli fu dato il nome di Acqua Pia-Marcia, in onore di Pio IX.
ricostruzione della prima fontana mostra
dell'Acqua Pia-Marcia, come appare nel sito
originario in una foto d'epoca del 1870 c.ca


piazza della Repubblica
una delle lascive naiadi di Rutelli
La sua fontana mostra era situata un po' più a sud di quella attuale e consisteva in una piscina rotonda circondata da rocce, con un gran numero di bocchette tutt'intorno; il centro del cerchio era segnato da cinque getti d'acqua verticali, uno dei quali molto più alto degli altri.
Solo qualche anno dopo, sotto amministrazione italiana, il rione fu sottoposto ad importanti trasformazioni; anche la fontana venne rimossa e ricostruita sul luogo dov'è quella attuale. Le autorità capitoline decisero di migliorarne l'aspetto. Ma il primo tentativo, che fu quello di aggiungere quattro leoni accucciati dove oggi si trovano le quattro naiadi, non ebe molto successo.

Il Comune dette allora incarico allo scultore Mario Rutelli, che creò quattro seducenti figure femminili nude; quando furono collocate al loro posto, però, causarono uno scandalo pubblico, come descritto in Curiosità Romane pagina 9.
piazza della Repubblica
il gruppo centrale

Anche il gruppo centrale, ad opera dello stesso scultore, non piacque al pubblico, tanto che fu rimosso e Rutelli lo rimpiazzò con l'attuale figura maschile che abbranca un delfino. Nel 1912 la fontana era finalmente completa.
La struttura della fontana è più complessa di quanto possa apparire dalla solita visuale, perché l'architetto Alessandro Guerrieri, che la disegnò, pose i vari elementi troppo in alto rispetto al piano stradale per essere pienamente visibili dal di sotto, anche considerando le loro grandi dimensioni (ovviamente questo fu un errore di progettazione!).
Il gruppo centrale, raffigurante l'uomo col delfino, poggia al centro della più alta e più piccola di tre tazze rotonde, circondata da altre due progressivamente più ampie e più basse.
Presso il bordo della terza tazza c'è un anello di bocchette orientate verso il centro, come nella vecchia fontana, ed anche quattro punti d'acqua individuali a forma di pesce, posizionati leggermente più all'interno, che emettono un forte getto in direzione opposta. L'insieme delle tre tazze poggia su una larga predella ottagonale; quattro dei suoi otto lati terminano con un'ulteriore vasca semicircolare, presso la quale si trova la naiade di quel lato, bagnata dall'acqua che proviene dal suddetto pesce. Infine l'ultimo elemento, una grandissima vasca rotonda e bassa, che raccoglie l'acqua proveniente dai vari zampilli della fontana. piazza della Repubblica


piazza Cairoli
la fontana, sotto San Carlo ai Catinari
LA FONTANA DI PIAZZA CAIROLI


In una piazza dove i confini di tre rioni adiacenti si incontrano, precisamente Regola, Sant'Eustachio e Sant'Angelo, accanto alla chiesa di San Carlo ai Catinari, nota per la sua cupola decorata, si trova un giardinetto pubblico. La piazza e alcune delle strade circostanti furono ristrutturate poco dopo la caduta dello Stato Pontificio e nuove vie più larghe vennero aperte attraverso i vecchi quartieri.
Ad un'estremità del giardinetto c'è una fontana. La sua forma è ancora evidentemente improntata ad un modello rinascimentale, ma le sue decorazioni sono assai scarne e certamente non potrebbe competere con una creazione del XVI secolo.
Due tazze di diversa grandezza, una sopra l'altra, sono sostenute da due balaustri individuali (quello superiore è tondo e sottile, quello inferiore è piuttosto tozzo, con una sezione ottagonale). Una volta il balaustro più grosso era decorato con delfini di bronzo, che nel tempo sono andati perduti. L'ultimo elemento è la vasca sottostante, con quattro lati lunghi e quattro corti, in ordine alterno.

Su un angolo della vasca il poco conosciuto autore ha lasciato il suo nome inciso, Ed. Andrè, probabilmente temendo che sarebbe stato presto dimenticato.

Quando esattamente la fontana fu inaugurata non è noto, ma poiché le anzidette trasformazioni ebbero luogo poco dopo il 1870, è molto verosimile che anche la sua data di costruzione risalga allo stesso periodo.



LA FONTANA DEL NETTUNO


piazza Navona
il gruppo centrale, uno dei cavalli e uno dei mascheroni
Cominciata nel tardo Cinquecento e inizialmente detta Fontana dei Calderai, quest'opera incompiuta del primo fontaniere Giacomo Della Porta rimase per tre secoli quasi dimenticata all'estremità settentrionale di piazza Navona, si veda pagina 3 per altre illustrazioni e le note storiche complete. Consisteva originariamente in una nuda vasca, che in seguito venne circondata da una piscina, entrambe di forma simile a quelle della Fontana del Moro (situata all'estremità opposta della stessa piazza), ma senza statue né altre decorazioni.
Nel 1873 l'amministrazione capitolina decise che era venuto il momento di portarla a termine. I lavori durarono cinque anni. Nel 1878 le nuove figure furono svelate al pubblico e la fontana acquisì il suo nome attuale, riferito al gruppo centrale di Nettuno che lotta con un polpo, opera di Antonio Della Bitta. Le rimanenti sculture che decorano la vasca centrale (cavalli, putti, naiadi, mascheroni, in ordine alterno) sono di Gregorio Zappalà.



LA FONTANA DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE


L'ultimo capitolo della lunga storia di questa importante fontana, raccontata nella pagina sul tardo medioevo e in quella su Gianlorenzo Bernini, fu scritto nel 1873.
Fino ad allora, l'ultimo ad avervi messo mano era stato Carlo Fontana, che nel 1692 aveva rimosso i vecchi stemmi dei pontefici e sostituito le quattro doppie conchiglie di Bernini con altre di diversa forma; la conchiglia esterna non riceveva più l'acqua, ma era orientata quasi verticalmente e incorniciava un grosso stemma del papa che aveva patrocinato l'opera, Innocenzo XII Pignatelli.
Due anni dopo, lo stesso pontefice fece effigiare la fontana sul retro di una quadrupla d'oro, la moneta dello Stato Pontificio dal valore più alto, che veniva emessa assai di rado (cfr. la sezione Miscellanea).

← stemma di Innocenzo XII Pignatelli
Erano trascorsi quasi due secoli e Roma era appena stata dichiarata nuova capitale del Regno d'Italia, quando il Comune decise che la fontana versava in condizioni talmente scadenti da decidere di ricostruirne una nuova, preservando però la forma originale. Furono così realizzati un nuovo catino con le teste di lupo, una nuova vasca ottagonale e una nuova serie di doppie conchiglie; stavolta però non incorniciavano lo stemma Pignatelli, bensì quello civico, con l'acronimo S.P.Q.R.. Il tutto fu montato su una predella più alta di quella seicentesca, con sette gradini.

Lungo gli otto lati della vasca sono affisse le iscrizioni (originali, o loro copie) che ogni papa aveva fatto incidere in occasione dei precedenti restauri; è anche grazie ad esse che si è potuta ricostruire la complessa storia di di questa fontana, datando con precisione ciascun intervento. L'ultimo di cui si ha notizia è del 1930, senza apportare alcuna ulteriore modifica.




gli elementi della nuova fontana: →
le piccole teste di lupo sul catino superiore
e i conchiglioni con l'acronimo S.P.Q.R.



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I PARTE
FONTANE ANTICHE

II PARTE
FONTANELLE



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